Il consiglio comunale di Cervia ha approvato nella seduta del 30 dicembre un ordine del giorno presentato dal gruppo Cervia ti amo, da Partito Democratico e dal gruppo Insieme per Cervia per chiedere di ridurre per la cittadinanza il costo della “tampon tax”, l’imposta sui prodotti igienici femminili (assorbenti interni, esterni o coppette mestruali).

Il documento è stato sostenuto da Partito Democratico, Cervia ti amo, Insieme per Cervia, Cervia Domani per il turismo, Movimento 5 Stelle. Astenuta la Lega Romagna.

L’ordine del giorno:

“Premesso che la questione della cosiddetta “Tampon Tax” riguarda l’imposta sui prodotti igienici femminili essenziali (assorbenti interni, esterni, coppette mestruali) in diversi Paesi dell’Unione Europea e del Mondo si è aperta una discussione sull’entità e l’opportunità di questa imposta dato l’aumento del costo di questo bene definibile primario. Infatti, stando al principio incontrovertibile per cui il ciclo mestruale è una funzione involontaria dell’organismo femminile, ne consegue automaticamente come necessario l’uso di beni igienici femminili; – una donna, dalla pubertà alla menopausa, si stima che affronti circa 520 cicli mestruali che durano in media 28 giorni e comportano 3-5 giorni di mestruazioni. Prevedendo l’utilizzo in media di 4 assorbenti al giorno otteniamo un totale di 12 mila assorbenti nell’intero arco di vita ed una spesa di circa 1.700 euro solo per assorbenti.

Esistono tre aliquote Iva in vigore in Italia:
• 4 per cento (aliquota minima), applicata ad esempio alle vendite di generi di prima necessità (alimentari, stampa quotidiana o periodica, ecc.);
• 10 per cento (aliquota ridotta), applicata ai servizi turistici (alberghi, bar, ristoranti e altri prodotti turistici), a determinati prodotti alimentari e particolari operazioni di recupero edilizio;
• 22 per cento (aliquota ordinaria), da applicare in tutti i casi in cui la normativa non prevede una delle due aliquote precedenti; – in Italia si stima che ogni mese 21 milioni di donne acquistano prodotti sanitari, per un totale di circa 2.6 miliardi di prodotti venduti. Il prezzo medio di una confezione di assorbenti è di 4 euro per una spesa annuale di circa 126 euro di cui 22,88 euro come Imposta sul Valore Aggiunto.

Evidenziato che in alcuni paesi europei e non i prodotti sanitari femminili non solo non costano quanto in Italia, ma sono forniti gratuitamente ad alcune fasce della popolazione, come le studentesse. Ad esempio, le studentesse di scuole medie, superiori e università di tutta la Scozia hanno assorbenti e altri prodotti sanitari femminili di prima necessità gratuitamente, all’interno di un programma da 5,2 milioni di sterline per combattere la “povertà mestruale”; – in Italia è ignorato il fenomeno della povertà mestruale, ovvero il disagio, anche per ragioni economiche, di potersi garantire un’igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale attraverso appositi dispositivi sanitari e in luoghi idonei.

Tenuto conto che in Italia oltre 250mila cittadine e cittadini hanno firmato appelli per chiedere al Governo e al Parlamento di abolire o quantomeno ridurre la “tampon tax”; – una riduzione dell’aliquota farebbe comodo alle famiglie monoreddito.

Invitiamo sindaco e giunta a verificare, con le Farmacie Comunali, la possibilità di applicare prezzi particolarmente contenuti o di predisporre un minor margine di guadagno sui prodotti sanitari e igienici femminili, (quali tamponi interni, assorbenti igienici esterni, coppe e spugne mestruali) ed ogni altra eventuale iniziativa per migliorare la disponibilità e l’educazione all’uso di questi prodotti da parte delle donne ed in particolare delle fasce più svantaggiate; a sensibilizzare le attività similari che distribuiscono questi prodotti in merito alla proposta in oggetto, con l’auspicio che una diffusa e approfondita campagna di informazione possa garantire un coinvolgimento su tutto il territorio; a sollecitare il Governo ed il Parlamento a prevedere un’immediata riduzione dell’aliquota, attualmente al 22%, per i prodotti igienico-sanitari femminili, per arrivare poi alla totale detassazione dei beni essenziali alla salute ed all’igiene femminile; a richiedere alla Regione Emilia – Romagna di attuare una virtuosa azione per consentire a tutti gli under 26, tramite consultori pubblici, la distribuzione gratuita di assorbenti (come già avviene per i dispositivi anticoncezionali).”