Anthony Majanlahti from Rome, Italy, CC BY 2.0, via wikimedia

“Venerdì 6 e sabato 7 giugno a Punta Marina è in svolgimento il Tricolore Air Show. Sappiamo che sarà uno show a cui parteciperanno moltissimi spettatori, ma questo non ci esime dall’esprimere preoccupazioni e perplessità.

Nel momento storico più drammatico dopo la seconda guerra mondiale in cui il mondo è percorso da 56 guerre, un genocidio, un colossale progetto di corsa al riarmo europeo e non solo preludio di una guerra mondiale e nucleare, ci domandiamo che senso ha ospitare uno show di ostentazione di potenza militare finanziato oltretutto con 40 mila euro di denaro pubblico.

Nel comunicato stampa si legge che il grande evento è nato nel 2016 per celebrare il 70° anniversario della Repubblica Italiana. Ma la Repubblica Italiana è nata il 2 giugno 1946 con il referendum istituzionale che ha sancito il passaggio dalla monarchia alla repubblica a seguito della fine della seconda guerra mondiale. Non si celebra la fine di una guerra creando le condizioni economiche e preparando la società a nuove guerre.

La Repubblica che si intende celebrare ha nella sua Costituzione l’articolo 11 che stabilisce che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Si tratta quindi di una manifestazione quanto meno inopportuna e fuori contesto, di uno spettacolo superfluo, utile solo a veicolare alcuni messaggi molto chiari: la guerra è una parte inevitabile e accettabile delle nostre vite e della quotidianità e per questo le spese militari non si discutono anzi, si celebrano.

E anche se non ci fosse alcuna guerra in corso, c’è in corso un cambiamento climatico, di cui il nostro territorio è drammaticamente testimone, a ricordarci che non ci possiamo permettere nuvole verdi bianche e rosse di fumo chimico in atmosfera, né emissioni cumulative di carburante necessarie per le prove prima e lo show poi.

È fascinazione per la guerra.
È uno spreco di denaro e di risorse.
È una scarica di inquinamento.
È un esposizione a rischi e pericoli, talvolta con esiti mortali, per le persone.

Chiediamo quindi al Comune di Ravenna di fare concrete e coerenti scelte politiche di pace e nonviolenza basate su disarmo, prevenzione dei conflitti, cooperazione internazionale, un’economia sostenibile di giustizia e eguaglianza.”

Casa delle Donne di Ravenna