Il Gruppo Sapir ha pubblicato il Bilancio di sostenibilità 2020, che ovviamente risente della riduzione dell’attività registratasi lo scorso anno causa pandemia, con riflessi anche sugli indicatori tipicamente ambientali come consumo di energia, emissioni, prelievo idrico; la diminuzione di questi ultimi in condizioni normali sarebbe stata accolta con favore ma in questo caso va messa in relazione con un contesto del tutto anomalo.

Alla luce della normalizzazione che sta avvenendo in questi mesi, va quindi rinviata alla edizione 2021 una più attendibile disamina delle cifre; comunque, come in passato, la massima parte del valore economico generato, nel 2020 l’81%, pari a circa 42 milioni di euro, è stata distribuita alle varie categorie di stakeholder, anzitutto per la remunerazione dei fornitori (27 milioni) e del personale (10 milioni).

Per quanto riguarda le forniture, la volontà del Gruppo di distribuire ricchezza sul territorio si esprime con la scelta di privilegiare le imprese della provincia di Ravenna, cui è andato il 70% del valore degli acquisti effettuati, e, in seconda battuta, della Regione (un altro 20%).

Ciò che, soprattutto, si ricava dal documento, è come la pandemia non abbia messo in discussione strategie e programmi del Gruppo e ne abbia condizionato solo in minima misura i tempi di attuazione.

I Piani Urbanistici Attuativi, coi quali si concretizzerà l’espansione delle aree produttive, hanno visto concludersi positivamente l’iter di approvazione; è proseguito il piano di interventi manutentivi pianificati nel 2018, con il completamento della ristrutturazione dei fabbricati e la sostituzione di buona parte dei mezzi; così anche il programma di adeguamento delle fogne, che sarà completato nei prossimi mesi.

Il corposo piano triennale di investimenti in digitalizzazione è proseguito con una serie di interventi, tra cui la copertura di tutta l’area del terminal Sapir con Wi-Fi e l’estensione della videosorveglianza; sono stati messi inoltre a regime i primi moduli del nuovo sistema informativo, progettato su misura per le esigenze dei terminal, che consentirà di gestirne in un’unica piattaforma tutte le attività: commerciali, logistiche, operative, di manutenzione, aspetti doganali e per il controllo degli accessi, dando la possibilità a clienti e navi di interagire direttamente con i sistemi aziendali.

La pandemia non ha neppure frenato la ricerca di nuove opportunità di business, sul doppio binario dell’attività caratteristica terminalistica e dell’individuazione di potenziali investitori interessati alle aree di nuovo sviluppo: alla luce delle prospettive aperte dall’avvio del Progetto Ravenna Port Hub, sono stati avviati contatti con primarie Imprese con la cui partnership diversificare il business, da quello tipicamente terminalistico, in direzione della logistica integrata.

In un anno in cui lo scambio con la comunità è stato forzatamente limitato, si è però continuato a coltivare, per quanto possibile, i rapporti col mondo dell’istruzione e della formazione: tre universitari hanno realizzato tesi di laurea su temi di interesse del Gruppo.

Il capitolo sul personale conferma a grandi linee i numeri dell’anno precedente, con un incremento della forza lavoro dovuto alla costituzione del reparto manutenzione contestualmente all’acquisizione di ramo d’azienda di Alliance port Service; l’operazione ha portato il numero di dipendenti del Gruppo, al 31 dicembre scorso, a 197, dei quali 196 a tempo indeterminato.

Nel paragrafo sicurezza si dà conto dell’aggiornamento, per tutte le aziende del Gruppo, della certificazione UNI ISO 45001 quale elemento di valore a garanzia del mantenimento di standard di sicurezza sempre più elevati; ulteriormente, si dà risalto al positivo andamento sul fronte degli infortuni: nel 2020 se ne è registrato solo uno, non grave, a fronte dei 5 dell’anno precedente.

Un approfondimento è dedicato alle misure adottate e alle spese sostenute (oltre 200.000 euro nel solo 2020) per fronteggiare la pandemia; forse con un po’ di fortuna ma anche con qualche merito, si è gestita l’emergenza senza mai interrompere l’operatività e rimanendo quasi indenni, almeno dal punto di vista della salute del personale.

Il documento fa anche cenno, per la loro importanza, a due ulteriori eventi, benché successivi al dicembre 2020.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha rilasciato a Sapir e Terminal Nord il Rating di legalità tre stelle, ovvero il migliore possibile, che certifica che le Società soddisfano, oltre a tutti i requisiti normativi obbligatori, anche una serie di ulteriori requisiti volontari, garantiti dal sistema di gestione integrato e dall’adozione del modello organizzativo 231/01.

La sentenza sulla vexata quaestio delle casse di colmata ha stabilito che due milioni di tonnellate di presunti rifiuti non erano tali ma semplicemente terreni; al di là della soddisfazione per la conferma della correttezza dell’operato di Sapir, questo potrebbe semplificare il conferimento a destino dei materiali, con positive ricadute sulla tempistica del progetto Hub.

In una logica di responsabilità sociale non c’è un punto d’arrivo ma un miglioramento continuo, di cui il Bilancio di sostenibilità annuale misura l’andamento. Nuove piste di lavoro sono perciò già impostate per i prossimi mesi, come la riduzione dell’impatto del traffico tra città e porto, anche sfruttando le energie rinnovabili (veicoli elettrici).

Il Bilancio di sostenibilità 2020 è disponibile sul sito www.grupposapir.it