“È stato sequestrato, a Punta Marina Terme, un autolavaggio per scarico abusivo di acque reflue. Le verifiche della Polizia Locale sono state avviate a seguito di esposto, che ha portato ad un sopralluogo presso un complesso immobiliare della località, ove si è accertato che, al piano terra, era effettivamente in corso l’attività in questione. Durante l’ispezione, svolta in collaborazione con la Guardia di Finanza, per gli aspetti di specifica competenza, e con l’ausilio dei tecnici ARPAE, è stato interamente ispezionato in ogni sua parte l’impianto di trattamento delle acque reflue, dichiarate con recupero delle stesse a circuito chiuso, scoprendo, invece, che le acque reflue industriali prodotte dalle operazioni di lavaggio, defluivano nella rete fognaria pubblica. Il tutto in assenza di autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali ed in assenza di trattamento di depurazione.

Nella circostanza si constatava anche la mancata tenuta del registro di carico e scarico dei fanghi e rifiuti.

Al termine degli accertamenti, il gestore, un 55enne egiziano, regolarmente residente in Italia, è stato denunciato. Contestualmente l’autolavaggio è stato sottoposto a sequestro.

Come ribadito recentemente anche dalla Corte di Cassazione – evidenzia il Comando – gli impianti di autolavaggio hanno natura di insediamenti produttivi e non di insediamenti civili. Per questo, in considerazione della qualità inquinante dei reflui, diversa e più grave rispetto a quella dei normali scarichi da abitazioni, e per la presenza di residui quali oli minerali e sostanze chimiche contenute nei detersivi e nelle vernici eventualmente staccatesi dalle vetture usurate, uno scarico delle acque reflue industriali, senza autorizzazione, integra la fattispecie di reato di cui all’art. 137 del d.lgs. n. 152/2006”.”