Una manovra da 14,3 miliardi di euro (di cui 10,5 per la sanità) che prevede, fra le altre misure, l’incremento di 25 milioni di euro del Fondo per la non autosufficienza (un aumento di 110 milioni rispetto al 2024), il raddoppio dei fondi per il contrasto al dissesto idrogeologico e la conferma di tutte le misure di rafforzamento dei servizi educativi e per le politiche culturali, lo sport, il turismo e l’agricoltura. Al capitolo investimenti vanno segnalati oltre 500 milioni di euro ai quali se ne aggiungono altri 156 milioni disponibili grazie all’accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni, che consente alle Regioni di utilizzare parte delle risorse tagliate nell’anno precedente per nuovi investimenti.

Con il voto favorevole di Pd, Avs, Civici e M5s e quello contrario di FdI, FI, Rete civica e Lega, l’Assemblea legislativa ha approvato il Bilancio di previsione 2026 e la Nota di aggiornamento del Defr, la cornice entro cui si inserisce la manovra economica per i prossimi anni. Per la maggioranza di centrosinistra si tratta di un provvedimento che, tenendo insieme sviluppo e coesione sociale, tutela le imprese, i lavoratori, i territori e le famiglie. Per l’opposizione di centrodestra, invece, è una manovra conservativa, non all’altezza dei problemi della regione e dove le maggiori risorse stanziate, a partire da quelle per la sanità, sono in realtà frutto dell’incremento di trasferimenti da parte del governo nazionale.

Il dibattito è stato chiuso con la replica del presidente della Regione Michele de Pascale, che ha sottolineato la bontà delle scelte della Regione e replicato alla critiche del centrodestra. “Il mio sogno è che nel corso di questi anni, lavorando insieme, confrontandoci, stando sul merito delle cose, il lavoro sul bilancio possa essere una sede dove su alcuni elementi si cercano mediazioni, punti comuni”, ha dichiarato il presidente per il quale “insieme ad altre Regioni abbiamo fatto una battaglia per ottenere dal Governo maggiori risorse sulla sanità, una battaglia parzialmente vinta. Oggi tocca a noi fare la nostra parte aggiungendo altre risorse. La Regione Emilia-Romagna è la regione d’Italia con il più basso livello di esclusione sociale che però sta crescendo, perciò dobbiamo moltiplicare gli sforzi sugli strumenti di contrasto alla povertà”. Altri temi di intervento menzionati dal presidente sono quelli del trasporto pubblico locale, del diritto alla casa, della necessità che la difesa della manifattura diventi una priorità dell’Unione Europea.

Il dibattito: i capigruppo

“Questo è un bilancio che rafforza il patto di legislatura che il presidente de Pascale e la maggioranza hanno stretto con i cittadini emiliano-romagnoli su temi come sanità, imprese, casa, cultura e investimenti. Questa manovra regionale viene realizzata in un quadro internazionale segnato da guerre e conflitti commerciali e in un quadro nazionale drammatico, legato a un Paese in cui se non ci fosse stato in questi tre anni il Pnrr saremmo stati in recessione. L’Italia è a rischio recessione e questo in quadro europeo in cui ci sono Paesi che crescono e migliorano la qualità della vita delle persone come sta avvenendo in Spagna, dove la crescita è del 2% all’anno”, ha spiegato Paolo Calvano (Pd) per il quale “le scelte compiute dal governo vanno nella direzione sbagliata e impattano in maniera negativa sui bilanci regionali, a partire dalla sanità. La Regione si trova costretta a coprire con risorse proprie i problemi nazionali. Anche la decisione del governo di aumentare le risorse per la sanità è una nostra vittoria, perché su questo abbiamo fatto una battaglia come la faremo per il traporto pubblico locale”.

