“Italia Nostra sezione di Ravenna ha effettuato un accesso atti per acquisire informazioni in merito alla sconcertante procedura avente la finalità di demolire i capanni balneari storici della costa ravennate, iniziata a gennaio 2024 con l’Ordinanza di abbattimento emessa dal Comune di Ravenna per mancata concessione demaniale; concessione non emessa dal Comune stesso da 23 anni ma di cui è stato riscosso il canone.
A seguito di numerosi rilievi circa la “bizzarria”, chiamiamola così, dell’Ordinanza, che ignorava completamente il valore storico, testimoniale, entoantropologico e paesaggistico dei capanni, ultimi superstiti di un modo di vivere il mare e la spiaggia cancellato pressoché ovunque dagli stabilimenti organizzati (spesso colate di cemento tutt’altro che sostenibili, che hanno distrutto per sempre dune e habitat), tra rinvii e ritardi, parrebbe proprio che la demolizione debba aver comunque luogo, e che si stia tentando l’escamotage di renderla giustificata all’opinione pubblica tramite valutazioni di tipo ambientale, mai menzionate sin d’ora.
Con un ritardo di cinque mesi, il Comune di Ravenna ha acquisito un “Servizio di Progettazione e Redazione di Studio di Incidenza, con eventuale proposta di aggiornamento della Cartografia degli Habitat e individuazione delle aree di delocalizzazione maggiormente vocate ad ospitare i capanni balneari” (stando alla Determina di affidamento pubblicata sull’Albo Pretorio a giugno), ovvero uno Studio di Valutazione di Incidenza Ambientale (VIncA), redatta in novembre da uno studio specializzato. Le VIncA si applicano a nuovi piani e progetti che possano avere impatti sull’ambiente, e in questo caso, essendo i capanni già preesistenti da molti decenni, non si comprende quale sia il nuovo “progetto” che generi impatto.
Dopo aver atteso il canonico mese per la risposta all’accesso agli atti, il Comune ha messo a disposizione di Italia Nostra alcuni documenti ma, a tutt’oggi, ha negato la visione della VIncA già pronta. Eppure, nelle Linee Guida Nazionali per la Valutazione di Incidenza (VIncA) Direttiva 92/43/CEE “Habitat” Art. 6, paragrafi 3 e 4, nel capitolo 3, paragrafo 3.5 “Obblighi e procedure da osservare da parte del Valutatore (Autorità competente per la VIncA)”, si legge:“L’Autorità competente per la VIncA, acquisito lo Studio di Incidenza ne dispone la tempestiva pubblicazione online”. A nulla sono valse le richieste. Da quello che si è appreso, la VIncA entrerà in un bando, in uscita a gennaio, dove, supponiamo, a fianco alla demolizione della quasi totalità dei capanni – stavolta non solo per mancata concessione, ma anche per presunti motivi ambientali – verranno individuati alcuni siti dove ricostruirli posticci (con un’operazione antistorica priva di senso), e dove individuare il soggetto per gestirli. Dunque, nessuna attinenza della VIncA con le finalità del bando, ovvero quelle di individuare un nuovo soggetto gestore, per cui, anche volendo, non se ne comprendono i motivi di segretezza. Inoltre, non è stata nemmeno degnata di riscontro la richiesta di Italia Nostra di poter partecipare alla Conferenza di servizi (qualsiasi fosse la modalità di svolgimento della stessa, se in presenza o tramite parere scritto): ciò dunque apparirebbe come una precisa scelta a discrezione dell’amministrazione di tenere fuori tutti i possibili portatori di interessi, Associazione Capannisti Balneari compresa, oltre a quelli istituzionali. L’intenzione, quindi, è quella di mantenere quanto più possibile opaco il procedimento, finalizzato, in buona sostanza, a perseguire ad ogni costo l’abbattimento dei capanni, “blindandolo” con i pareri di tutti gli Enti resi in Conferenza di servizi – quale sarà questo parere? – ed escludendo qualsiasi trasparenza, collaborazione e partecipazione col pubblico e con i portatori di interesse? Se così fosse, il bando verrebbe pubblicato a cose già fatte e validate, e si tratterebbe di una decisione molto grave nei confronti della partecipazione dei cittadini e del patrimonio storico e paesaggistico pubblico.
Italia Nostra presenta Istanza al Difensore civico per il mancato accesso alla VIncA.”