Sono arrivati ieri mattina all’aeroporto di Fiumicino 34 profughi provenienti dall’isola greca di Lesbo, che hanno vissuto negli ultimi anni nel campo profughi di Moria, in condizioni abitative e sanitarie drammatiche.

Si tratta di famiglie e minori non accompagnati che fuggono da Paesi dove non è più possibile vivere a causa di guerre violente ed estrema povertà. Due ragazzi minorenni, provenienti dal Pakistan, saranno accolti a Faenza, rispettivamente in una Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII e in una famiglia aperta all’accoglienza, che ha ricevuto l’idoneità all’affido. Il progetto è sostenuto dal Comune di Faenza – Assessorato Welfare, Europa e Smart City.

Il progetto si colloca nella cornice dei Corridoi Umanitari, resi possibili grazie al protocollo firmato da Comunità di Sant’Egidio e il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione, nonché dalla collaborazione delle autorità greche e del sostegno della Commissione europea. Lo scopo è quello di favorire, in modo legale ed in condizioni di sicurezza l’arrivo di richiedenti protezione internazionale, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili per i quali risulta necessario ed urgente un percorso di inclusione e stabilizzazione sociale, culturale e linguistica. Dal febbraio 2016 ad oggi 3.700 persone sono state portate in salvo in Europa grazie ai Corridoi Umanitari.

«Questi ragazzi hanno dei vissuti molto dolorosi, hanno attraversato Paesi, pericoli e soprusi. Adesso nelle famiglie in cui saranno accolti cercheranno il sostegno necessario per ricostruirsi una nuova vita. È più che un diritto: è una speranza che va protetta», commenta Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII.

Ed è proprio la Comunità di don Oreste Benzi, presente anche a Faenza, con un’esperienza ormai decennale nel campo dell’accoglienza di minori e di migranti, che si fa garante della costruzione di una rete composta da figure genitoriali, operatori specializzati e volontari, con l’indispensabile supporto delle Istituzioni e dei Servizi del territorio faentino. L’Assessore al Welfare, Europa e Smart City Davide Agresti, infatti, ha risposto positivamente alla proposta della Comunità Papa Giovanni XXIII, aderendo con entusiasmo al progetto di accoglienza.

«I corridoi umanitari – dichiara l’assessore Agresti – rappresentano, per il nostro territorio nazionale, una testimonianza potente di via legale e sicura di mobilità umana, anche per chi vive negli angoli di mondo più sofferenti. Per il nostro territorio, invece, è prova di un welfare di comunità che ci impegniamo a far crescere giorno dopo giorno, in una Faenza attenta, accogliente e solidale».

I ragazzi accolti, dopo un periodo di quarantena di due settimane, saranno protagonisti di un percorso di inclusione personalizzato, i cui pilastri sono il conforto di un contesto familiare, l’apprendimento della lingua italiana, l’opportunità di ricevere una formazione specifica finalizzata alla ricerca di un impiego, l’inserimento in attività culturali, sportive e sociali presenti nella comunità ospitante.