Particolarmente critica Marta Evangelisti (FdI). “Il centrosinistra ha governato a livello nazionale negli ultimi 20 anni e in Emilia-Romagna governa da sempre. E non si comprendono gli interventi in aula, se non in veste propagandistica, visto che la sinistra è brava a trovare tutte le soluzioni ai problemi che ha creato. Oggi ci troviamo con un bilancio regionale che non tutela i cittadini, non dà risposte nuove su sanità, territorio e sicurezza e che dimostra la grande difficoltà di una giunta in cerca di identità. Non ci sono posizioni univoche su temi come le infrastrutture, l’edilizia e il consumo di suolo. Sulla montagna, la sinistra si fossilizza sulla legge nazionale che è in fase di perfezionamento: perché allora non si interviene per redistribuire il fondo perequativo che la Città metropolitana trattiene? Aumentano Irpef, Irap, bollo auto e alla fine pagano sempre i cittadino. Il governo nazionale ha riconosciuto alla sanità risorse non scontate, ma ha anche chiesto alle Regioni di guardare dove sono gli sprechi e di mettere mano alle liste d’attesa, cose che non sono state fatte”. “Oggi depositiamo una risoluzione in cui chiediamo alla giunta impegni su temi importanti quali sanità, casa, sicurezza, territorio e prevenzione: su quest’ultimo tema, abbiamo chiesto la costituzione di parte civile della Regione ove vi fossero rinvii a giudizio, perché anche per l’Emilia-Romagna deve valere il principio che ci sono diritti e ci sono doveri che devono essere rispettati nell’unico interesse degli emiliani romagnoli”.

Per Simona Larghetti (Avs) “questo bilancio racconta, in ogni euro, da che parte stiamo”, evidenziando come la manovra regionale intervenga per ridurre le disuguaglianze e per rafforzare i diritti. “Sul tema del trasporto pubblico – ha proseguito – stanziamo 25 milioni di euro in più. Il fondo nazionale trasporti, negli ultimi cinque anni, ha perso 4 miliardi di euro di capacità a causa dell’inflazione e nessuno dice che quest’anno mancano anche i 120 milioni aggiuntivi che c’erano lo scorso anno”. Sulla piaga del gioco d’azzardo, Larghetti si è detta preoccupata dal dibattito in corso a livello nazionale in merito alla revisione della distanza di 500 metri tra i luoghi sensibili e le sale slot. “Mi sembra una follia ed è molto preoccupante  ha concluso – e per questo abbiamo presentato un ordine del giorno finalizzato a chiedere di impiegare interamente i trasferimenti dello Stato che verranno dalla fiscalità, cioè i 6 milioni aggiuntivi che il governo ha deciso di dare alle Regioni per fronteggiare i problemi connessi con il gioco d’azzardo e contrastare la ludopatia: vogliamo vincolare queste risorse a tale scopo”.

Per Pietro Vignali (FI) “questa manovra presenta elementi di debolezza poiché si limita a salvaguardare l’esistente e trasferisce su famiglie e imprese il costo dei servizi. Chiedete sacrifici quando manca una revisione della spesa nei settori regionali e si rinvia a progetti di riorganizzazione interna che non determinano risparmi strutturali. L’aumento della fiscalità regionale con bollo auto, l’Irap e ticket sanitari presentano limiti nel medio periodo. Il nostro parere su questo bilancio è negativo: garantisce l’ordinario senza pensare alle prospettive per le sfide future. Tra le nostre proposte chiediamo di rendere strutturali gli stanziamenti per la riqualificazione delle strutture ricettive e la detrazione per figlio a carico dell’addizionale Irpef”.

Per Vincenzo Paldino (Civici) “questo bilancio è l’occasione per promuovere la nostra visione di società”. “La Regione Emilia-Romagna mette in campo una manovra espansiva, che caratterizzerà il corso della legislatura – ha affermato -. Mettiamo al centro la persona, dalla nascita alla terza età. In un momento in cui tutti gli enti segnalano un calo dei trasferimenti statali, noi scegliamo di potenziare i servizi. A livello nazionale, invece, ci troviamo con una manovra priva di visione politica, il cui unico pregio è la stabilità dei conti: una manovra nazionale magari apprezzata dalla finanza e dai mercati, ma fatta a spese dei cittadini che devono fronteggiare il caro-vita. La nostra Regione sceglie di difendere la sanità pubblica, di potenziare i servizi nella fascia 0-3 e di investire 300 milioni nel recupero degli immobili Erp”. Paldino ha poi annunciato un proprio ordine del giorno per rafforzare il ruolo della tecnologia a scuola quale metodo di apprendimento da abbinare alla didattica classica.

