“Domenica 25 maggio i quotidiani ravennati hanno pubblicato, benché in giornata elettorale, l’infausta notizia che durante la notte era stato imbrattato, in via dei Poggi, un maxi manifesto del candidato sindaco di centrosinistra Barattoni, regolarmente affisso, coprendone il volto con le parole “devi morire” connesse ad un’ingiuria volgare. Doverosi lo sdegno generale e l’auspicio che i responsabili fossero scoperti e puniti.

Eppure nessuno è sembrato accorgersi, dal 25 aprile, anniversario della Liberazione d’Italia, a tutto ieri,  Festa della Repubblica, che una serie di pali della luce posti sullo stradello che costeggia il centro Bosco Baronio fino al bagno pubblico, in parallelo con via Fiume Abbandonato, sono stati totalmente imbrattati con scritte indegne, che contraddicono alla radice i valori della democrazia e dell’unità del popolo italiano rappresentati da queste date simboliche. Addirittura aberrante lo slogan, esso stesso scritto su palo, a cui è stato intestato questo genere di operazioni squadristiche: “1945/2025 ORA E SEMPRE RESISTENZA”.

Principale aggredita è la persona a capo del governo italiano, che deve smetterla “di ingannare gli italiani”  (offesi pure “gli italioti” che la votano) e tornare “nella fogna”, benché nata 34 anni prima che finisse il fascismo. Molto peggio per il presidente del Senato della Repubblica “nata dalla Resistenza”, diffamato quale “mafioso”, “fascista” e “pedofilo”, e per il capogruppo dei deputati di FDI, ugualmente diffamato con queste due ultime ingiurie, per di più anche come  “stupratore di bambini”.

A prescindere dal diritto delle persone lese a far valere, sul piano giudiziario, le loro ragioni, resta il fatto che, su terreni e beni ad uso pubblico di proprietà del Comune di Ravenna, deturpati e imbrattati, a quanto pare, da 39 giorni, con violazione dell’art. 639 del Codice penale, nessuno dell’Amministrazione, avendo quanto meno compiti di vigilanza, sia intervenuto per segnalare e/o per rimuovere tante indecenze. Di ciò chiedo ragione al sindaco.

Considerato inoltre che la suddetta norma penale, se applicata con sentenza di condanna, può comportare l’obbligo di ripristino e di ripulitura dei beni deturpati o comunque di sostenerne le spese o, in fin dei conti, la prestazione di attività a favore  della collettività, chiedo al sindaco se, compiute eventuali indagini preliminari ad opera della Polizia Locale, l’Amministrazione intende presentare apposita denuncia penale.”