Una serie di casse di espansione, aree di laminazione e aree a tracimazione controllata lungo i bacini di Lamone e Marzeno, tra i più colpiti dagli eventi alluvionali degli ultimi due anni. Interventi strutturali a protezione, in particolare, di Faenza: a monte, nel cuore e a valle della città.

Opere necessarie, da realizzare nei tempi più rapidi possibile secondo le norme attuali, che sono state illustrate dal presidente della Regione, Michele de Pascale, durante l’incontro, oggi pomeriggio, con una delegazione dei comitati dei cittadini alluvionati di Faenza, a cui hanno partecipato anche la sottosegretaria alla Presidenza con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini, il commissario straordinario alla ricostruzione, Fabrizio Curcio, e il sindaco di Faenza, Massimo Isola.

Gli interventi previsti sono al momento quattro: due casse di espansione a monte della città, rispettivamente lungo il Lamone e il Marzeno, un’area di laminazione a protezione del centro di Faenza e un ultimo intervento a Reda, dopo il passaggio del fiume in città.

I comitati hanno consegnato circa 20mila firme raccolte in questi mesi, su iniziativa in particolare del comitato ‘Borgo Alluvionato’, per chiedere la realizzazione di opere di messa in sicurezza in particolare proprio del bacino del Lamone, pesantemente colpito dall’alluvione del 2023 e oggetto di esondazioni e danneggiamenti anche nelle successive ondate di maltempo.

“Per un’istituzione come la Regione è una responsabilità doverosa ascoltare la voce dei cittadini che, con tono assolutamente civile, si rivolgono a noi per chiedere rassicurazioni dopo tanta paura e tanti danni- ha sottolineato de Pascale-. A loro abbiamo voluto rappresentare il nostro lavoro di questi mesi e dei mesi che verranno: sul Lamone abbiamo in cantiere interventi importanti, a cui vogliamo dare gambe già nei prossimi mesi, facendo tutto quello che si può fare per anticipare le risorse che sono previste nel nuovo decreto e sperando di aprire i cantieri già il prossimo anno. Il nostro obiettivo- ha proseguito il presidente- è mettere in sicurezza tutto il bacino del Lamone e assumerci la responsabilità di realizzare queste opere, pur sapendo che ci saranno polemiche. Ma fare casse di espansione e aree a tracimazione controllata è essenziale per la sicurezza dei territori, soprattutto su quest’area, che è quella che ci ha dato più problemi in questi anni. Siamo pronti a passare alla fase operativa”, ha concluso de Pascale.

La risposta dei comitati:

“Da oltre 1 anno e mezzo stiamo aspettando il cosiddetto Piano Speciale, proclamato ai sette venti dall’assessore Priolo e dal generale Figliuolo per la cui redazione erano state scomodate ben tre Università, l’Agenzia di Protezione Civile, il Servizio Difesa del Suolo della Regione, i Consorzi di Bonifica, etc… Insomma il meglio delle competenze che si potevano mettere in campo.
La presentazione di questo Piano è stata posticipata più volte, poi trasformato in un Piano Stralcio Preliminare provvisorio, poi in un Preliminare definitivo e poi è stato annunciato che il nuovo Commissario Straordinario NON aveva i poteri perapprovarlo.

Una beffa per tutti: irriguardosa, crudele, scellerata!
Qualche giorno fa è stato annunciato che ci sono stati malintesi, che il piano verrà tramutato nel Piano di Bacino (PAI per l’esattezza) che forse vedrà la luce, o meglio verrà adottato, fine 2025.
Le giustificazioni che sono state raccontate in questi mesi non ci soddisfano: prima la mancanza di fondi, poi la mancanza di supporto legittimo, poi la necessità di rivedere le modellazioni idrauliche, poi ricalcolare le nuove portate di progetto, ….
Chi si occupa di pianificazione sa bene che un piano NON ha bisogno di finanziamenti: nessun Piano di Bacino, Piano Regolatore, Piano del Commercio, Piano di Tutela delle Acque, Piano Paesistico, Piano Attività Estrattive, Piano di Protezione Civile, etc. ……….. è collegato ad un bilancio.

E’ il programma che stabilisce il finanziamento, non il Piano.
Per il bacino del Lamone e del Marzeno un progetto, di massima, esiste già: redatto nel 2010 dalla Regione stessa con la consulenza dell’autorevole esperto prof. Armando Brath.
Perché ad oggi se non si interviene interi quartieri sono a rischio. E non è giusto che i cittadini residenti paghino per colpe non proprie in tutti i modi possibili. Paghino in salute, perché alluvioni multiple mettono in crisi la tenuta nervosa di chiunque. Paghino economicamente con mancati risarcimenti promessi al 100% che si sono rivelati complicati e poco accessibili. E continuino a pagare anche domani con svalutazioni pesanti dei propri immobili.

Inoltre il bacino del Lamone comprende un importante comprensorio artigianale, industriale, agricolo e cooperativo, evitiamo per favore che si paghi anche a livello sociale con un aumento di disoccupazione, causata del fatto che le imprese in caso di perdurante insicurezza potrebbero iniziare a delocalizzare.
Tutto questo non lo possiamo consentire, né possiamo accettare una pianificazione decennale a fronte di fenomeni sempre più intensi e frequenti con tempi di ritorno molto ravvicinati. Chiediamo alla Regione di tramutare subito queste esigenze in risposte e fatti concreti, ricordando per cosa i cittadini hanno firmato:

• le casse di espansione: per mitigare le piene che scendono a valle;
• le aree allagabili: da attivare subito, in caso di necessità, per allagare aree agricole indennizzate, al posto, di quartieri e paesi densamente abitati, come
già accaduto;
• il monitoraggio e la manutenzione ordinaria e straordinaria: intervenendo
tempestivamente laddove si ravvisano situazioni di potenziale pericolo come le erosioni spondali, le cavità fluviali, il legname accatastato, i dislivelli arginali (definiti anche “corde molli”) e quant’altro possa arrecare danno alle persone o alle cose.

Dagli incontri arrivano rassicurazioni ma dopo 2 anni, è arrivato davvero il momento di “cambiare passo”, non solo di annunciarlo, prima che sia tardi.
Questo lo chiedono direttamente 20.000 persone che hanno firmato fisicamente venendo ai banchetti o recandosi nei punti di raccolta firme e siamo certi che, se correttamente informate, potrebbero essere molte di più.”