Elena Ugolini (Rete civica) ha sottolineato come: “L’osservazione principale è chiedersi perché restano questi 200 milioni strutturali di disavanzo sulla sanità. Senza immaginare una riorganizzazione del sistema sanitario regionale, non potremo migliorare quei servizi all’interno di una sostenibilità economica che altre Regioni, come il Veneto, riescono a conseguire”. Ugolini porta l’esempio dell’ospedale universitario di Padova dove il costo di una giornata di degenza è di 475 euro, mentre a Ferrara è di 649 euro. “Senza avere contezza di questi dati e dei costi reali si fa fatica a fare un discorso realistico sugli interventi per migliorare i livelli di produttività e di efficienza”. La consigliera annuncia poi un ordine del giorno sulla non autosufficienza “sulla quale è urgente far nascere un tavolo, anche per affrontare le questioni dell’accreditamento e in attesa delle linee guida nazionali che saranno il quadro entro il quale dovremo farci trovare pronti con soluzioni e proposte”.

“Oggi – ha rimarcato Lorenzo Casadei (M5s) – scegliamo le priorità dell’Emilia-Romagna. Questo pesa, in una fase in cui l’Europa e l’Italia fanno fatica a pronunciare parole come salario, casa, sanità, istruzione e territorio”. Evidenza poi: “Nella nostra regione il nodo principale è quello della qualità dell’occupazione. In molte famiglie c’è insicurezza e senza competitività non c’è sviluppo. La povertà produce costi pubblici e noi scegliamo di contrastare le povertà”. Prosegue sul tema del consumo del suolo: “Il consumo di solo è una delle più grandi emergenze del paese, abbiamo tanti appartamenti sfitti e la soluzione che viene proposta ogni volta è quella di continuare a costruire. Serve invece particolare attenzione al tema della transizione ecologica, un processo che, comunque, va governato. Serve sostenibilità economica dell’energia, così come occorre attenzione al tema, collegato, dei trasporti, mentre in Italia si investe solo sulle infrastrutture stradali”.

Per Tommaso Fiazza (Lega) “tra i problemi di questo Bilancio c’è che ha poca attenzione per i giovani. Bisogna fare di più, anche partendo da un confronto in commissione. Mi fa piacere che ci sia stata condivisione con la maggioranza su alcune nostre proposte come il rifinanziamento della legge regionale a sostegno dei birrifici artigianali e per gli interventi per la messa in sicurezza del fiume Enza”.

Il dibattito: gli altri consiglieri

“Nella filiera agroalimentare ci sono evidenti squilibri nelle condizioni contrattuali, anche con incertezze nei pagamenti: l’Ue ha approvato un provvedimento sulle pratiche sleali in questo settore ed è importante che la giunta regionale sostenga questa iniziativa anche proponendo migliorie al testo, per rendere, prima di tutto, più efficaci i controlli. Quello dell’Unione europea non è un atto contro la grande distribuzione, ma una forma di sostegno per le imprese che operano correttamente”, ha spiegato Ludovico Albasi (Pd).

“La maggioranza – ha rimarcato Francesco Sassone (FdI) – sembra essere più attenta al bilancio nazionale che al bilancio regionale, ma qui non siamo a Roma ed è meglio occuparsi degli squilibri che caratterizzano il documento dell’Emilia-Romagna. Questa manovra è la coda di quella dello scorso anno che fu lacrime e sangue, con l’aumento di tasse e imposte. Insomma nessuna novità e l’Assemblea somiglia a un passacarte dell’esecutivo de Pascale”.

Per Elena Carletti (Pd) “al contrario di quello che dice la minoranza, la Regione Emilia-Romagna è particolarmente attenta al tema della cultura. Ieri a due passi dall’Aula è stato presentato un cortometraggio della Film Commission che attualmente è nella short list dei cortometraggi candidati alle nomination del prossimo anno. Si tratta del primo cortometraggio italiano di animazione a raggiungere questo traguardo: questo esempio ci fa comprendere quale sia l’impegno sul tema della Regione Emilia-Romagna. Cultura vuole anche dire economia. Il consumo di cultura è in crescita e gli occupati nel settore sono arrivati a 103mila”.

