Ormai è chiaro a tutti che non ci sia un buon rapporto fra l’attuale amministrazione comunale ed i lavori pubblici, soprattutto se rilevanti. Tutti noi ricorderemo il protrarsi di alcuni mesi oltre la data stabilita per la realizzazione del cavalca ferrovia sopra la stazione e, nonostante il ritardo, la strada presenta tutt’oggi due pericolosi dossi. I tre mesi di ritardo del cavalcavia sono tuttavia irrilevanti rispetto a quello che si prospetta per la realizzazione del nuovo palazzetto dello sport.
Per chi non lo sapesse, poiché l’assurdità è tale che alcuni potrebbero stentare a crederlo, il nuovo palazzetto dello sport che potremmo, affettuosamente chiamare “Pala De Pascale”, verrà costruito nel cortile dell’attuale palazzetto dello sport, vale a dire il Pala De André. Non so se la scelta della ubicazione derivi dalla atavica ostilità o insofferenza che le amministrazioni di Ravenna hanno sempre avuto sia per la famiglia Ferruzzi che per Raul Gardini, di cui domani ricorre il ventottesimo anniversario della morte, che donarono alla città un avvenieristico palazzetto dello sport, tuttavia si è deciso di costruirlo nel cortile di quest’ultimo. I problemi sono sorti fino dall’inizio, quando pochi mesi dopo l’inizio dei lavori, la ditta appaltatrice ha dovuto sospendere i lavori dopo essere stata interdetta per infiltrazioni mafiose.
Dopo mesi di fermo, è subentrata una nuova ditta, adesso, dopo il ricorso della originaria aggiudicatrice potrebbe intervenire un ulteriore blocco dei lavori. Da contratto l’opera si sarebbe dovuta realizzare per la primavera del 2021, ma dopo la prima sospensione il tutto è slittato avanti di un anno, tuttavia se dovesse esserci un ulteriore fermo, la data potrebbe slittare in maniera indefinita. Parrebbe esserci una strana aversione per i palazzetti dello sport dell’amministrazione, tutti noi ricordiamo il Pala Piano, costato miliardi di lire di denaro pubblico e mai realizzato, il “Pala De Pascale” sembra seguire le stesse orme.
La nostra perplessità su questa opera l’abbiamo sempre fatta presente, poiché prima di spendere denaro pubblico e cementificare altro territorio sarebbe bene utilizzare al meglio l’esistente, purtroppo c’è qualcuno che la pensa diversamente.