“Un’amministrazione che non ascolta i cittadini è un’amministrazione che tradisce i principi fondamentali della democrazia.” Con queste parole, Nicola Grandi, candidato sindaco di Ravenna della coalizione del centro-destra formata da Fratelli d’Italia, Forza Italia e lista civica Viva Ravenna, denuncia la sordità istituzionale dell’attuale giunta, colpevole di non dare voce alle esigenze della comunità e di ostacolare una reale partecipazione alla gestione della cosa pubblica.

“La nostra città dispone di precisi e dettagliati strumenti, ben esplicitati nello statuto del comune, pensati per coinvolgere i cittadini nelle decisioni – i Consigli Territoriali, il Referendum, le Consultazioni Popolari e le Petizioni –, ma nella pratica questi strumenti sono sistematicamente ignorati o snobbati e si rivelano di fatto inefficaci e privi di valore”.

Un sistema di partecipazione che non funziona

I Consigli Territoriali, che dovrebbero rappresentare le istanze delle diverse aree, si sono dimostrati un meccanismo inefficace, incapace di garantire una vera rappresentanza. Questo sistema va interamente ripensato affinché diventi un vero strumento di dialogo tra istituzioni e cittadini.

Il Referendum e le consultazioni popolari, altri pilastri della partecipazione democratica, non sono mai stati utilizzati nella storia democratica di Ravenna, “vuoi per modalità che li rendono nei fatti inattuabile, privando la comunità di un’importante possibilità di esprimersi sulle scelte amministrative, vuoi per mancanza di volontà politica”, precisa Grandi

Le Petizioni, infine, avrebbero il compito di portare le richieste della cittadinanza all’attenzione dell’amministrazione, ma si sono rivelate uno strumento debole. Quando un gruppo di cittadini deposita una petizione, l’amministrazione si limita, dopo alla discussione della petizione stessa in una Commissione dedicata, a rispondere con una comunicazione formale, per poi di fatto sovente ignorare le istanze sollevate e non fornire alcun aggiornamento sulle azioni successive.

“Una mancanza di trasparenza e coinvolgimento inaccettabile”, denuncia il candidato sindaco.

Un caso emblematico di sordità: i pini di Lido di Savio

Caso emblematico del disinteresse della giunta comunale nei confronti delle volontà dei cittadini, quello relativo alla petizione lanciata dal gruppo spontaneo “Salviamo i pini a Lido di Savio e Ravenna”, depositata in comune sabato 31 agosto e discussa in sala consiliare lunedì 28 ottobre. Una petizione di oltre 2.500 firme – tra residenti nel comune di Ravenna, proprietari di seconde case, imprenditori e turisti (quindi contribuenti dell’Amministrazione comunale) – per salvare dall’abbattimento decretato dalla giunta comunale il doppio filare di 49 pini sani, in grado di fornire servizi ecosistemici elevatissimi, che da oltre cinquant’anni accompagnano la vita di Lido di Savio lungo il viale principale, viale Romagna. “Un abbattimento – riporta una portavoce del gruppo – voluto dall’amministrazione per compiere un’opera di ‘restylyng’ della località balneare inserita nel più ampio progetto del ‘Parco Marittimo’, finanziata con fondi europei del pnrr e perciò obbligata a non produrre ‘Danno Ambientale Significativo’”.

In occasione della discussione della petizione, i rappresentanti hanno consegnato alla giunta comunale svariate relazioni tecniche, redatte da esperti del calibro del dottore forestale e arboricoltore Gian Pietro Cantiani, l’agronomo Daniele Zanzi e il medico oncologo ed endocrinologo Ruggero Ridolfi, per dimostrare, da un lato, che i pini godono di ottima salute e, dall’altro, l’associazione strettissima tra la presenza di quegli alberi e la salute delle persone che vivono la località.

“La giunta è risultata sorda alle richieste e cieca di fronte a tutta la documentazione portata – dichiara Grandi -: si è limitata a inviare una breve dichiarazione formale alla prima firmataria, mostrando di non accogliere minimamente le istanze presentate. Successivamente, non ha dato più alcun riscontro ai cittadini, che hanno recentemente scoperto solo a mezzo stampa che alcuni alberi potrebbero essere presto abbattuti”.

Una riforma necessaria per una Ravenna più democratica

“La democrazia non si esaurisce nel voto ogni cinque anni, ma si esercita ogni giorno attraverso il confronto e la partecipazione. Per questo è necessario riformare profondamente l’intero sistema di ascolto e coinvolgimento dei cittadini”, sottolineato il candidato. “È tempo di un’amministrazione che metta davvero al centro le persone, che dia loro voce e restituisca dignità agli strumenti di partecipazione.”

La proposta del candidato sindaco del centro-destra è chiara: ripensare i Consigli Territoriali per renderli realmente rappresentativi, riformare Referendum e consultazioni popolari affinché diventino strumenti attuabili e garantire trasparenza e risposte concrete alle Petizioni. Solo così Ravenna potrà diventare una città in cui i cittadini non siano spettatori, ma protagonisti delle scelte che riguardano il loro futuro.”