Alessandro Aragona (FdI) ha sottolineato: “Con questo tipo di maggioranza divisa su tutto, ci troviamo a commentare l’inadempienza di una giunta ferma. La maggioranza non ha una direzione coesa da prendere. L’unico vero dato di questa manovra è l’arrivo del governo a mettere soldi sulla sanità, togliendo anche questo alibi. Abbiamo bilanci disastrosi delle Ausl e questo non si avvicina a un modello di visione e di sviluppo per questa regione. Siamo quasi alla farsa economica quando parliamo di legge di bilancio in Emilia-Romagna”.

Ludovica Carla Ferrari (Pd) ha spiegato che “questa è una manovra espansiva che vuole investire su sanità e non autosufficienza, scuola, investimenti pubblici per mantenere quello sviluppo sociale ed economico che fanno di questa regione una comunità forte e coesa. Investiamo sul trasporto pubblico, investiamo per aumentare i posti gratuiti nei nidi. Se vogliamo guardare al futuro dobbiamo sostenere la genitorialità ed è importante l’investimento strutturale di 200 milioni di euro per il diritto alla salute”.

Per Luca Sabattini (Pd) “il governo sta negando la difficoltà oggettiva del nostro Paese, sempre più indebitato. Quando si sceglie di impegnare una gran parte di risorse su investimenti inutili senza risolvere la maggior parte dei problemi del Paese, non è la direzione giusta. In Emilia-Romagna col nostro bilancio abbiamo scelto di destinare risorse a partire dalla sanità pubblica, all’istruzione, alle situazioni fragili, alla mobilità. Stiamo facendo un servizio alle istituzioni che rappresentiamo e alla democrazia: il nostro bilancio va in questa direzione”.

Ferdinando Pulitanò (FdI) ha rimarcato: “L’Emilia-Romagna ha un problema di metodo, di ipocrisia, di doppio standard morale: prima legifera e poi non mette le risorse per sostenere le scelte politiche. Si parla tanto di sicurezza, di presidio del territorio, ma le risorse sulla polizia locale sono minime e non è previsto alcun rafforzamento stabile. Questa è insicurezza istituzionale. La sanità è il capitolo più pesante della Regione: il governo nazionale ha fatto un passo in avanti nello stanziamento di risorse e, nonostante questo, le aziende sanitarie sono sempre più in rosso, le liste di attesa sempre più lunghe e i pronto soccorso sempre sotto pressione. Qualcuno della maggioranza, qui in aula, si è lamentato dei tagli governativi ai piani della qualità dell’aria, quando l’anno scorso il governo ha stanziato 2,4 miliardi a tale scopo. E va ricordato che, in Emilia-Romagna, gli inceneritori continuano a bruciare rifiuti provenienti da fuori regione”.

Per Simona Lembi (Pd) “il punto vero è che noi abbiamo idee diverse dalla minoranza su come si possa tenere insieme un Paese. Per la minoranza l’idea è che non ci possa essere dialogo fra istituzioni e che non si possano avanzare critiche se rivolte al governo. Per noi, a prevalere deve essere il dialogo fra le parti. Per tenere insieme un paese si deve investire su sanità, casa, istruzione. La nostra proposta di odg è che si sostenga l’attività dei nostri consultori e che venga difesa l’interruzione volontaria di gravidanza”.

Luca Pestelli (FdI) ha illustrato alcuni degli ordini del giorno ed emendamenti che ha presentato al documento di Bilancio, a partire “dalla gestione del traffico aeroportuale in regione e alla candidatura della città di Forlì, insieme con Cesena, a Capitale della cultura 2028”. Altri riguardano l’integrazione del sistema sociosanitario per favorire, ad esempio, la farmacia dei servizi. Proposte anche per il contrasto dell’abbandono sportivo e il sostegno a sport inclusivi. Un altro odg chiede di vincolare l’erogazione dei premi ai direttori generali delle Ausl tenendo conto della situazione finanziaria delle aziende”. Sul tema del deficit in sanità Pestelli attacca: “La Giunta istituzionalizza il disavanzo, lo integra nel bilancio, ma questa è una sconfitta della politica e non è questa l’Emilia-Romagna in cui crediamo noi. La giunta ha rivendicato lo stanziamento del fondo strutturale di 200 milioni in favore delle Ausl, ma queste risorse non serviranno a ridurre le liste d’attesa o a garantire l’integrazione del sistema, ma solo a coprire le inefficienze amministrative nel merito delle quali non si vuole entrare”.

