Venerdì 22 aprile è tempo di “recuperi” per la rassegna I Sabati da Scattisparsi, curata da Ivano Mazzani. Alle 18.00 ci si trova sotto i portici della libreria Scattisparsi, nel cuore del quartiere Sant’Agata di Ravenna per recuperare l’incontro letterario con Linda Traversi (che sabato 9 aprile era stato purtroppo disturbato dal maltempo). La scrittrice torna quindi da Scattisparsi, in dialogo con Massimo Padua, e presenterà il suo nuovo romanzo “La panchina delle cose difficili” (Einaudi). Ingresso libero.

Il libro. Stella ha tredici anni e una grande passione per l’arte, ma ha anche una malformazione alla mano destra che nasconde perché è convinta che la renda diversa. In famiglia non si sente compresa e a scuola è spesso vittima di derisione e scherno. È a suo agio solo quando disegna.

Un giorno, nel parco condominiale, compare una panchina che una targa identifica come «la panchina delle cose difficili». Stella la prova, è comoda. Ci torna più volte, e accanto a lei cominciano a sedersi alcuni vicini, ognuno con le proprie particolarità: Gerry, che gira con uno stereo e ascolta solo compilation di Califano; Agatina, che prepara piatti deliziosi per una famiglia misteriosa; Emil, che si stordisce con i videogiochi pur di non interagire con il padre.

Le loro storie si intrecceranno, e presto questi nuovi amici diventeranno indispensabili per Stella, sempre più smarrita davanti alle cattiverie gratuite dei compagni di scuola e all’incomprensione degli adulti. Un romanzo delicato e profondo sulla diversità e sulla difficoltà di accettarsi e farsi accettare.

Linda Traversi è nata a Cecina, in provincia di Livorno, da padre italiano e madre americana. Laureata in Traduzione, vive a Ravenna. Ha scritto diversi racconti, che sono apparsi in antologie e riviste letterarie italiane e anglosassoni. “La panchina delle cose difficili” è il suo primo romanzo pubblicato nel catalogo Einaudi Ragazzi.

Massimo Padua è nato a Ravenna nel 1972. Tra le sue pubblicazioni, “A un passo dalla luna piena”, “L’ipotetica assenza delle ombre” (editi da Fernandel) e “Lame di pioggia”. Suoi racconti sono inclusi in varie antologie, tra le quali “Io mi ricordo” (Einaudi) e “Mosche contro vetro” (Morellini).

Sabato 23 aprile, sempre alle 18.00, arriva un altro appuntamento con la rassegna. Ed è ancora la letteratura a essere protagonista: Antonio Pilato presenta infatti la sua novella “Scienza ritegno”, un’opera che intraprende un percorso insidioso fra incubo e psicologia, fra isteria e incontri al limite del grottesco. Come sempre, la partecipazione all’incontro è libera e gratuita.

Il libro. In una città come tante altre, un individuo di nome Zacarias Carrasco è alla ricerca di risposte dopo essersi imbattuto in un misterioso libro. L’indagine sarà sempre più abbracciata dall’ombra di una strana maledizione, che forzerà la ragione del protagonista a collassare verso un abisso di disperazione. Dopo svariati viaggi, presenti e passati, strani e grotteschi, fisici e mentali, la coscienza del protagonista scoprirà pian piano una verità inimmaginabile, fatta di indicibili rivelazioni atte a oltrepassare i limiti della follia più pura.

Nella novella “Scienza ritegno” si parte da un termine semplice, per quanto non di uso comune, come la scoptofobia, ossia la fobia di essere osservati nel buio, per esser catapultati in un mondo dove coscienza e inconscio si legano al concetto di spazio-tempo dando vita ad una storia all’apparenza semplice ma dai risvolti in realtà assai complessi. Perché la trama potrebbe apparire in principio semplice? Perché il protagonista di questo racconto è una persona nella quale potremmo ritrovarci tutti noi. In Zacarias Carrasco c’è l’uomo che lavora in fabbrica, colui che ha deciso di lasciare il piccolo paesino di campagna dove si era trasferito a suo tempo con i genitori, per ritornare alla città in cui ha trascorso la sua fanciullezza. Il tutto viene condito dal trauma personale dovuto al lutto e la conseguente destabilizzazione di tutta una vita: la paura di essere osservato nel buio, di non essere mai solo nella grande casa in cui si vive.

Zacarias è l’uomo con i suoi drammi e le sue paure, ma è anche un esploratore che ritorna alle fanciullesche passioni, quelle che tutti noi abbiamo abbandonato una volta entrati nel mondo degli adulti. Il dramma si mescola a una vicenda contornata da misteriosi personaggi che sembrano muoversi sullo sfondo di una vita tranquilla e al ritrovamento di un misterioso libro dalla copertina color blu elettrico; tutto precipita ancor di più quando la perdita del lavoro e della libertà causano nel protagonista un declino della propria coscienza. Questa è una lettura complessa, ma che non manca di incuriosire, di creare domande e di inquietare, una trama all’apparenza lineare ma in realtà così complessa che bisognerà raggiungere l’ultima pagina per ottenere uno sconcertante quadro completo. L’autore torna a giocare con le sfumature della mente, tra psicosi e isteria, così come ha già fatto nel suo precedente lavoro: “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”.

L’autore. Antonio Pilato (Ravenna, 11 Marzo 1990) è psicopedagogista e scrittore. Fin da bambino si appassiona alla letteratura dell’orrore, leggendo in casa e a scuola i romanzi brevi della serie Piccoli brividi di R. L. Stine. Terminati gli studi liceali, s’iscrive all’Università di Bologna, laureandosi in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali nel 2013, e in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi nel 2015. Nel frattempo, inizia a conoscere più da vicino la prosa di Stephen King, leggendo diversi romanzi e alcune raccolte di racconti.

Dal 2016 la sua visione della letteratura si allarga ad altri autori, primi fra tutti H. P. Lovecraft e T. Ligotti, i quali influenzeranno non poco i suoi pensieri e il suo immaginario, portandolo a laurearsi una terza volta nel 2018, questa volta in Pedagogia, e a dedicare la sua tesi di laurea proprio al tema dell’infanzia insita nei contesti della letteratura dell’orrore. Dal 2018 inizia a scrivere, preso da una forte ispirazione innata e arcana, una serie di racconti di genere weird che traggono ispirazione, oltre che dai suddetti scrittori, anche dalla penna di molti altri autori, come E. A. Poe, A. Christie, C. A. Smith, R. W. Chambers, E. S. Gardner e H. Murakami. Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di racconti, l’antologia intitolata “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”, mentre nel 2021 pubblica il suo secondo libro, la novella “Scienza ritegno”