Lunedì mattina, 27 settembre, alle 11e22 (il termine è 3 giorni prima dell’evento) ho spedito un messaggio di posta elettronica certificata – come previsto dal modulo 95 – all’indirizzo del gabinetto del questore di Ravenna per avvisarlo che avremmo tenuto la nostra manifestazione di chiusura in Piazza Unità d’Italia.

Giuro, la comunicazione non è difficile: basta rispondere alle domande, riempire le finche e il gioco è fatto!

Non avendo ricevuto alcuna comunicazione, martedì mattina, 28 settembre, alla manifestazione per l’inaugurazione dell’OMC a cui – visti i resoconti dei giornali locali che hanno segnalato la sola presenza di Santini – ho partecipato, sembra, in forma anonima e invisibile nonostante le nostre Bellissime Bandiere, ho parlato con uno dei funzionari della DIGOS per avere conferma, anche se in forma privata e irrituale, dell’autorizzazione ad occupare la Piazza che avevamo previsto. Il funzionario in questione, dopo aver fatto una telefonata al suo ufficio mi dice che avrei sbagliato indirizzo e mi chiede di inoltrare la domanda (mod.95) anche all’indirizzo: digos.quest.ra@pecps.poliziadistato.it che nel pomeriggio, appena rientrato dalla manifestazione, ci avrebbe guardato e mi avrebbe risposto.

Purtroppo la mattina dopo, mercoledì 29, come avrete sicuramente letto dalla preziosissima stampa locale, Greenpeace ha deciso per l’azione militante e, così, la risposta non è arrivata per ovvi motivi di “ordine pubblico”. Nel dubbio, comunque ho iniziato a chiamare il SUAP del Comune – a cui il funzionario DIGOS mi aveva consigliato di rivolgermi – per avere, almeno da parte sua una risposta che potesse consentirci di andare avanti con la nostra organizzazione dell’evento.

Quindi, dopo numerose telefonate senza risposta, scopro che mercoledì alcuno risponde nessuno a quel telefono perché l’ufficio è aperto al pubblico. Non potendo andarci personalmente ho chiesto alla segretaria del mio circolo di farlo lei che, nonostante la normativa Anti CO VI D19, viene ricevuta senza prenotazione ma la prima impiegata a cui si rivolge non sa cosa rispondere. Si passa, allora, ad un collega della prima impiegata che, a sua volta, ignora il da farsi e così, visto che non avrebbe dovuto essere lì, la nostra Segretaria del circolo di Piangipane viene accompagnata dai due impiegati al piano superiore dalla (credo) loro dirigente. Questa, visionato il modulo le dice che io avrei dovuto inoltrare una copia della e-mail indirizzata alla DIGOS anche al loro: attivitaeconomiche.comune.ravenna@legalmail.it inserendo copia del mio documento per l’identificazione (notare bene: la questura non me li chiede i documenti, il Comune si).

Così, senza por tempo in mezzo, alla 14e56, inoltro anche al Comune copia del mod. 95 indirizzato al Gabinetto del Questore e alla DIGOS.

Arriviamo, dunque, a questa mattina, Giovedì 30 settembre, quando – dopo aver perso tempo ulteriore senza ricevere alcuna risposta – mi sono deciso a richiamare la DIGOS.

Ore 9e30 mi risponde un funzionario della DIGOS che mi chiede qualche minuto per verificare che non ci siano problemi. Dopo 45 minuti mi richiama e mi dice che “NO!, non ci sono problemi, la manifestazione la possiamo fare”.

Ore 10e45: attivo immediatamente i compagni del mio comitato elettorale perché inizino ad inviare il volantino della manifestazione a tutti gli indirizzi che abbiamo a disposizione e a tutti i candidati.

Ore 11e21 arriva un email sulla mia PEC indirizzata alla Questura di Ravenna e per conoscenza alla Polizia Locale e a me dove si legge: «…Con la presente si trasmette, per le valutazioni di competenza, copia della comunicazione sopra indicata. Si segnala inoltre che per la Piazza in argomento sono già state rilasciate autorizzazioni di occupazione suolo pubblico ai pubblici esercizi prospicienti la Piazza stessa».