Per Giancarlo Tagliaferri (FdI) “il bilancio non è solo una somma di capitoli e cifre ma deve determinare le priorità della Regione. Dobbiamo chiederci se le risorse sono destinate per interventi strutturali o se ci muoviamo solo dopo che i problemi si sono già manifestati. Penso ad esempio alla sicurezza del suolo. Da tempo c’è una importante concentrazione di risorse per i grandi corsi d’acqua mentre su corsi minori sono ridotte ai margini. In provincia di Piacenza le conseguenze sono evidenti. La sicurezza del territorio ha anche valenza economica. È politicamente sbagliato separare le politiche di sviluppo del territorio da quelle di sicurezza. Permangono problemi anche per le aree interne dove mancano servizi stabili e un contrasto deciso allo spopolamento. Questo bilancio non dà risposte adeguate a problemi complessi”.

Per Valentina Ancarani (Pd) “questo Bilancio è un segno della nostra capacità di essere responsabili e lo siamo a partire dalla tutela della sanità pubblica, che non è mai stata messa in discussione neanche durante la pandemia. Purtroppo a livello nazionale il sottofinanziamento del fondo sanitario nazionale è diventato strutturale, ma la Regione Emilia-Romagna sceglie di puntare sempre più sulla salute, così come sul welfare, perché l’obiettivo resta quello di rafforzare le risorse dedicate. Penso che il governo nazionale dovrebbe fare la stessa cosa. Con questo Bilancio continueremo a lavorare affinché l’Emilia-Romagna continui a puntare sui diritti dei cittadini”.

“Siamo abituati – ha sottolineato Valentina Castaldini (FI) – alla narrativa di un’Emilia-Romagna prima della classe, ma il dato economico non è migliore che altrove. Serve quindi comprendere quello che vogliamo fare per ritornare competitivi, investendo su due fattori fondamentali: sull’educazione, mettendo assieme tutti gli attori coinvolti, e sulla tutela del sistema economico, che deve essere adeguatamente rappresentato come accadeva in passato. Serve quindi un bilancio di visione e di coraggio, bisogna efficientare la spesa, a partire da quella sanitaria. Occorrono riforme e si può fare di più anche sul tema dell’energia, collegato a quello dell’ambiente, così come su quello della casa”.

Giovanni Gordini (Civici) ricorda in aula l’emendamento presentato alla Nadefr sul tema sanitario. “L’obiettivo, condiviso anche con l’assessore alle Politiche per la salute – spiega – è quello di legare insieme, attraverso i principali attori che sono i medici di medicina generale, ciò che avviene sul territorio, all’interno della rete e della relazione con il paziente e anche insieme alle strutture ospedaliere. C’è il tema delle liste di attesa: sul punto è necessario anche un investimento del privato che possa fornire prestazioni in modo da portare a una riduzione dei tempi”. Gordini evidenzia anche “l’incremento notevole dei non autosufficienti cui andremo incontro e che oggi ci impone di rivedere la nostra rete di servizi”. “La nostra rete di posti letto per pazienti acuti è una fra le reti più sviluppate e anche più efficaci all’interno del panorama nazionale – conclude -. Quello che oggi sta già avvenendo e deve avvenire ancora con maggior forza è il collegamento tra territorio e ospedale per garantire continuità nella presa in carico e nel lavoro d’equipe”.

Paolo Trande (Avs) ricorda come “durante il dibattito svariati consiglieri abbiano definito questa come la prima vera legge di bilancio. Quella di marzo era una legge di emergenza, cui siamo arrivati con la necessità di dare una risposta al fabbisogno, soprattutto sanitario. Abbiamo chiesto un sacrificio ai cittadini che è stato finalizzato alla sanità, alla non autosufficienza, alla difesa del territorio, anticipando così il cuore di questa prima vera manovra”. “Una manovra che mette insieme crescita ed equità sociale – prosegue -, in un contesto nazionale che vede il Paese fermo, con salari in regressione e lavoro povero in aumento”. “Di fronte a questa situazione nazionale, la Regione Emilia-Romagna vara un piano casa da 300 milioni, sulla spesa sanitaria continua a metterci le proprie risorse, rimpingua in maniera consistente il fondo per la non autosufficienza, portandolo a 620 milioni nel 2027”, conclude Trande.

