“Le recenti vicende riportate dalla stampa nazionale sui cimiteri dei feti a Roma e gli articoli usciti sulla stampa locale ci hanno indotto come Associazione Ipazia Liberedonne a verificare la situazione a Cesena” afferma l’Associazione Ipazia Liberedonne. “

Abbiamo così scoperto, con stupore, che:

-dal 2013 AUSL Romagna, Direzione sanitaria di Cesena, aveva accordi sporadici con l’Associazione Papa Giovanni XXIII per il seppellimento prodotti abortivi;

-dal 2019 è stato attivato un accordo di collaborazione con la Diocesi di Cesena per il seppellimento di embrioni e feti provenienti da interruzioni di gravidanza volontarie, terapeutiche o spontanee. Il medico dirigente sanitario ha dato disposizioni in tal senso al reparto di Ostetricia e Ginecologia attraverso una lettera, allegata ad una modulistica informativa per le donne – già presente nella legge regionale di pertinenza ma modificata con note che rimandano all’accordo con la Diocesi – e con il riferimento del referente diocesano per la parte operativa.

Abbiamo verificato, inoltre, che nel cimitero urbano di Cesena, è stata recentemente predisposta un’area specifica dedicata a queste sepolture, che affianca un’altra area dove sono già presenti un centinaio di croci. Nelle croci, diversamente da Roma, non compare il nome della madre ma un numero nosologico corrispondente alla relativa cartella clinica. Nella stessa cappella del cimitero poi prima di procede a questi seppellimenti, viene officiata una funzione religiosa.

Abbiamo chiesto quindi un incontro con la Dirigenza amministrativa della Ausl Romagna sulle motivazioni che hanno portato a questa convenzione.

Nell’incontro, avvenuto lo scorso 20 novembre, ci sono state fornite queste risposte: tra la Direzione medica ospedaliera di Cesena e la Diocesi non c’è un vero e proprio accordo scritto ma una collaborazione, in cui l’Ausl si configura come parte terza, “un passacarte” tra la Diocesi e una possibile utenza interessata a questo servizio . In base a questa “collaborazione”, l’ Ausl ha fornito al reparto di Ostetricia e Ginecologia del Bufalini le modalità organizzative da seguire.

Questo tipo “accordo”, come ci ha confermato la Dirigenza, è già attivo dal 2020 anche a Rimini, mentre a Forlì dovrebbe partire a breve. Invece a Ravenna e Faenza ad oggi non vi è nessun accordo e viene applicato il regolamento regionale di polizia mortuaria. Alla Direzione amministrativa abbiamo quindi chiesto di retrocedere da tale “accordo” che in pratica ufficializza e sponsorizza di fatto l’entrata della Diocesi nel Reparto di Ginecologia e Ostetricia. Ma su questo punto non c’è una disponibilità concreta.

C’è però da parte della Direzione amministrativa un impegno a migliorare il modulo che viene dato alle donne, avendo riconosciuto che questo modulo oltre che di difficile comprensione è ambiguo e non etico in molte sue parti. La Direzione si è resa disponibile a renderlo più laico, a verificare che sia rispettata la privacy del nome della donna in tutto il percorso ed a migliorare l’informazione in reparto.

Tutto a posto, quindi, poiché a Cesena viene rispettata la privacy delle donne? Per noi no! E’ inammissibile che in uno Stato laico, o che dovrebbe essere tale, un’istituzione pubblica proceda a un accordo con un ente religioso su una tematica così delicata che dovrebbe attenere esclusivamente alle coscienze individuali e non fatta divenire terreno di propaganda ideologica.

Tutti sanno che questa “pratica” da 20 anni è ormai purtroppo uno dei terreni di attacco alla 194, unitamente all’obiezione di coscienza. Il tema deve rimanere un fatto privato, diverso da persona a persona e con ritualità diverse, a seconda delle religioni di appartenenza o di chi non professa alcuna religione.

Come associazioni firmatarie di questo appello richiediamo all’Asl Romagna di recedere da questi accordi ed annunciamo che costituiremo una rete per monitorare questi comportamenti e denunciare le eventuali arbitrarietà. Invitiamo quindi la cittadinanza tutta a condividerlo per difendere dei principi indiscutibili: la laicità dello Stato, il rispetto per l’autodeterminazione delle donne e l’applicazione della legge 194″ conclude l’Associazione Ipazia Liberedonne. 

Di seguito l’elenco delle adesioni (in fase di aggiornamento):

Ass. Ipazia Liberedonne di Cesena

CGIL Cesena

CGIL Forlì

UDI Forlì

UDI Cesenatico

ARCI Cesena

ANPI Cesena 

Fondamenta. Cambiamo Cesena dal basso Cesena

Libera Forlì-Cesena

ANPI Forlì-Cesena

ARCI Gay Forlì-Cesena

Gruppo parità di Genere Forlì

Ass.Voce Donna Castrocaro Terme

Ass. Un secco no Forlì

Ass. UAAR Forlì

Forum delle donne di Forlì

Il Progresso delle idee Forlì

La Materia dei Sogni Forlì

Tavolo permanente della Violenza contro le Donne Forlì

ANPI Cesenatico

Casa delle Donne di Ravenna

UDI Ravenna

Donne in nero Ravenna

Ass. femminile Maschile Plurale Ravenna

ANPI Rimini

ANPI Santarcangelo di Romagna

Non Una Di Meno Rimini

Grotta Rossa Rimini

Rettifica da parte della Comunità Papa Giovanni XXIII: “Non corrisponde al vero che “nelle croci (…) compare un numero nosologico corrispondente alla relativa cartella clinica” delle madri. Nelle suddette croci, dove sono sepolti i resti dei bimbi non nati, compare un numero identificativo del registro cimiteriale. Il numero nosologico compare solo in tale registro che può essere consultato esclusivamente dalle persone interessate quali i familiari. Tale procedura, che mira anzitutto a tutelare la privacy delle persone in un momento di lutto, è spiegata nel nostro sito web www.apg23.org/it/post/sepoltura-feti-morti.html.