Nei giorni scorsi Ravenna Entrate non ha concesso l’autorizzazione all’affissione di alcuni manifesti da parte dell’associazione Pro Vita & Famiglia Onlus. Il manifesto avrebbe riportato il volto di Donald Trump e la frase: “Impedirò la mutilazione chimica dei giovani causata dall’ideologia gender”.
La mancata autorizzazione è arrivata anche a Rimini, dove però ad esprimersi è stata la giunta, criticando i manifesti come discriminatori.

Contro la decisione dei due enti sono arrivate le proteste sia di Pro Vita & Famiglia, sia del Popolo della Famiglia:
“Il Comune di Rimini e Ravenna Entrate – afferma l’associazione -si ergono a giudici della verità, imponendo una visione ideologica e impedendo il libero confronto. Questo atteggiamento contraddice i principi democratici e costituzionali, primo fra tutti il diritto alla libertà di manifestazione di pensiero e parola sancito dall’articolo 21 della Costituzione italiana. Chiediamo il rispetto del diritto a esprimere il nostro pensiero e a difendere i diritti dei bambini e delle famiglie. Non ci faremo intimidire da questa censura. Invitiamo cittadini e istituzioni a unirsi nella difesa della libertà di espressione, principio essenziale di ogni società democratica”.

“Pensare che nel 2025, in Italia, si verifichino fatti come quelli che vedono Ravenna Entrate censurare i manifesti di Pro Vita che richiamano l’ordine esecutivo del Presidente Trump è qualcosa di surreale per non dire altro” afferma Mirko De Carli, portavoce nazionale de Il Popolo della Famiglia.

“Il fatto che la libertà di espressione nel nostro Comune non sia garantita e che il diritto di libera espressione, nel rispetto dei principi costituzionali, sia negato ad un’associazione è qualcosa che ferisce tutti, per prima la nostra democrazia. Per questo, come lista Lega-PdF-LpRa per Ancisi sindaco, esprimiamo piena e massima solidarietà ai militanti e dirigenti di Pro Vita ed invitiamo Ravenna Entrate a ritornare sui suoi passi e concedere la possibilità di affissione ai manifesti” dichiara

“Il nostro impegno affianco a realtà che si battono da sempre a difesa della vita, della persona, della famiglia e del diritto di un bambino a non essere manipolato dalla dis-educazione gender continua e, nel nostro programma elettorale, abbiamo ribadito l’urgenza di intervenire su società pubbliche sotto il controllo del Comune come Ravenna Entrate affinché non ripetano gravi attentati alla democrazia come quello messo in campo con il diniego alla possibilità di affissione dei manifesti di Pro Vita & Famiglia in questione” conclude De Carli.