Si è tenuta a  Pievesestina, al Centro Servizi dell’Ausl della Romagna, la consegna delle attrezzature informatiche (4 computer e 12 tablet) necessarie a far decollare il progetto  di telemedicina per l’assistenza ed il monitoraggio a domicilio dei pazienti a cui sono stati  impiantati dispositivi cardiaci (pacemaker, defibrillatori, resincronizzatori).

Si tratta di una straordinaria collaborazione a sostegno della Sanità romagnola da parte di 16 Rotary club della Romagna, che unendo le forze hanno reso possibile la assegnazione del Global Grant promosso dalla Rotary International Foundation, per un’erogazione complessiva  di  circa 78.000 euro.

Remotheart è un progetto basato sul controllo “a distanza”, ovvero remoto, dei dispositivi cardiaci impiantabili di ultima generazione, che consentono di comunicare con un trasmettitore al domicilio del paziente, al fine di inviare dati di natura tecnica, parametri di funzionamento del dispositivo impiantato e informazioni di carattere clinico, relative ai parametri vitali del paziente. Le trasmissioni da remoto possono essere programmate, col solo scopo di validare il corretto funzionamento dell’impianto, oppure possono essere originate dalla rilevazione di parametri fuori dalla norma.

Il numero di impianti di pacemaker e defibrillatori è significativamente aumentato nell’ultima decade, a causa delle nuove indicazioni emerse dai risultati dei grandi studi clinici. Molti pazienti portatori di dispositivo impiantabile sono anche affetti da scompenso cardiaco, una patologia invalidante e sempre più diffusa, che richiede un sistema di assistenza dedicato. Nella maggioranza di questi il dispositivo è in grado di raccogliere ed inviare segnali utili a monitorare lo stato clinico del paziente. L’idea è, in altri termini, quella di trasferire quanto registrato dai dispositivi in dotazione al paziente, ai server dell’azienda sanitaria, per selezionare le informazioni utili alla gestione clinica del paziente, infine rendendo disponibili i dati allo specialista dello scompenso cardiaco, che potrà visualizzarli all’interno dei gestionali aziendali.

Da un’esperienza innovativa iniziata a Forlì nel 2019 grazie all’Associazione Cardiologica Forlivese, che ha messo a disposizione le risorse necessarie a consentire di assistere con monitoraggio remoto tutti i pazienti cardiologici portatori di dispositivi, passando da 120 a 650 assistiti in meno di un anno, è nata  dunque  l’idea di estendere l’applicazione del servizio così sviluppato, a tutta l’azienda USL della Romagna, attraverso un processo top-down, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sui pazienti con scompenso cardiaco e di “mettere in rete” tutti i pazienti romagnoli portatori di dispositivi in grado di inviare informazioni sullo stato di compenso della malattia.

“Un team ingegneristico e informatico della nostra azienda – ha affermato il Dott. Alberto Bandini, referente di progetto, sta attivamente lavorando allo sviluppo del progetto: fino ad ora, sono state interpellate le aziende fornitrici di device, è stata pensata l’architettura della piattaforma e sono stati sviluppati nuovi strumenti per la gestione e il monitoraggio dei pazienti. Nel frattempo, il team composto dai medici coinvolti delle U.O. di Cardiologia di tutta l’AUSL Romagna, sta lavorando per ottimizzare la gestione del paziente, quindi riorganizzando le attività ambulatoriali e monitorandone le performance, affinché il flusso di informazioni in arrivo dai sistemi di controllo remoto dei device venga diretto in maniera fluida e il progetto diventi un nuovo modo di lavorare insieme.

I tablet e i PC che i club Rotary della Romagna oggi ci consegnano, serviranno per utilizzare al meglio questi dati, in particolare per la gestione proattiva di questi pazienti che ha lo scopo di individuare un incipiente peggioramento clinico, cercando di anticiparlo con un trattamento il più precoce possibile”.

Non è trascurabile poi l’aspetto riguardante l’abbattimento dei costi sociali, tenuto conto che la maggior parte dei pazienti sono anziani, che l’80% è accompagnato da un familiare che deve assentarsi dal lavoro e che circa un terzo dei pazienti sono ancora in attività e devono rinunciare essi stessi alla loro attività lavorativa.

Non solo, in un periodo storico come quello che stiamo vivendo in pandemia da COVID-19, è fondamentale che il paziente fragile possa essere controllato dal proprio domicilio, riducendo la possibilità di contagio.

La crisi pandemica che sta attraversando tutto il mondo e nondimeno l’Italia, ha rimesso in primo piano la necessità di accelerare il processo di innovazione, soprattutto nel settore sanitario, fortemente impattato da questa emergenza, ponendo l’esigenza di sviluppare per i servizi sanitari un nuovo impegno in ambito territoriale.