“Oggi discutiamo su documenti – spiega Annalisa Arletti (Fratelli d’Italia) – che sono il frutto di scelte politiche, perché ci dicono come sarà la nostra regione nei prossimi anni. Dalla maggioranza si cerca di lanciare la palla in tribuna attaccando il governo nazionale, una narrazione che non funziona più, in Emilia-Romagna. In realtà, si rinviano i problemi strutturali, con gli aumenti di tasse e imposte si blocca la crescita, la sanità regionale funziona stabilmente in perdita, non c’è una strategia di rientro, serve invece un sistema integrato con i territori, come reclamato dal governo Meloni. Anche sul tema della sicurezza si potrebbe fare di più. Inoltre, quando si parla di sostegno alle imprese rileviamo che mancano interventi selettivi”.

Marco Mastacchi (Rete civica) illustra gli ordini del giorno presentati: “Nei tre ordini del giorno presentati chiedo, nel primo, un sostegno ai piccoli agricoltori in montagna; nel secondo, sollecito l’appoggio al commissario per la diga di Vetto sul tema della laminazione, quindi sulle piene collegate ad eventi atmosferici; nel terzo, propongo la possibilità di delocalizzazione al di fuori del proprio comune, nelle aree limitrofe”.

Daniele Valbonesi (Pd) ha illustrato l’ordine del giorno della collega Anna Fornili il cui oggetto riguarda la valorizzazione della montagna, e il proprio, firmato da tutta la maggioranza, che chiede di fare un passo indietro rispetto a quanto stabilito dal decreto legge Calderoli sulla riperimetrazione dei comuni montani. “Per noi – ha evidenziato il consigliere – è un declassamento perché avvantaggia i territori alpini e svantaggia quelli appenninici che in Emilia-Romagna passerebbero da 121 a 71 con gravi conseguenze per i territori fragili. Ho presentato anche un emendamento per chiedere di rimpinguare il fondo per le borse di studio e il diritto allo studio”.

Alberto Ferrero (FdI) ha posto attenzione sulle situazioni di Traversara e Boncellino (provincia di Ravenna) dove persistono, ha spiegato, “emergenze ventennali da risolvere alle quali erano state destinate risorse per riqualificare tratti del fiume Lamone, poi spostate ad un’altra provincia. Il Lamone non è un corso d’acqua naturale ma è un’opera idraulica e come tale deve essere costantemente pulito. Certi disastri non dipendono solo dai cambiamenti climatici, sono frutto di malagestione. Per questo ho preparato un odg che riguarda Traversara e chiede il ripristino, atteso da vent’anni, della passerella che congiunge la frazione con l’altra sponda del Lamone”.

Evidenziando l’intenso lavoro per la costruzione del bilancio, Fabrizio Castellari (Pd) ha commentato: “Siamo una delle regioni più forti per la tenuta economica e sociale, abbiamo a cuore l’attenzione per i più deboli, ma dobbiamo necessariamente fare riferimento anche alle politiche di bilancio nazionale. Per questo siamo critici verso la manovra del governo. Una manovra nazionale piccola e fortemente al ribasso per un Paese che deve guardare oltre al Pnrr. Con il nostro bilancio, a partire dalla sanità e l’attenzione ai territori abbiamo scelto da che parte stare per non lasciare indietro nessuno. Per questo chiediamo allo Stato di fare altrettanto”.

Francesca Lucchi (Pd) ha annunciato un ordine del giorno sul trasporto pubblico “che oggi non è adeguatamente finanziato a livello nazionale”. “Gli enti locali devono scegliere se tagliare i servizi o aumentare le tariffe. Noi – ha detto – non ci stiamo: abbiamo aumentato le risorse, consapevoli del fatto che questa è una battaglia di dignità e giustizia. Con questo ordine del giorno poniamo l’accento sul problema e chiediamo alla giunta di farsi portavoce della questione in sede di Conferenza Stato-Regioni”.

Nel suo ordine del giorno, Niccolò Bosi (Pd) ha posto il tema della mobilità e della realizzazione di una ciclovia lungo l’asse della via Emilia. “Una ciclovia che colleghi le città storiche e che abbia una valenza anche per la mobilità dolce. Chiediamo – ha spiegato – dunque di promuoverne la progettazione e di prevedere premialità nei bandi per le amministrazioni che decidano di realizzare tratti di ciclovia sul proprio territorio”.