“Dopo anni in cui il serio impegno di alcune associazioni e la mobilitazione di tanti cittadini da ogni parte d’Italia hanno reso i daini di queste zone un emblema di resistenza, siamo oggi a ribadire il nostro fermo NO ad uccisioni e deportazioni verso zone di caccia ed allevamenti, come previsto dalla delibera 140/2021 e dalla corrispondente delibera del Parco.
Gli ungulati sono stati imputati di danni all’agricoltura, ma uno studio attento delle richieste di risarcimento ha rivelato l’inconsistenza dei danni causati da daini nelle province di Ravenna e Ferrara; questi animali sono stati anche accusati di causare incidenti ferroviari, quando le evidenze delle Ferrovie dello Stato non ne riportano alcuno; gli stessi numeri degli incidenti stradali sono alquanto limitati, per non dire prossimi allo zero, in strade ad elevata percorrenza.

Gli incidenti in prossimità di aree dove vivono animali selvatici sono causati nella quasi totalità dei casi da una velocità troppo elevata; come ha affermato il comandante della polizia di Comacchio, Paolo Claps :”Bisogna andare piano.. Non basta rispettare i limiti, ma è necessario tenere un’andatura tale da poter fermare il mezzo davanti a qualsiasi ostacolo”.

Il comandante dichiara inoltre che sarebbe necessario recintare tutto con reti altissime e costi elevati, ma ci preme ricordare che Anas, grazie al lavoro costante della consigliera Giulia Gibertoni (Gruppo Misto), ha espresso piena volontà di collaborare fattivamente ad un piano per la sicurezza di animali ed automobilisti che comprenda ausili più moderni e dai costi più contenuti: quindi dissuasori di nuova generazioni, cartellonistica speciale ed altre misure di sicurezza potrebbero diventare realtà se solo la Regione ed il Parco del Delta si attivassero celermente per dare inizio alla collaborazione con Anas, così come per i Comuni per le strade comunali. La stessa consigliera ha presentato nuova interpellanza in merito, che è stata annunciata in aula pochi giorni fa e verrà discussa nel mese di aprile.
Il tema del progetto Anas- Regione deve essere la chiave per una svolta positiva di questa vicenda: i daini devono rimanere nella zona dove vivono da decine di anni, e dove ora la comparsa dei lupi garantisce un equilibrio che la natura sa trovare, senza intervento dell’uomo.
Se ci sono stati illeciti da parte di bracconieri o cacciatori che hanno oltrepassato i confini, chiediamo che le autorità rispondano celermente; che ciò non diventi un escamotage per una deportazione dei daini verso luoghi dove troverebbero altrettanti cacciatori e bracconieri. Senza contare quanti morirebbero durante la cattura. La polizia provinciale e la stessa Regione dichiarano che gli 11 daini uccisi nella passata stagione venatoria e l’unico in quella corrente si trovavano nel distretto P4, zona definita contigua e dove è consentito il prelievo degli ungulati.
E’ chiaro che il problema del Parco del Delta, e dei Parchi in generale, è che è consentita la caccia nella aree contigue, permettendo così ai cacciatori di “giocare” coi confini e di eludere la sorveglianza; lo ribadiamo, è ora di vietare la caccia anche nelle zone contigue, e non solo a Ravenna o Ferrara!
In definitiva, quello che volontari e cittadini continuano a chiedere a gran voce è  no ad uccisioni e deportazioni, sì ad un progetto di civiltà che tuteli tutte le specie!
In questi giorni è stato avviato anche un pacifico invio di mail ai referenti di Parco e Regione, perché il progetto non rimanga solo carta giacente in un cassetto.”
Associazione CLAMA Ravenna