“Sempre più numerose sono  le famiglie che scelgono la cremazione per i propri cari e anche per questa ragione a volte i tempi di attesa dilatano sensibilmente. Sono stati dimostrati i vantaggi tra cremazione e sepoltura con costi inferiori per quest’ultima e maggiore facilità nella collocazione delle urne all’intero del loculo, a fianco del cofano di un familiare o disperse in natura.

Alcuni aspetti, tuttavia, vanno migliorati proprio alla luce di una maggiore presenza di famiglie che fanno ricorso a questo servizio e si trovano a non avere, ad esempio, un’adeguata sala del commiato a disposizione per la commemorazione dei propri defunti. Inoltre si continua a definire malamente questi impianti come “forni crematori”, definizione orrenda che riporta, purtroppo, a uno dei periodi della peggior storia.

Andrebbe, infatti, eliminato completamente questo sostantivo così come hanno fatto le amministrazioni in molte  parti d’Italia con parole meno impattanti come, ad esempio ‘tempio crematorio’ utilizzate in Piemonte, in Lombardia, in Siclia, in Toscana ecc. Non si tratta solo di semantica lessicale ma di un più appropriato uso delle parole nel rispetto dei defunti e delle loro famiglie.”

Gianfranco Spadoni

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