Come ogni anno, l’influenza torna puntuale per mettere ko milioni e milioni di italiani. E in questi giorni il numero dei casi è in sensibile aumento. Infatti, come riporta l’ultimo aggiornamento di RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità nella 50° settimana del 2023, l’incidenza delle sindromi simil-influenzali è pari a 15 casi per mille assistiti. Sono coinvolte tutte le fasce d’età, ma l’aumento maggiore si registra soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni, dove “l’incidenza è pari a 38 casi per mille assistiti (25,8 nella settimana precedente)”, si legge nel documento. Le infezioni sono dovute in gran parte ai virus influenzali.

Ma quali sono i ceppi virali principali, quando si raggiungerà il picco, quali sono i sintomi e quanto durano?

Come spiegano dall’Iss, durante la quinta settimana di sorveglianza virologica, “la percentuale dei campioni risultati positivi all’influenza sul totale dei campioni analizzati è pari al 22%, in deciso aumento rispetto alla settimana precedente (14%)”.Tra i virus influenzali, quelli prevalenti sono di tipo A (98,5%) rispetto ai virus di tipo B e appartengono per la maggior parte al sottotipo H1N1pdm09.

Tuttavia, non c’è da preoccuparsi: sebbene infatti l’influenza non vada sottovalutata, la situazione è sotto controllo e le tendenze sono simili a quelle delle passate stagioni influenzali. A riferirlo all’Ansa è Pierluigi Blanc, infettivologo dell’Ordine dei Medici di Firenze, secondo cui “stiamo arrivando al picco, poi il virus comincerà a declinare. Ci sono diversi ricoveri di soggetti con influenza, qualcuno con la polmonite, ma nel complesso il trend è simile all’anno scorso”.

“il Capodanno sarà l’ultima fiammata”, con i suoi brindisi fra baci e abbracci e “un effetto che si evidenzierà nella settimana successiva”. Così Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, fa il punto per l’Adnkronos Salute di queste feste natalizie che vedono tanti italiani alle prese con i virus di stagione.

“Stanchezza, senso di ‘bastonatura’, recupero lento dai disturbi respiratori della fase acuta”. Sono i sintomi della Long Flu, l’influenza che sembra non passare dopo la classica settimana di ‘passione’ e che può trascinarsi “anche per 3-4 settimane”. Un periodo in cui un altro rischio sono “sicuramente anche le complicanze batteriche”, complice “una riduzione delle difese immunitarie che caratterizza la fase post-acuta”, spiega quindi Pregliasco.

La stagione influenzale 2023 “sembra ripetere quella dell’anno scorso che ebbe un picco precoce nella prima metà di dicembre. Oggi probabilmente non siamo al picco, ma siamo già su livelli simili a quelli di fine 2022. Pertanto ci aspettiamo un picco relativamente precoce, nelle prossime settimane, con livelli forse più alti dell’anno scorso”, ha quindi spiegato il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Irccs ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma, Enrico Girardi, questa mattina a ‘Buongiorno Regione’ su Rai 3.