Ore 11e22 chiamo il numero riportato sulla carta intestata e la signora che mi risponde mi comunica che si tratta di una comunicazione di rito. Le chiedo, allora, il riferimento alle altre autorizzazioni rilasciate cosa voglia dire e lei, cortesemente mi spiega che la piazza non sarebbe libera visto che ci sono posizionati dei tavolini dei due locali che stanno su quasi tutta l’area della piccola piazza. Quando le dico che a noi servirebbe un posto dove mettere una cassa e dove posizionare i “suonatori” lei mi dice che se facciamo musica in piazza allora non si tratta di una manifestazione politica ma di un pubblico spettacolo che ricade in un’altra normativa che necessita di altri permessi e, soprattutto, di una planimetria e di una dichiarazione redatta da un “tecnico”. Alla sua domanda sul perché non glielo avessimo detto prima io rispondo, semplicemente, che nel “mod. 95” non era richiesto. Annuisce, poi, mentre mi spiega che potremmo “risolvere” con una “SCIA” (manco fossi una lumaca) fino ad un’ora prima dell’inizio della manifestazione. Mi chiede, comunque, un po’ di tempo per chiarire con la questura come si possa risolvere.

Dopo un’oretta, circa, invece che la questura mi richiama la funzionaria del comune che mi conferma che: si, la piazza è occupata con i tavoli sia a destra che a sinistra e fino alla base del “finto” anfiteatro dove avevamo pensato di posizionare oratori e musicisti. Il posto che rimarrebbe libero per noi mi dice, quindi, sarebbe un “corridoio” (non so bene quanto largo) dove chi partecipa alla manifestazione dovrebbe sostare per ascoltare chi parla ma non chi suona visto che la musica non possiamo farla a meno della Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Insomma se faccio il comizio tradizionale sono un “candidato a sindaco”, se chiamo qualcuno per suonare canti popolari divento imprenditore e come tale vengo trattato.

No, scusate, peggio! Si perché a Ravenna lo scorso 27 maggio il Consiglio Comunale, su proposta dell’assessore al Commercio, ha approvato all’unanimità l’esenzione dal pagamento dell’occupazione del suolo di proprietà tutti noi per tutte le attività a scopo di lucro anche quelle non comprese tra le esenzioni previste per l’anno 2021 dalla legge nazionale.

Mi lascia salutandomi amabilmente e comunicandomi che, comunque, attorno alle 16 mi avrebbe (ri)chiamato anche un funzionario della DIGOS il quale, puntuale come un orologio svizzero, mi chiama davvero: tale sovrintendente “Non mi ricordo come si chiama perché non ho preso l’appunto“.

L’ineffabile funzionario della Polizia di Stato mi chiede se mi avesse già chiamato il comune e mi ringrazia perché: «Come lei sa sicuramente, non era tenuto a comunicarci nulla in quanto in Campagna Elettorale non serve alcuna autorizzazione né comunicazione. La ringrazio, comunque, della cortesia di averci fatto la comunicazione». Segue, quindi, la domanda per sapere se avessimo fatto lo stesso la manifestazione e, di fronte alla mia affermazione che “NO, non l’avremmo fatta lì” parte la seconda domanda per sapere se e dove ne avremmo fatta un’altra.

Che dire? Che fossimo in una città dove regna la disuguaglianza; l’arroganza di conventicole di potere e di ben pensanti che (fatto salvo il Carlino e poche altre realtà) reggono le fila di una comunicazione malata sempre pronta per l’amico di partito stando a libro paga del Dipartimento dell’Informazione e l’Editoria; una città dove il cittadino è un numero specie se vive nella periferia degradata del forese e dove la Libertà ha assunto una connotazione diversa da quella prevista dalle garanzie costituzionali NOI, Comunisti Uniti lo sapevamo e abbiamo fatto di tutto in questa Campagna Elettorale per farlo sapere a tutti i cittadini: lo abbiamo scritto, postato, declamato e stando in silenzio per protesta nella TV Pubblica.

La “Festa Fuori dal Comune” che avevamo organizzato sarebbe stato l’ultimo atto per raccontarvi deigli incontri che abbiamo fatto; delle persone che ci hanno raccontato le loro storie. Ci rinunciamo perché NOI siamo Gente Seria, nel bene e nel male e non vogliamo accendere inutili discussioni con cittadini incolpevoli o con gestori di attività commerciali arrivati prima di noi e privilegiati dal sindachetto di centro-sinistra-destra.

La “Festa Fuori dal Comunenon ci sarà! I motivi ve li abbiamo spiegati!

Riflettete, usate la vostra testa e continuate – se volete – la lotta per UN ALTRO MONDO CHE È POSSIBILE insieme a noi. L’occasione sarà in cabina elettorale nei prossimi 3 e 4 ottobre per mandare a casa chi sta abusando della nostra pazienza.

Votate i COMUNISTI, sono GENTE SERIA!

Votate Bongarzone Sindaco fuori dal Comune per Ravenna, una città fuori dal comune!