Il TAR ha sospeso l’ordinanza di abbattimento di tutti i capanni (tranne un paio).
Fino alla definizione del giudizio (da giugno 2026 in avanti), pertanto, il termine per l’abbattimento, che da ultimo era fissato per il 21 dicembre, resta sospeso e non è più efficace.
“In virtù di ciò, stante la sospensione disposta dal TAR, non possono maturare sanzioni, penali o multe che dir si voglia” afferma Italia Nostra Ravenna.
L’11 giugno ci sarà l’udienza pubblica, all’esito della quale il TAR deciderà, nel merito, se l’ordine comunale di abbattimento sia legittimo oppure no; e, quindi, implicitamente, se i capanni sono manufatti di valore storico, paesaggistico e culturale, oppure semplici baracche abusive da rimuovere.
Se all’esito del giudizio l’ordinanza sarà ritenuta legittima, ovvero Italia Nostra avrà perso il ricorso, il provvedimento comunale riacquisterà efficacia e da quel momento in avanti, riprenderà a decorrere il termine per l’abbattimento.
“Occorre tuttavia considerare che a giugno sarà già iniziato il periodo di riproduzione della fauna selvatica, e sarà iniziata anche la stagione balneare, circostanze che dovranno necessariamente essere considerate dall’Amministrazione” fa notare Italia Nostra. “Ne consegue che, per l’ipotesi di rigetto del ricorso, i capannisti avranno tutto il tempo per organizzare la demolizione, verosimilmente al termine della stagione, eseguendo l’ordinanza nei tempi che, nuovamente, dovranno essere fissati dal Comune. Anche in questo caso, dunque, non è possibile ipotizzare alcuna penale a loro carico.
Viceversa, abbattere o fare pressione per abbattere oggi, dopo che il provvedimento comunale che decreta l’abbattimento è stato sospeso dal Giudice, ed in attesa che venga resa una pronuncia definitiva in merito, sembra un salto in avanti decisamente avventato. Si darebbe luogo, infatti all’abbattimento di opere poste su proprietà demaniale, nonostante non vi sia un comando giuridico efficace che imponga ciò. Salto in avanti a maggior ragione dalle conseguenze ancora più gravi se queste opere fossero giudicate, l’11 giugno, di valore paesaggistico, storico e culturale”.























































