Il Faentino, Public domain, via Wikimedia Commons

Nei giorni sabato 3 e  domenica 4 luglio, si è tenuta la prima edizione del Festival dei Sentieri Agrourbani, una manifestazione nata su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Modigliana, che ha visto nascere attorno a questo progetto importanti collaborazioni ed oltre ai volontari del CAI (è nato il gruppo CAI di Modigliana, affiliato al CAI di Faenza), ha coinvolto molti ragazzi della Consulta Giovani che hanno attivamente partecipato alla realizzazione del progetto.

Sono stati tracciati nuovi percorsi nel territorio, tutti segnalati e georeferenziati, accessibili sia a piedi che in mountain bike e ben evidenziati nelle cartografie che sono state messe a disposizione, disponibili sia presso la biblioteca comunale che presso le attività aderenti.

È stato realizzato un percorso urbano che punta a valorizzare gli edifici storici e culturali del centro, con 27 targhe apposte su altrettanti edifici, dotati tutti di un QR Code tramite il quale è possibile leggere col proprio smartphone, la storia del singolo edificio o sito culturale, creando di fatto una sorta di museo all’aperto; è stato inoltre attivato un sito appositamente dedicato alla valorizzazione del territorio.

Nella mattina di sabato 3 luglio, si sono inaugurati i percorsi anche con la presenza di una numerosa delegazione del CAI di Faenza.

Nel tardo pomeriggio, nella sala espositiva Pietro Alpi, in Piazza Pretorio, si è inaugurata la mostra “Selva Molle” di Chiara Lecca e Nicola Samorì, due giovani artisti le cui opere hanno già una risonanza a livello nazionale ed internazionale.

Nei giorni del 3 e 4 luglio, oltre 500 persone hanno partecipato agli eventi che sono stati organizzati nell‘ambito della manifestazione, molte delle quali sono venute da altri paesi e città e per le quali è stata la prima occasione di visitare la tenuta di Montebello.

Nella giornata l’organizzazione degli eventi si è svolta nel modo migliore, favorita dalla attività che hanno profuso i tanti giovani volontari che si sono prodigati per la riuscita dell’evento, purtroppo condizionato nel pomeriggio, dal peggioramento del tempo.

La festa di domenica 4 luglio a Montebello prevedeva l’organizzazione di tante iniziative; dal mercatino dei prodotti alimentari, agli spazi dedicati alla degustazione, dedicati al benessere, oltre agli spazi musicali e all’allestimento di installazioni artistiche di Land Art, che hanno arricchito e dato visibilità alla manifestazione.

Nella sola giornata di domenica oltre 400 persone hanno visitato Montebello, molte famiglie, con i loro bambini, hanno potuto percorrere i sentieri, visitando le installazioni artistiche e i gruppi musicali, un risultato oltre alle attese; molto apprezzata anche l’organizzazione del bus navetta, che ha permesso di collegare il centro di Modigliana con Montebello.

“La manifestazione, è opportuno ricordarlo, ha avuto una eco nazionale perché richiamata su importanti riviste d’Arte Contemporanea e proprio a seguito di quelle pubblicazioni, sono nati contatti con importanti realtà che operano nel campo del design, interessate a Modigliana dall’evento tenutosi a Montebello” ha sottolineato il sindaco Jader Dardi.

“Ho voluto sottolineare cosa ha comportato l’organizzazione del Festival dei Sentieri Agrourbani e i risultati più che positivi raggiunti; volevamo far conoscere e promuovere il territorio di Modigliana, valorizzando oltre all’ambiente, anche gli aspetti culturali della manifestazione che è stata caratterizzata dalle installazioni artistiche che hanno dato identità alla iniziativa.

Non intendo sfuggire alle polemiche che sono emerse proprio a seguito delle installazioni realizzate nell’ambito della manifestazione a Montebello, nessun polemista, e ce ne sono di quelli che ne hanno fatto una professione, ha avuto l’attenzione di riconoscere il lavoro positivo fatto per promuovere il territorio, la partecipazione di tanti volontari e l’impegno profuso dai giovani che si sono dedicati all’organizzazione della manifestazione.

