Un gruppo di cittadini ha contattato la nostra associazione (Gruppo di Intervento Giuridico odv), e ci ha espresso la propria preoccupazione per una possibile ennesima speculazione edilizia a Ravenna, presso la Darsena di Città, area urbana interessata anche da un intervento di recupero urbanistico.

La preoccupazione è stata amplificata per il grande valore identitario, oltre che commerciale, dell’area: si tratta infatti del subcomparto che ospita, da quasi 100 anni, la sede operativa della Cooperativa Muratori e Cementisti, la famosa CMC nota in tutto il mondo e pietra miliare del movimento cooperativo italiano.

La CMC, infatti, fu fondata a Ravenna il 7 marzo 1901 da 35 muratori che costituirono la “Società anonima cooperativa fra gli operai, muratori e manuali del Comune di Ravenna”. L’area è stata messa in vendita, e con essa si rischia che l’immenso patrimonio materiale ed immateriale che essa rappresenta per Ravenna e per l’Italia intera possa scomparire o venir pesantemente manomesso.

Non a caso, è partita una condivisibilissima iniziativa spontanea da parte di numerosi cittadini che chiedono di destinare ad altro un luogo così importante e centrale per il dismesso quartiere Darsena di Città. Ciò che si potrebbe prospettare, invece, è sua radicale trasformazione ad usi commerciali e residenziali intensivi.

Per questo motivo il Gruppo d’Intervento Giuridico odv (GrIG), valutando degno di nota il valore dell’immobile principale del subcomparto, l’ampio edificio a galleria da cui dipartono una serie di corpi di fabbrica, il cosiddetto “Cantiere Darsena”, ovvero l’attuale sede della CMC, si è attivato e ha inviato (7 marzo 2021) alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le  Province di Ravenna, Forlì-Cesena, e Rimini un’istanza per verificare se per l’edificio sia stata avviata la procedura di dichiarazione d’interesse culturale, ai sensi degli articoli 10 e seguenti del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., al fine di preservare un complesso di archeologia industriale di grande rilievo, posto dunque in pericolo dalla radicale trasformazione dell’area conseguente a prossima acquisizione da parte di uno o più soggetti imprenditoriali immobiliari.

Nel caso il procedimento non fosse stato avviato, il GrIG auspica che, analogamente a quanto molto lodevolmente e doverosamente avviato dalla stessa Soprintendenza per l’ormai centenario magazzino ligneo Montecatini in sinistra Candiano, si possa provvedere al più presto anche per l’edificio CMC.