Continua il botta e risposta fra l’amministrazione comunale e il gruppo Faenza eco-logica attorno alle analisi sullo stato di inquinamento della vasca di laminazione che ha accolto le acque di spegnimento dell’incendio della Lotras.
Da una parte il Comune, dopo le analisi sul bacino condotte da Arpae, che rassicura sullo stato ambientale dell’area. Dall’altra Faenza eco-logica, che ha condotto analisi privatamente, che contesta i risultati illustrati in consiglio comunale dall’assessore Luca Ortolani:

“Abbiamo letto attentamente i rapporti di prova relativi alle analisi sui campioni di suolo che in data 27 ottobre tecnici di Arpae hanno prelevato dal bacino di laminazione via Corgin. Non abbiamo letto la relazione tecnica, che non ci è stata ancora consegnata ma come ben descritto dall’assessore Ortolani, nel consiglio comunale del 29/11, questi campioni sono stati prelevati in un’area lunga 200 metri e larga 36.

Visto che il bacino è lungo 400 metri e largo 36 metri, deduciamo che le analisi sono state fatte solo su una parte. Quale?” chiede Faenza eco-logica

“Non abbiamo le coordinate, ma dalla descrizione dei luoghi presenti nei rapporti di prova (“area 1 lato sud est”, “area 2 via Corgin”, “area 3 via corgin”, “area 4 recinzione Tampieri”) deduciamo che è la parte a monte (a sud), cioè la parte visibilmente meno sporca di idrocarburi, oggetto appunto di lavori di ripristino e movimentazione terra nel settembre ottobre 2022 (cumuli di terra sporca portati sui margini).
Queste analisi non smentiscono le nostre analisi, fatte in punti ben diversi, ai margini nella zona sud, e nel fondo della zona nord che davano Idrocarburi pesanti 20 volte sopra ai limiti dei suoli industriali.
Ma al di là di questo, nei rapporti di prova Arpae notiamo che:

l’antimonio, metalloide tossico per uomo e animali, è a 33 mg/kg nell’area 2, quindi superiore ai limiti consentiti in aree industriali (30 mg/kg), e in tutti gli altri campioni è superiore ai limiti consentiti nel verde pubblico (limite10 mg/kg).
E qui chiediamo: perché l’assessore ha detto che non c’era neppure una sostanza sopra ai limiti dei suoli industriali?
Ricordiamo inoltre che il bacino è solo formalmente area industriale, ma nessuna industria si è mai insediata sopra questa area, nella realtà è sempre stata un’area verde, umida e popolata da molti animali (finché la marea nera dell’incendio del 2019 non ha fatto una strage).
Gli idrocarburi pesanti sono in tutti i campioni Arpae superiori (243, 347, 218, 271 mg/kg) a quelli consentiti nelle aree verdi, o residenziali. Ricordiamo che i campioni da noi analizzati, nell’area a valle, nel terreno nero e viscoso, danno invece idrocarburi pesanti (15367 mg/kg) molto sopra ai limiti delle zone industriali (750).
Diossina e furani, nelle analisi Arpae, sono nel campione Aera 2 del valore di 7,8 ng/Kg TE, superiori ai limiti per suoli agricoli (6 ng/kg TE). Quindi diossine e furani, sostanze cancerogene, pericolose, non biodegradabili e bioaccumulabili, sono presenti. E non possiamo sapere se questa diossina è stata portata lì solo dall’incendio o anche dai fumi delle aziende vicine. Ricordiamo che in quella zona ci sono molti terreni coltivati.
Zinco nelle aree 1 e 2 è superiore (227, 176 mg/kg) ai limiti delle zone verdi (150 mg/kg)
IPA (idrocarburi policiclici aromatici) sono in tutti i campioni (6,37, 8,83, 4,77, 3,66) superiori ai limiti di suolo verde (1 mg/kg)
Infine una considerazione politica. Ci sembra totalmente scorretto e intimiditorio da parte dell’assessore rivolgersi al pubblico presente in aula come uditore e intimare ai cittadini presenti a “non prelevare campioni di acqua o suolo” per fare analisi indipendenti.
La cittadinanza ha diritto a fare le sue verifiche indipendenti, soprattutto se da anni intere zone restano visibilmente inquinate, e ci abita gente intorno. Lo stesso stabilimento Lotras è uno scheletro a cielo aperto, e fuoriesce quotidianamente acqua intrisa di ceneri che poi finisce negli scoli delle acque bianche (poi nel canale irriguo Fosso Vetro). Arpae continua a rassicurare, e il Comune a rimandare interventi risolutivi. Perché la cittadinanza dovrebbe fidarsi ad occhi chiusi?
Ricordiamo all’assessore, che tanto scoraggia la cittadinanza attiva, che spesso e volentieri è proprio grazie ai comitati e alle associazioni che in tutta Italia vengono alla luce fenomeni di Inquinamento occultati dalle autorità competenti.
PS: i valori da noi resi noti con le nostre analisi, sono accreditati Accredia, mentre i valori dei rapporti di prova Arpae sono nella stragrande maggioranza non accreditati (contraddistinti dal simbolo*) e si legge “perito non presente al momento apertura campioni”.