In occasione del 77° anniversario della fondazione della Repubblica, questa mattina, in piazza Nenni, si è tenuta una breve e sobria cerimonia, così come suggerito anche dalla Prefettura alla luce degli eventi alluvionali, alla quale hanno preso parte le istituzioni, i rappresentanti delle forze di polizia e delle associazioni civili, il mondo del volontariato e tanti cittadini. Una celebrazione attorno alla quale molti si sono stretti ancor di più in un momento di grande difficoltà per l’alluvione che ha colpito la città di Faenza.

Il 2 giugno del 1946 -ha sottolineato nel suo intervento il sindaco Massimo Isolavennero gettate le fondamenta della Carta costituzionale che, ponendosi in netta controtendenza rispetto al ventennio fascista, riconosceva i diritti alla libertà, all’uguaglianza e alla solidarietà; un dettato costituzionale che ha garantito alla Repubblica Italiana decenni di pace e di sviluppo e che, attraverso la stesura dell’articolo 11, pose anche le basi dell’idea di Europa quale strumento di pace. Oggi -ha continuato il primo cittadino- festeggiamo, feriti per quanto accaduto con l’alluvione, questa ricorrenza in modo insolito. In un momento in cui la città è dolorante percepiamo, ancora più forte, lo spirito della Repubblica. Viva la Costituzione, viva la Repubblica e viva l’Italia e grazie ai volontari che, arrivati da ogni angolo del Paese, ci hanno fatto sentire cosa vuol dire essere una nazione repubblicana”.

Dopo l’intervento, il sindaco Massimo Isola e il presidente del Consiglio comunale, Niccolò Bosi, hanno scoperto la lapide, realizzata su proposta del Comitato Costituzione Faenza e in accordo con il Comitato antifascista per la democrazia e la libertà apposta al lato dell’ingresso del Municipio, dedicata ai padri costituenti faentini Pietro Nenni e Benigno Zaccagnini.