Alla fine il rospo è stato ingoiato: come si sa il Sindaco ha annunciato che l’illuminazione pubblica sarà riaccesa. Si tratta del ripristino di un servizio pubblico essenziale per la sicurezza per il quale Ravenna in Comune non ha mai smesso di insistere. Come tutta l’opposizione consiliare, tante associazioni e tanta cittadinanza. Venerdì si era svolta una marcia simbolica per ottenere questo risultato alla quale avevamo aderito. Si era trattato di una ulteriore protesta che si sommava a petizioni, interrogazioni consiliari, ai pareri contrari di questura e prefettura, e ad una intensa attività pubblicistica alla quale abbiamo attivamente contribuito.

La decisione di farla finita era nell’aria da qualche giorno e l’avevamo anticipata: «il Comune di Ravenna si sta preparando a correzioni, revisioni, marce indietro più o meno parziali, più o meno esplicitamente dichiarate. Come Ravenna in Comune invitiamo il Sindaco ad accelerare l’inevitabile dietro front per risparmiare alla cittadinanza gli enormi problemi alla sicurezza stradale e personale che lo spegnimento dell’illuminazione sta causando».

Ora salutiamo positivamente il risultato dopo 18 notti di troppo di buio. Una decisione che era stata spacciata per unanime e che tale non era nemmeno nel ristretto ambito provinciale. Né Cervia, né Castel Bolognese, né Riolo Terme hanno mai spento alcunché. C’è chi si è limitato a ridurre l’intensità luminosa, come Solarolo. E Faenza ha solo annunciato lo spegnimento senza mai effettuarlo dopo aver visto quanto succedeva a Ravenna. Ora nel vicino comune ci si prepara ad annullare tutto anche formalmente. In Romagna nessuna delle altre città capoluogo aveva preso in considerazione di seguire Ravenna nella sua crociata contro i lampioni. Illuminazione accesa sia a Forlì che a Rimini, mentre Cesena si è limitata a limare qualche minuto ad inizio e fine accensione. A Bologna di spegnere i lampioni non si è mai nemmeno parlato.

Da parte nostra possiamo solo sperare che la mala parata a cui la maggioranza è stata costretta possa servire ad un diverso atteggiamento per il futuro. Scrivevamo solo pochi giorni fa:

«Quella delle luci per Ravenna è stata l’ennesima volta in cui il disinteresse per gli interessi della cittadinanza è risultato lampante da parte di Sindaco e Giunta. A cosa servono Consigli Territoriali, Comitati cittadini, Pro Loco e i cosiddetti corpi intermedi se poi si operano scelte di questo tipo senza nessuna consultazione? Perché non organizzare delle pubbliche assemblee in cui rappresentare il problema ed ascoltare obiezioni e suggerimenti? Si chiama democrazia, caro Sindaco».

Come già detto, se ci si fosse mossi per tempo con l’efficientamento delle fonti di illuminazione, con seri piani di risparmio energetico e con l’indispensabile accelerazione sulle rinnovabili, tutto questo non sarebbe accaduto. Ravenna in Comune sollecita Sindaco e Giunta a recuperare in fretta il tempo perduto in chiacchiere.”