“Con il Piano regionale antiviolenza 2021-2023, già l’anno scorso abbiamo introdotto il Reddito di libertà, un sostegno mirato alle donne più in difficoltà che si integra ai servizi, tutele e diritti sanciti dalla legge quadro per la parità 6/2014. La sperimentazione della misura, finanziata in prima battuta con uno stanziamento in bilancio di 300.000 euro, può oggi contare su 1 milione in più, con cui offriamo, non solo un reddito ma percorsi di uscita dalla violenza personalizzati”. Così la consigliera regionale del Pd e portavoce regionale delle Donne, Roberta Mori, commentando lo stanziamento della Regione per il Reddito di libertà, annunciato oggi dall’assessora alle Pari opportunità, Barbara Lori.

“Sappiamo bene – aggiunge – come l’occupazione, l’autonomia economica e più in generale la condizione femminile abbia risentito drammaticamente della crisi legata alla pandemia, così come le richieste di aiuto per violenze domestiche – già prima del Covid in costante aumento di circa 5% l’anno – siano cresciute ovunque dal 2020 presso i centri antiviolenza regionali. Gli abusi causati da un rapporto “malato” con un uomo che nega la loro autodeterminazione, hanno tenuto di fatto sempre più donne in una posizione sociale subalterna. Per questo motivo lo strumento del Reddito di libertà è fondamentale”.

“La presa in carico della donna che, spesso con figli a carico, ha il coraggio di allontanarsi dall’autore di violenza in famiglia, deve essere garantita. Centrale, in questo senso, è il ruolo anche culturale riconosciuto ai centri antiviolenza, ai quali, difatti, è affidata l’attuazione di questa misura e che, a Reggio Emilia, vedrà in prima linea l’azione del centro antiviolenza e dell’associazione Nondasola”. L’impegno dei centri, insieme ad un associazionismo femminile consapevole, innerva la nostra strategia” conclude Mori.