No, no, no. Alla proposta, sempre che di questo si tratti, proferita dalla Madrina del Ravenna Festival, Cristina Mazzavillani Muti, di portare le spoglie di Dante Alighieri in pellegrinaggio a Firenze, l’unica risposta che si può dare é un no. Di quelli sonori. Di quelli gridati a gran voce.
Non c’è bisogno di conoscere nel dettaglio la travagliata storia di cui, nei secoli, sono stati protagonisti i resti del Sommo Poeta, a partire dagli anni successivi alla sua morte fino alle seconda guerra mondiale.
Non c’è bisogno di ricordare che Dante é morto da esule a Ravenna proprio perché la sua città natale, Firenze, lo aveva cacciato.
Non c’è bisogno di sapere che secoli fa pure anche un Papa ci aveva provato, ma furono gli stessi custodi della tomba, i monaci francescani, a raggirare l’ordine papale, garantendo a Ravenna di di poter conservare ancora quei resti preziosi.
Basta davvero poco per capire che é una roba che non sta né in cielo né in terra!
La nostra città racchiude in se un tesoro prezioso: le ossa del poeta più famoso al mondo, riconosciuto universalmente come il
padre della lingua italiana.
I riferimenti alle bellezze del nostro territorio all’interno della sua “Commedia” sono innumerevoli, a testimonianza che Dante amava la nostra città, che ha accolto lui ed i suoi figli.
Ora spiegatemi perché dovremmo sballottare nuovamente i suoi resti. Saremo tra le 3 città protagoniste (o almeno dovremmo esserlo) nel 2021 dei festeggiamenti per i 700 anni dalla morte. Perché dovremmo privarci dei turisti che si recheranno a Ravenna per visitare i luoghi di Dante e regalarlo, anche solo per pochi giorni, a Firenze alla quale i turisti di certo non mancano.
Perché dovremmo esaudire la richiesta secolare dei fiorentini?
Non ci basta di aver partorito un logo per le celebrazioni a dir poco inadatto (ed era il meno peggio dei 3 finalisti) come risultato di un bando che ci ha fatto ridere dietro da tutta Italia?!
E ancora, nella malaugurata ipotesi che questa proposta si realizzi, chi pagherà gli ingenti costi di trasporto, assicurazione ecc.?
Dovranno essere i cittadini Ravennati a pagare di tasca propria per esaudire i desideri fiorentini e precludere alla nostra città l’ennesima occasione di rilancio turistico?
Insomma, se a ciascuno va riconosciuta la possibilità di dire la propria e di fare proposte, é pur vero che un Sindaco avveduto dovrebbe essere in grado di discernere ciò che é accettabile da ciò che non lo é senza buttarsi a capofitto a “verificare gli aspetti legali” per soddisfare la boutade di chicchessia, solo perché é un personaggio più o meno noto.