Sono in corso le operazioni per prosciugare Punte Alberete. Si tratta di una prassi annuale dettata dall’esigenze di mantenere al meglio gli equilibri naturali della zona umida.

“Il mantenimento degli aspetti naturalistici e paesaggistici di pregio – spiegano la presidente dell’Ente Parco Delta del Po, Aida Morelli, e il direttore Massimiliano Costa – è legato a operazioni gestionali ben precise e attentamente valutate, anche in base alle caratteristiche e alla vocazione delle diverse aree”.

Punte Alberete era una palude in prossimità del fiume Lamone e ancora ne presenta le caratteristiche. Prima che fosse inalveato, il Lamone disperdeva le proprie acque invernali e primaverili in una vasta area tra Via Sant’Alberto e la Romea. Al ritirarsi estivo del fiume, si asciugavano prima le zone più elevate e più tardi (o mai fino al riapparire delle piogge autunnali) quelle più profonde (come Valle Mandriole, a nord di Punte Alberete e del Lamone).

Nelle aree più elevate, come Punte Alberete, crescono foreste di alberi igrofili, che sono amanti dell’acqua, ma che non sopravvivono ad un allagamento superiore a 8/9 mesi all’anno.

Per mantenere il pregevole bosco allagato di Punte Alberete, quindi, occorre necessariamente asciugare progressivamente l’area da giugno ad agosto, per poi allagarla di nuovo, simulando l’ingresso delle piene autunnali, un ciclo che, appunto, mantiene gli equilibri necessari alla sua conservazione.

L’Ente Parco, assieme agli altri enti interessati, monitora poi costantemente la situazione della Valle della Canna, alle prese con il problema della siccità e delle elevate temperature.