Esprimo le seguenti precisazioni/rettifiche al comunicato stampa di ieri con cui la consigliera comunale Verlicchi della Pigna  ha celebrato l’archiviazione della querela rivoltale da Alberghini, candidato sindaco del centrodestra e di Lista per Ravenna nelle elezioni comunali del 2016, da Pini per la Lega Nord e dal sottoscritto per la Lista civica.

L’archiviazione è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari Schiaretti nell’udienza del 22 novembre scorso, a cui il sottoscritto non ha preso parte avendo depositato l’8 novembre al GIP stesso la dichiarazione (allegata) “di rinunciare, esclusivamente per quanto attiene la propria posizione di persona offesa, all’opposizione all’archiviazione”, esprimendo le seguenti ragioni: “ [……  ] i fatti di cui al presente procedimento erano avvenuti nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative nel Comune di Ravenna per il mandato 2016 – 2021 appena terminato; si  è da pochi giorni insediato il nuovo Consiglio Comunale nell’ambito del quale l’indagata sig.ra Veronica Verlicchi siede sui medesimi banchi dell’opposizione unitamente al sottoscritto; il sottoscritto non ritiene utile oggi alimentare conflitti tra forze posizionate sul comune fronte politico che, in ogni caso, debbono cooperare tra loro”.  Ho per questo rinunciato ad essere tutelato in questa udienza dal legale delle altre parti querelanti.

Non è comunque corretto affermare, come ha riportato la Verlicchi,  che l’archiviazione della querela sia avvenuta perché “la dichiarazione contestata si configurava come una mera critica politica totalmente mancante di aspetti diffamatori.  È  invece documentato il contrario, bastando leggere al riguardo la richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero Bartolozzi (allegata), fatta propria dal giudice. Precisato che  le affermazioni contestate, pubblicate dalla Verlicchi tramite alcuni giornali on line sono state: “Alberghini è l’altra faccia della medaglia del PD e della cupola ravennate” e “l’alleanza Ancisi-Udc e Lega di Pini non è espressione della società ravennate e quindi civica come hanno tentato di far credere, ma è espressione dei partiti che lo sostengono e della cupola ravennate”, il Pubblico Ministero ha “ritenuto che sussista il requisito oggettivo dell’elemento diffamatorio, che vede come persone offese tutte le persone indicate nell’imputazione […], evidenziato il fatto che il termine ‘cupola’ costituisce notoriamente l’organismo sovraordinato di una tra le più importanti ed efferate organizzazioni criminali italiane”.  La richiesta di archiviazione è derivata però dal non poter  “escludersi che il termine sia stato colposamente utilizzato con un significato allegorico, per indicare la ‘co-interessenza economica con il potentato politico e affaristico locale’”,  per cui “appare improbabile che il quadro accusatorio possa rafforzarsi in un’ottica dibattimentale sotto il profilo dell’elemento soggettivo doloso del reato”.

Quindi è certo che si è trattato di diffamazione compiuta con colpa, ma l’archiviazione della querela è avvenuta per l’improbabilità di dimostrare in giudizio che sia stata dolosa, cioè intenzionale. Nulla per potersene vantare sul piano politico e personale, perché Alberghini e quanti dell’opposizione lo sostennero nel 2016 si sono battuti non per sostenere il PD e il suo potentato, ma per mandarli a casa, quasi riuscendoci, se tra i pochi voti mancanti non ci fossero stati quelli della Pigna, la cui  campagna elettorale fu ferocemente condotta, come il fatto di cui sopra dimostra tra tanti, contro l’opposizione. Il problema è che, passati oltre cinque anni da allora, non è bastata neppure la dura lezione impartita alla Pigna/Verlicchi dagli elettori il 3-4 ottobre scorso  a modificarne i comportamenti aggressivi e sfrenati.