Ho pensato a lungo se non fosse il caso di “far finta di niente” rispetto ai fatti di queste ore a Cuba. In fondo – mi son detto, giustificando la mia ignavia – se un sindaco non poteri sulla politica internazionale, figuriamoci – a meno di nuove Autonomie Differenziate – cosa possa fare un candidato». Così, ho passato l’intera giornata di ieri in uno stato di limbo cerebrale, auto indotto per non pensare. Poi stamattina presto, (mi alzo sempre più spesso ad un’ora in cui altri vanno a dormire causa di un’insonnia pre-senile molto precoce) leggendo i giornali mi è balzata agli occhi questa chicca!

La fonte è degna di stima (RAI News 24) e recita così: “Washington nega ogni coinvolgimento nelle proteste: «Sarebbe un grave errore per il regime cubano interpretare le proteste nel Paese come il prodotto di qualcosa che gli Usa hanno fatto»”.

Così, su due piedi, ancora adesso mi verrebbe voglia di cambiare il titolo di questo post in “Hanno la faccia come il c…o!” ma “credo” sarebbe sconveniente e, soprattutto, il mio “spin doctor” (si dice così) non ne sarebbe troppo contento. Ma tant’è!  Rinuncio, così, all’espressione gergale e proseguo nella riflessione in termini meno sconvenienti, appunto.

Allora, se è vero, come hanno notato fior fiore di osservatori internazionali, che il casino, che sta in piedi in queste ore per le vie di Cuba, è figlio della grave crisi economica indotta dalla Pandemia oltre che dagli 50 anni di “blocco economico” attuato dagli Stati Uniti, nella dichiarazione del segretario di stato americano, Antony Blinken c’è qualcosa che non funziona.

Come ci possono insegnare, infatti, la segretaria di Fratelli d’Italia e i suoi numerosi portavoce, un “BLOCCO” (BLOQUEO, dicono i cubani) si mette in atto – di solito – per “convincere” uno Stato a comportamenti che in nessun altro modo lo stesso metterebbe in atto spontaneamente.

E allora, se questo è, una domanda sorge spontanea: «Cosa si prefigge davvero l’amministrazione USA, da oltre 50 anni, con il suo BLOCCO, se non la sollevazione popolare contro un regime che in nessun altro modo gli è riuscito di sconfiggere? E se, dunque, l’intenzione di tutti i governi nordamericani (chi più chi meno), dai tempi di Kennedy – dopo il tentativo d’invasione militare – è sempre stata quella di indurre una sollevazione popolare contro il legittimo governo di Cuba, come può ora un segretario di stato (da noi sarebbe un semplice ministro degli esteri) affermare candidamente (senza vergogna) che le proteste a Cuba non siano il prodotto di qualcosa che gli Usa hanno fatto?

Se non fosse il ministro degli esteri di una grande nazione ci sarebbe da pensare che oltre al popolo cubano Blinken voglia prendere per il naso l’intero universo. Ma facciamo pure finta di credergli, quello che l’intera comunità mondiale dovrebbe fare adesso, per dare seguito al voto sulla risoluzione contro l’Embargo presentata il 24 giugno scorso all’Assemblea Generale dell’ONU e passata con 184 SI e il voto contrario di USA e ISRAELE, sarebbe di rispondere per le rime dicendo ai “nostri” alleati oltre oceano: «Bene se è vero che non siete voi la causa e il BLOCCO è solo una scusa per nascondere le reali cause della povertà a Cuba, togliere il blocco eliminerebbe la scusa rendendo facile la verifica della assoluta estraneità dell’amministrazione con quanto sta accadendo».

Che ve ne pare? Non sarebbe una soluzione di buon senso? Invece, purtroppo, a Cuba nella più assoluta indifferenza dell’Europa, il popolo sta soffrendo a causa del senso comune dei nostri governanti nei confronti della presunta ineluttabilità delle decisioni nordamericane.

Ricordate come il Manzoni bolla la diceria sugli untori e di come molti non fossero convinti “di quegli unti velenosi”? «Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune».

Contrastare il senso comune: questo un sindaco lo può fare, anche a Ravenna.

Può, inoltre, lanciare una petizione popolare; convincere altri sindaci; far votare un OdG di condanna; convocare il Consiglio Comunale per lanciare un appello che abbia al centro il bene del popolo di Cuba e faccia pressione sul governo italiano e sulle istituzioni europee per mettere fine al BLOCCO economico che induce povertà e miseria.

Sindaco de Pascale: se ci sei prova a battere un colpo!