Come è stato evidente, i polemisti si sono scatenati, (non “si sono limitati all’invettiva”, mi è venuto in mente Fabrizio De Andrè …. sentendosi come Gesù nel tempio …), hanno gridato alla denuncia di un presunto scempio ambientale per le installazioni artistiche e perché un albero è stato dipinto di rosa.

Un albero che suo malgrado è diventato il simbolo della stessa manifestazione; molte persone che hanno partecipato all’evento, modiglianesi e non, lo hanno fotografato e si sono fatti fotografare, attratti dall’opera artistica che ne è stata realizzata.

Io stesso ne sono rimasto affascinato, pur consapevole delle polemiche e delle minacce che incombevano; a me è piaciuto moltissimo, quell’albero che ci ha aiutato a riflettere sulla forza della natura e sulla necessità di tutelare l’ambiente, che significa : parlare di mobilità, di energie alternative, di qualità della produzione, di gestione e smaltimento dei rifiuti, in definitiva di come l’uomo interviene sull’ambiente e su come possiamo agire per valorizzare il nostro territorio.

Non posso negare che ho vissuto con preoccupazione la reazione di chi si è dimostrato, a priori, ostile a quella manifestazione, di chi rivendica, lui solo lui, il diritto di affermare cosa è arte e cosa non lo è, volendo impedire agli altri di esprimere il loro sentire, anche attraverso forme di arte che non si comprendono e che si è liberi di criticare.

La rimozione dell’albero dal sito in cui l’opera artistica è stata allestita, è avvenuta secondo un principio di “autotutela” per evitare che la polemica si trasformasse nell’avvio di un percorso giudiziario; una scelta non facile, che ha provocato un dibattito anche all’interno delle stessa Amministrazione, ma che aveva sullo sfondo la volontà di tutelare il valore e la qualità della manifestazione e non dare adito all’avvio di vicende giudiziarie che nulla hanno a che fare in merito alla discussione, legittima, sul valore culturale dell’espressione artistica.

Sia chiaro, lo spostamento della pianta, provvisoriamente collocata in un ambiente in cui è custodita e quotidianamente annaffiata, non ha voluto essere un gesto di censura verso l’artista che l’ha realizzata e le cui opere sono conosciute ed apprezzate in ambito nazionale e men che meno di critica verso i volontari che insieme all’Assessore Rosa Grasso, si sono impegnati nella progettazione e nell’organizzazione della manifestazione e a cui va il mio più sincero ringraziamento, ma va inteso come un atto di salvaguardia della stessa opera.

Ho avuto contatti con l’artista e coi volontari ai quali ho espresso il mio rammarico, portando le motivazioni che ho richiamato e sarà bello riportare la pianta nel medesimo luogo in cui è stata realizzata.

Dalle polemiche più pretestuose, così come da quelle che sono state fatte in buona fede, emerge quanto sia importante e necessario intervenire sul valore ambientale e sulle potenzialità della tenuta sperimentale di Montebello che, mi è doveroso ricordarlo, non è una riserva naturale, bensì una tenuta che risponde ad un Piano di assestamento forestale, sulla base del quale si dovrà intervenire per la gestione con abbattimento e piantumazione di nuove piante.

Una tenuta che ha anche una vocazione di attrazione turistica che possiamo e dobbiamo ulteriormente sviluppare, proprio per cogliere la spinta in direzione di un “turismo lento” che anche sulla base dell’effetto Covid, chiama molte persone verso l’entroterra.

Voglio ringraziare tutti coloro i quali si sono impegnati in questi anni a salvaguardare e fare crescere Montebello; a partire dal Nucleo Volontari della Protezione Civile, a chi ha contribuito alla realizzazione della Tenuta ed ha redatto il Piano.

Dovremo riuscire a dare valore alla tenuta, garantire una gestione della “coltivazione” del bosco e nel rispetto delle linee indicate dal Piano ed approvate dalla Regione, lavorare per la valorizzazione della tenuta e contribuire a farne un punto di richiamo di valore per l’intero territorio”.