Anche Arcigay Ravenna tra le sostenitrici della campagna per il diritto al voto delle soggettività transgender. La campagna ha l’obiettivo di ripensare le forme della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica e per garantire la l’inclusione nell’accesso al libero esercizio di democrazia.

Le associazioni di movimento hanno trasmesso una lettera per riportare all’attenzione della Ministra degli Interni Luciana Lamorgese come il criterio di suddivisione previsto dall’art.5 del DPR n°223 del 20 Marzo 1967 rappresenti a tutti gli effetti una limitazione all’esercizio del diritto di voto per migliaia di persone transgender e non binarie, in contrasto con le disposizioni dell’art. 48 della nostra Costituzione.

In questo momento, in Italia, sono migliaia le persone aventi diritto al voto che non sono in possesso di documenti conformi alla propria identità e che sono costrette a un coming out forzato e pubblico in occasione di voto al seggio elettorale, ambiente spesso impreparato ad accoglierle.

Essendo espressamente richiesto di collocarsi in una fila o presso un registro a seconda del mero dato del sesso anagrafico indicato sul documento, si costringono di fatto le persone transgender a violare la propria privacy, ad esporsi in contesti non protetti, con l’evidente risultato di compromettere la loro partecipazione democratica alla vita pubblica ed esponendole alla non remota possibilità di divenire bersaglio di discriminazioni.

“Io Sono, Io Voto” è una campagna nazionale promossa dalle Associazioni che si occupano dei diritti delle persone transgender che ha informato l’opinione pubblica in merito a tutte queste difficoltà. Sempre più realtà e singole persone hanno aderito alla campagna facendo mettere a verbale al proprio seggio la richiesta di modificare e aggiornare le procedure di accesso al voto.

In occasione del Referendum Costituzionale e consultazioni elettorali del 20 e 21 Settembre la campagna “Io Sono, Io Voto” raccoglie firme a sostegno per ripensare le forme della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica e per garantire tutela e inclusione nell’accesso al libero esercizio della democrazia.