«Abbiamo appreso dalla stampa le dichiarazioni di Confcommercio e Confesercenti, che tacciano il PUMS di anacronismo, “fuori tempo e fuori luogo”. Certo, i dati non sono aggiornati (lo abbiamo notato anche noi di Fiab), e difatti la crisi climatica ed ecologica si è terribilmente e velocemente aggravata. Il PUMS lungi dall’essere “eccessivo”, è a nostro parere fin troppo moderato. Abbiamo già denunciato che Faenza non ha minimamente rispettato gli obiettivi del PAIR al 2020: riduzione del traffico, ampliamento della zona pedonale al 20% e ampliamento della ZTL al 100% del centro storico. Sembra che neppure al 2030 riusciremo a rispettarli, (non ci proveremo neppure).»
Non potevano che essere agli antipodi i giudizi di Confcommercio, Confesercenti e Fiab sul piano della mobilità sostenibile che detterà l’agenda fino al 2030 per le politiche riguardanti il centro urbano di Faenza. Dopo che Confcommercio e Confesercenti avevano criticato le scelte del Pums (la principale critica è rivolta alla decisione di non investire su nuovi parcheggi, ma sui mezzi pubblici), la federazione degli “amici della bicicletta” risponde ai rappresentanti degli esercenti:
“Il PUMS punta ad ottenere entro il 2030 solo il 15% di zona (quasi) pedonale (che comprende anche una zona aperta al traffico di residenti e carico scarico). Davvero poco. Per quanto riguarda le ZTL, il PUMS prevede l’estenzione al 70% del centro storico (invece del 100%) entro il 2025. Con le nostre Osservazioni al Pums abbiamo proposto (e lotteremo per averla), la pedonalizzazione e riqualificazione di Piazza Martiri della Libertà (piazza delle Erbe). La ZTL (vigilata da telecamere) dovrebbe comprendere anche via Mazzini e via Saffi (ora escluse dal PUMS). Ribadiamo con forza la necessità di creare strade scolastiche (car free) davanti a tutte le scuole, almeno nei momenti di entrata uscita dei ragazzi” sottolinea Fiab.

“I mezzi pubblici, il Green Go Bus, vanno sicuramente riorganizzati e ampliati non di certo tagliati” evidenza Fiab “Ci sembra davvero fuori tempo e fuori luogo che le associazioni dei commercianti chiedano più posti auto, meno zone pedonali, meno bus. Faenza tutt’oggi ha un tasso di motorizzazione sopra la media nazionale (651 auto ogni 1000 abitanti compresi neonati e bambini) e la stragrande maggioranza degli spostamenti continua a farsi in auto, (il 64%), anche per pochi km.
Faenza, cittadina pianeggiante di piccole dimensioni, che si gira tutta in bici in appena 15 minuti, potrebbe fare molto di più per diventare una città europea, ciclabile, attraente e vivibile, con pochissime auto in centro.
In una situazione di degrado ambientale, di cementificazione, in un contesto pandemico globale che richiede di dare più spazio alla gente, è quanto mai ANACRONISTICO continuare a lamentarsi delle zone pedonali, è miope chiedere di aumentare i posti auto, i parcheggi, le colate di cemento. I parcheggi tra l’altro già ci sono, come dimostra il PUMS, molti sono sottoutilizzati come quelli periferici, basterebbe collegarli con un servizio capillare di navette”.
“Invitiamo le associazioni di categoria a guardarsi attorno, ovunque le città europee pedonalizzano e tagliano posti auto. Perché dunque i commercianti continuano a temere le zone pedonali? È risaputo che favoriscono la vitalità del centro e del commercio locale. Quante bici ci stanno in un posto auto? Quanta gente passeggia in un bel centro storico pedonale?
Chi abitualmente si sposta in bici preferisce acquistare in un negozio/mercato centrale, mentre gli automobilisti preferiscono il centro commerciale.
Demotorizzando la città, creando una cultura favorevole alla bici, oltre a ridurre l’inquinamento (che in città è dovuto in massima parte ai trasporti), daremo anche una mano al commercio locale e ai piccoli negozi.
Per il trasporto merci, infine, ci sembra assolutamente attuale e urgente la riorganizzazione di un trasporto merci con mezzi a pedali ed elettrici per l’ultimo miglio, e un deposito per i corrieri fuori città. È molto brutto e pericoloso continuare a far girare i camion per il trasporto merci in piazza e nei vicoli storici.
Ci auguriamo che le associazioni di categoria capiscano che cosa è anacronistico e che cosa è al passo con i tempi”.