Stimolare le istituzioni e gli enti locali ai principi dell’agroecologia, promuovere la creazione dei distretti biologici, incrementare il consumo di prodotti bio nelle mense scolastiche e incentivare l’utilizzo del metodo biologico nella gestione del verde urbano e più in generale negli ambiti in cui sono vigenti i Criteri Ambientali Minimi (CAM). Questi alcuni dei punti più rilevanti alla base del protocollo d’intesa tra FederBio e ANCI Emilia-Romagna, Associazione rappresentativa di tutti i comuni della Regione.

L’accordo è teso a valorizzare all’interno delle politiche locali i principi dell’agroecologia e attivare iniziative in collaborazione in campo agroalimentare in linea con le recenti normative, tra cui la legge sul biologico in vigore dal 7 aprile.

L’intesa prevede l’organizzazione di attività di formazione, informazione, promozione e sostegno finalizzate a sensibilizzare gli enti e l’imprenditoria locale verso forme di governance territoriale e incrementare la consapevolezza del valore economico, sociale e ambientale legato all’adozione del metodo biologico.

Con quasi 180 mila ettari coltivati a biologico, l’Emilia-Romagna è tra le prime regioni italiane per superficie bio, quota che è cresciuta tra il 2020 e 2019 dell’8%, anche il numero degli operatori bio emiliani romagnoli ha fatto registrare un incremento di circa l’8%. La Regione sta puntando in maniera sempre più decisa alla transizione agroecologica in linea con le strategie dell’Unione europea che prevedono di raggiungere almeno il 25% di territorio agricolo coltivato a bio entro il 2030.

“Supportare i territori che hanno avviato politiche per ridurre l’impiego della chimica di sintesi è parte integrande dell’impegno di FederBio. La firma del protocollo d’intesa con ANCI Emilia-Romagna ha l’obiettivo di sviluppare la transizione agroecologica di una regione già naturalmente vocata alla valorizzazione e promozione di principi sostenibili e a un orientamento verso l’agricoltura biologica e a Km 0 nelle politiche locali, con particolare riferimento alla gestione del verde pubblico e alla ristorazione collettiva. Un punto fondamentale dell’intesa riguarda la creazione dei Distretti Biologici, importantissimi per lo sviluppo delle zone rurali in ottica di inclusione sociale, sostenibilità ambientale e per cogliere a pieno le potenzialità espresse dalla nuova normativa nazionale sul biologico”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio.

“I Comuni – così come le imprese, l’agricoltura e le famiglie – stanno affrontando grandi cambiamenti. Le città stanno già cambiando: i territori sono impegnati nella corsa verso la neutralità carbonica, verso l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici che modificheranno drasticamente il tessuto urbano. Nuove norme europee, nazionali e regionali ci richiedono di pianificare e operare in modo diverso, nei lavori pubblici come nelle gare d’appalto, nella gestione del verde e nella rigenerazione urbana. I Criteri Ambientali Minimi Ristorazione Collettiva come i CAM Verde portano i principi dell’agroecologia e l’approccio dell’agricoltura biologica e a Km0 nelle politiche locali di tutela e gestione del verde e della ristorazione collettiva, e sono solo un esempio. E sempre ai Comuni spetta il compito di raccontare ai propri cittadini il senso e il valore dello sforzo che sono chiamati a sostenere attraverso i servizi di amministrazione pubblica. Per imparare a fare cose nuove – e a comunicarle – servono tempo, formazione ed esperienze da cui trarre stimoli. Riteniamo che tessere nuove relazioni con chi ha esperienza e competenze in campi specifici sia fondamentale per contaminare tra loro le politiche e costruire nuovi messaggi” conclude Denise Ricciardi, Direttrice ANCI Emilia-Romagna.

ANCI Emilia-Romagna (www.anci.emilia-romagna.it) è l’associazione che a livello regionale rappresenta Comuni e loro Unioni e persegue gli obiettivi dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) nell’ambito dell’Emilia-Romagna. Punto di incontro delle esperienze e delle esigenze di amministratori e strutture operative degli enti locali, la sua azione assicura il coordinamento fra le autonomie. In particolare, cura l’informazione, l’aggiornamento e l’approfondimento delle tematiche che riguardano la vita delle autonomie, attua percorsi formativi e assiste gli enti soprattutto in occasione di innovazioni organizzative rese necessarie dalle modifiche legislative e rappresenta gli associati nei confronti degli organi centrali dello Stato e nel dialogo con le strutture regionali.

FederBio (www.feder.bio) è una federazione nazionale nata nel 1992 per iniziativa di organizzazioni di tutta la filiera dell’agricoltura biologica e biodinamica, con l’obiettivo di tutelarne e favorirne lo sviluppo. FederBio socia di IFOAM e ACCREDIA, l’ente italiano per l’accreditamento degli Organismi di certificazione, è riconosciuta quale rappresentanza istituzionale di settore nell’ambito di tavoli nazionali e regionali.

Attraverso le organizzazioni associate, FederBio raggruppa la quasi totalità della rappresentanza del settore biologico, tra cui le principali realtà italiane nei settori della produzione, distribuzione, certificazione, normazione e tutela degli interessi degli operatori e dei tecnici bio.

La Federazione è strutturata in cinque sezioni tematiche e professionali: Produttori, Organismi di Certificazione, Trasformatori e Distributori, Operatori dei Servizi e Tecnici, Associazioni culturali. FederBio garantisce la rigorosità e la correttezza dei comportamenti degli associati in base al Codice Etico e verifica l’applicazione degli standard comuni.