Questa donazione è particolarmente importante e significativa nel momento attuale – ha dichiarato il Prof. Giancarlo Piovaccari, direttore del dipartimento di Cardiologia della Romagna – perché il progetto Remotheart, che in tutta la Romagna interesserà un numero stimato pari a circa 6500 pazienti portatori di device cardiologici, dei quali 800 per lo scompenso cardiaco, – rappresenta un tipico esempio di come le iniziative dei singoli territori possano essere messe a valore per tutti. Oggi ciò è reso possibile, anche proprio grazie all’intervento dei Club Rotariani dell’area romagnola, ai quali esprimo gratitudine anche da parte di tutti i colleghi cardiologi, perché  hanno ben compreso questo valore, portandolo all’attenzione della Rotary International Foundation e permettendone la realizzazione.

La tecnologia è stata il principale fattore abilitante durante tutta la crisi: infatti, ci ha permesso di mantenere i contatti con il mondo, ma ha anche contribuito di fatto all’erogazione di molte delle prestazioni sanitarie programmate e alla gestione di tutti quei pazienti cronici che necessitano di cure continuative al fine di scongiurare il precoce deterioramento della condizione di salute.

Questo progetto – dichiara il Direttore sanitario  Dott. Altini –  si colloca nell’ambito di un più complessivo modello organizzativo della Romagna, che include un ripensamento della rete dei servizi, per una sanità più vicina ai cittadini, nella direzione di un potenziamento del territorio, con creazione di nuovi servizi tra i quali rientrano tutte le prestazioni di  Telemedicina, che consentono di erogare visite a distanza senza spostare dal loro domicilio i pazienti che hanno bisogno di assistenza continua anche a distanza e di monitorare. Questa è la telemedicina ed è la digital health. Oggi questa donazione che è un atto concreto in questa direzione, ci consente di dire che dalla teoria passiamo ai fatti, grazie alla società civile che ci affianca e ci supporta e per questo sono davvero molto grato  ai Rotary  club  della Romagna.

“Le tecnologie digitali e l’ambiente digitale – afferma il Direttore Generale Dott. Carradori -permettono il raggiungimento di quegli obiettivi che sono caratteristici dei sistemi sanitari di eccellenza, ovvero alta qualità, efficienza, equità, convenienza e accessibilità all’assistenza sanitaria. La leva digitale dunque, è indubbiamente la chiave che rende concreta la realizzazione di un nuovo modello, realizzando le connessioni che concorrono al benessere dei cittadini, che sono i destinatari del nostro sistema sanitario. L’avvio del progetto di telemedicina che oggi diventa concreto su tutta la Romagna grazie al contributo del Rotary, è un fondamentale tassello che renderà possibile realizzare un reale sistema di continuità di cura per il paziente. Un ulteriore ringraziamento quindi per questo impegno della collettività a supporto dell’attività sanitaria, che ci consente in tempi rapidi di dare gambe ad un progetto finalizzato a migliorare la qualità dell’assistenza non solo in termini di prossimità delle cure ai destinatari dell’assistenza sanitaria, ma anche in ottica di predittività nell’evoluzione delle patologie, per evitare che le condizioni dei pazienti peggiorino. Oggi noi ringraziamo ulteriormente i Rotary Club perché con il loro intervento hanno favorito anche la rapidità nell’avvio del progetto.

“A nome di tutti Club Rotary della Romagna – dichiara Maurizio Bonora, attuale Presidente del Club capofila di Rimini – mi sento di affermare che siamo molto contenti di sostenere questo progetto, a cui il Rotary è molto sensibile perché il tema della salute è il focus del Rotary internazionale. Consegnandovi queste apparecchiature, siamo certi di poter dare   all’Istituzione territoriale deputata alla tutela della salute della comunità locale un contributo utile al miglioramento della qualità delle cure anche in un momento particolare come quello che stiamo attraversando e vi auguriamo davvero buon lavoro”.

Il finanziamento è assicurato in particolare  da 16 Club delle Province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, suddette e segnatamente da: Rimini, Forlì, Cesena, Lugo, Ravenna, Ravenna Galla Placidia, Forlì Tre Valli, Faenza, Cervia-Cesenatico, Riccione-Cattolica, Valle del Rubicone, Valle del Savio, Rimini Riviera, eClub Romagna, Cesenatico Mare, Riccione Perla Verde, dal Club della Repubblica Argentina “Bahìa Blanca del Norte”, dal Fondo a Designazione Distrettuale del Distretto 2072 e dal Fondo Mondiale della Rotary Foundation per un totale complessivo di EURO 78.000 euro.