“Per il Sindaco di Cesena, nonchè presidente della CTSS della Romagna Lattuca, passando per la consigliera regionale del PD Ancarani per finire con il presidente di Anpas Emilia-Romagna sembra che la sostituzione di 4 ambulanze a gestione Ausl con presenza di infermiere a favore di 4 ambulanze a gestione delle associazioni di volontariato con un soccorritore al posto di un infermiere sia una cosa naturale, una ordinaria amministrazione per la quale ogni critica viene vissuta come “lesa maestà”.
La UIL, diversamente, è convinta che non si tutelano lavoro e diritti dei cittadini facendo da notai a scelte unilaterali sulle quali mai è stato fatto alcun confronto, né con le categorie che rappresentano i dipendenti né con le confederazioni sindacali che rappresentano i cittadini.
Evidenziamo come una simile alzata di scudi nei confronti del sindacato rappresenti un vero rischio alla libertà di dibattito nella nostra terra.
Se qualcuno pensa di avvallare e assumere scelte organizzative importanti senza che il sindacato eserciti le proprie prerogative ha però sbagliato i conti.
- La UIL non ha mai sostenuto che l’attività del volontariato sia dequalificante ma ribadisce con forza e fermezza che è una attività ben diversa da quella svolta da un professionista. Il volontariato è quindi un bene prezioso che deve integrare i servizi pubblici, non sostituirli. La cosa che stupisce è dover ribadire una tale ovvietà.
Da sempre in Romagna convivono in modo proficuo e rispettoso collaborazioni tra volontariato e mondo del lavoro, pensare ad un volontariato “sostitutivo” rischia di creare grandi tensioni che non farebbero di certo bene alle nostre comunità.
- Siamo oggettivamente di fronte all’esternalizzazione di un servizio che da giugno uscirà dall’orbita del pubblico per andare verso il privato.
Che piaccia o meno è un dato di fatto e certamente stonano non poco le dichiarazioni di chi a parole difende la sanità pubblica per poi accordarsi senza problemi ai tagli che vengo fatti sotto casa.
- Nel merito, il progetto parte da un’analisi per cui in Romagna il servizio in oggetto ad oggi darebbe una copertura territoriale circa tre volte superiore a quanto richiesto dalle normative nazionali.
A questo punto è lecito se non doveroso domandarsi quale sia l’obbiettivo finale.
Ribadiamo che non possono funzionare relazioni sindacali nella quale si chiede al sindacato di prendere atto o poco più di scelte già decise.
Come UIL siamo convinti e rivendichiamo con forza un metodo di lavoro caratterizzato da un confronto, rispettoso e profondo.
L’azienda e la politica, fermino tutto e ripartano da queste premesse.”
UIL Ravenna, Forlì, Cesena, Rimini


























































