“A Ravenna accadono cose strane, che altrove susciterebbero immediate reazioni e scandali, mentre nella nostra città passano sotto un’assordante indifferenza. Si tratta di problematiche ben note, oggetto di numerose denunce, che tuttavia non scalfiscono l’imperturbabilità del consolidato blocco economico, politico e finanziario che da decenni governa, fingendo ad ogni tornata elettorale divisioni inesistenti”.
A dichiararlo è Marisa Iannucci, candidata a sindaco per la coalizione della sinistra ((Partito Comunista, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano, Ravenna in Comune)
“Ciò che altrove verrebbe percepito come una grave anomalia, a Ravenna assume una preoccupante normalità. Qui il potere locale è abilissimo nel minimizzare, oscurare e mettere rapidamente a tacere questioni che meriterebbero risposte chiare, proteste diffuse e richieste formali di assunzione di responsabilità”.
Iannucci segnala tre casi definiti “emblematici di questa inquietante gestione”:
·       “Il deficit economico dell’AUSL Romagna, che ammonta a decine di milioni di euro, e la vergognosa classificazione dell’Ospedale di Ravenna, collocato al novantaduesimo posto su centoventotto strutture sanitarie nazionali. Chi ha favorito, nel corso degli anni, la progressiva privatizzazione della nostra sanità pubblica?
·       Il nuovo Palazzo dello Sport, i cui costi sono passati dai 15 milioni iniziali ai 24 milioni attuali, con prospettive di ulteriori incrementi dovuti a continui ritardi e all’incertezza cronica sulla conclusione dei lavori.
·       La gestione della Piscina Comunale affidata a soggetti privati, escludendo di fatto gli Enti di Promozione sportiva e le associazioni sportive locali, imponendo inoltre al Comune un canone annuo di circa 700.000 euro”.
“È tutto normale? È tutto sotto controllo? Noi affermiamo con forza che non lo è”.