Pubblichiamo la lettera inviata in redazione da parte di una faentina alluvionata a pochi giorni dal secondo anniversario dell’alluvione, che colpì gran parte della Romagna. Per Faenza e per una parte della Bassa Romagna, fu la seconda alluvione in pochi giorni.

“Scrivo questa lettera perché si avvicina l’anniversario dei 2 anni dalla devastante alluvione che ha colpito Faenza (e la mia abitazione ).
Io percepisco molto silenzio attorno a me, sia dall’amministrazione e Regione, sia dagli altri cittadini colpiti o meno.
Ognuno chiuso nelle proprie case,(chi ha potuto ripristinarla )…e gli altri ?
Dove sono ? Com é cambiata la vita di chi è stato colpito ?
C’è qualcuno che si interessa degli alluvionati ? Ci sono dati/ statistiche di quante persono sono tornate nelle proprie case e quante no ? Quante attivitá commerciali hanno riaperto e quante no ? Quante persone hanno fatto debiti per poter riavere quanto perso ?
C’è qualcuno che parla del mercato immobiliare su Faenza ? Quante sono le case in (s)vendita nei quartieri alluvionati ? E quanto è aumentato il costo degli immobili in zone non alluvionate ?
C’è qualcuno che si interessa al bene psicologico della comunitá che ha subito questo trauma , e che purtroppo continua a viverlo, perché, ad ogni allerta meteo e richiesta di evacuare dalla propria casa. questo trauma riaffiora e si ripresenta?
Io personalmente non sono piú serena, ogni volta che diramano un’allerta arancione /rossa mi prende il panico e inizio a prepare le cose che vorrei portare via. Ormai vivo con gli scatoloni in casa, pronti per essere portati via in caso di emergenza. E so anche di altre persone che vivono cosí.
Vi sembra normale ? Ormai l’anormalitá è diventata normalitá.
È diventato normale vivere in un territorio vulnerabile e non sicuro per l’uomo, tanto quanto lo sono altri paesi in Italia. La fantomatica “messa in sicurezza” del territorio è irrisolta , prima o poi qualcuno se ne occuperà seriamente e con competenze ?”