Rivedere l’iter autorizzativo del gasdotto ‘Rete Adriatica’ che da Massafra, in provincia di Taranto, dovrebbe raggiungere il comune bolognese di Minerbio dopo un tragitto di oltre 600 chilometri.

A sollecitare un nuovo procedimento di Via (Valutazione di impatto ambientale) “in considerazione dell’odierna situazione ambientale e paesaggistica e degli scenari energetici radicalmente mutati nel corso degli ultimi anni” è la capogruppo di Europa Verde Silvia Zamboni, la quale auspica uno specifico confronto in Conferenza stato-regioni con un atto ispettivo trattato nell’odierna sessione di lavoro della commissione Territorio, ambiente e mobilità presieduta da Nadia Rossi.

Per Zamboni il confronto tra governo e tutte le regioni interessate dall’infrastruttura dovrebbe essere finalizzato a “ottenere l’avvio di un nuovo procedimento di Via che sia in grado di rivalutare l’opera nella sua interezza anziché in tronconi separati e, soprattutto, tenendo conto della odierna situazione ambientale e paesaggistica e di una marcata riduzione del fabbisogno, come ammesso dallo stesso proponente del progetto”.

La capogruppo, ritornando sulla valutazione espressa nel 2005, specifica che il progetto “fu suddiviso in 5 tronconi funzionali ragion per cui furono richieste 5 diverse Via. Poche settimane fa il Gruppo d’intervento giuridico (GrIG), associazione che si occupa di aspetti legali delle criticità ambientali, ha inviato una istanza al ministero dell’Ambiente e della Cultura per sollecitare un provvedimento che dichiari la perdita di efficacia dei decreti autorizzativi rilasciati oltre 12 anni fa anche in ragione delle caratteristiche pesantemente impattanti dell’opera e di come l’accelerazione del riscaldamento globale imponga la riduzione nel consumo di combustibili fossili”.

In fase di risposta, il sottosegretario alla presidenza di giunta Davide Baruffi ha chiarito innanzitutto che “la risposta sarà forzatamente interlocutoria, perchè la questione sollevata non è di facile soluzione”. Ricordando come il processo autorizzativo è iniziato nel 2005 per concludersi nel 2008, Baruffi ha sottolineato come l’obbligo legislativo del termine validità della Via sia subentrato solo successivamente. “Nonostante il quadro giuridico molto complesso e che si presta ad interpretazioni, la Regione Emilia-Romagna condivide il principio di massima precauzione ambientale che però deve armonizzarsi con le certezza del diritto e per questo si attiverà anche in Conferenza Stato-Regioni per capire quali iniziative intraprendere considerando anche il calo dei consumi registrato e gli obiettivi fissati dalla transizione energetica”.

Nella sua replica finale Silvia Zamboni si è dichiarata soddisfatta delle risposte ottenute. “Sono particolarmente soddisfatta -ha concluso la capogruppo- per l’attivazione della giunta in Conferenza Stato-Regioni riconoscendo la fondatezza della richiesta avanzata e per il calo, reale e previsto, nel consumo di carburanti fossili a testimonianza di un contesto generale profondamente mutato”.