“La recente delibera della Giunta Faentina che stanzia un nuovo consistente finanziamento (625 mila euro) al crossodromo 04 Park dei Monte Coralli è l’ennesimo spreco di fondi pubblici per un progetto assurdo, di notevole impatto ambientale, che recherà un gravissimo e continuativo disturbo all’ecosistema e alla biodiversità delle nostre colline”.
Il gruppo di Faenza eco-logica torna a criticare il crossodromo di Monte Coralli, il nuovo impianto sportivo voluto dalla Federazione Motociclistica Italiana, finanziato con i fondi del PNRR e, in parte, con stanziamenti del Comune di Faenza. Il nuovo centro federale, che in estate dovrebbe ospitare le prime gare, è gestito dall’ex pilota motociclistico Andrea Dovizioso ed ha preso il nome di “04park – Monte Coralli”.
Secondo Faenza eco-logica: “Il Comune di Faenza si sta indebitando per questo “giocattolo” che sarà gestito per 20 anni dall’ex campione di motocross Andrea Dovizioso (tramite società RBM). Ricordiamo che al privato andranno gli incassi dei biglietti, mentre il comune inizierà a percepire una percentuale solo dal 2028 e solo se gli affari andranno bene, questo secondo gli accordi tra Comune e gestore.
Nel frattempo il costo complessivo di quest’opera faraonica ogni anno lievita e (da dichiarazioni sulla stampa) raggiunge i 10 milioni di euro, di cui 4 milioni di euro dal PNRR, il resto tra fondi del Comune e privato. Andrea Dovizioso (tramite la società RBM) ha già pagato i lavori sulla pista, terminati, cambiando forma ad una intera collina, sbancando, abbattendo grandi querce e parte dei boschi limitrofi, con imponenti riporti di terra sabbiosa.
Lavori che hanno contribuito a causare grandi frane dopo le piogge torrenziali dello scorso anno. Così il comune di Faenza, mentre mezza città era alluvionata, ha dovuto accollarsi anche il costo di 200 mila euro per ripristinare le frane al crossodromo. Sempre il Comune si è dovuto indebitare con la Cassa Deposito e Prestiti per 180 mila euro, per pagare l’impianto di illuminazione notturna dell’area. Il Comune sta inoltre acquistando i terreni agricoli per ampliare la strada di accesso, e dovrà ovviamente sostenere il costo dei lavori, ma di questa spesa non si sa l’importo preciso. Tutte queste spese sono al di fuori del Pnrr.
A tutto questo si aggiunge appunto la costruzione della Torre Cronometristi, il cui costo è lievitato da 370mila euro a 625 mila euro per un rialzo dei prezzi. Per non fare aspettare l’impaziente Dovizioso, che vuole iniziare a incassare i soldi dei biglietti già da quest’estate, la torre è stata suddivisa in due lotti, in modo da mettere, tra un lotto e l’altro, una struttura prefabbricata temporanea che funga da torre, in attesa di quella definitiva”.
Per Faenza eco-logica il crossodromo è inadatto al contesto naturale nel quale è calato: “Ricordiamo che tutta la zona motocross risulta vincolata ai sensi del D.lgs 42/2004, per la presenza di boschetti (zone di margine) e corpi idrici (Rio Pideura che passa in mezzo) e queste opere risultano un “pungo nell’occhio”, di notevole trasformazione del paesaggio. Ma alla Soprintendenza pare che non interessi e ha già dato la sua autorizzazione a tutto il progetto. Il crossodromo si trova a 15 chilometri dal Parco della Vena del Gesso e a poche centinaia di metri da una zona di ripopolamento e sosta di uccelli migratori. Il rumore causerà disturbo e fuga dell’avifauna e di tutte le altre specie di mammiferi.
Se fosse stato un nuovo campo da motocross sarebbe servita la valutazione di impatto ambientale (VIA), ma visto che è l’ampliamento di un vecchio campo da motocross è esente da VIA.
Sulle pareti di queste rocce fino a pochi anni fa nidificavano gruccioni, nei boschetti limitrofi c’era una ricca biodiversità, le zone umide del Rio erano popolate da anfibi. Tutto questo sta già sparendo dopo 2 anni di cantieri, rumori, mezzi pesanti e sbancamenti. Quando questa estate inizieranno le gare anche di notte e arriverà il pubblico in massa con auto e camper, per la biodiversità sarà il colpo definitivo. Tutto questo ovviamente è in pieno contrasto con il principio DNSH (do not significant harm-nessun danno ambientale) previsto per l’utilizzo dei fondi PNRR.
Anche la direttiva europea Nature Restoration Law ci chiede di tutelare e ripristinare ecosistemi naturali, noi invece li stiamo degradando”.
La realtà ambientalista ha presentato delle richieste ad Arpae: “Abbiamo chiesto ad Arpae come si svolgerà il monitoraggio dell’impatto acustico e luminoso. Quante centraline ci saranno e dove? Quali saranno i limiti dell’inquinamento acustico? E chi valuterà l’inquinamento luminoso e i danni arrecati?
Diceva Margherita Hack che l’inquinamento luminoso è un problema non solo ambientale ma anche culturale, i bambini di oggi non sanno più cosa è la via lattea, perché non la vedono più in cielo. “Ma a che ci serve rimirar le stelle se possiamo avere il rombo dei motori?” sembrano dire i nostri ottusi amministratori.
Come Faenza Eco-logica siamo sempre più sconcertati dallo sperpero di fondi pubblici, dalla genuflessione del pubblico agli interessi privati e da questa sbornia collettiva per la motor valley che sta dando un colpo mortale alla residua biodiversità dei nostri territori”.

























































