Venerdì 11 marzo, alle 18 in sala D’Attorre di Casa Melandri in via Ponte Marino 2, Claudia Pancino presenterà insieme ad Annagiulia Gramezzi il suo libro “Storia della nascita” edito da Bononia University press.

La storia della nascita, da qualunque punto del passato la si voglia considerare, rinvia un confronto con il presente e al tempo stesso in qualche modo è legata all’inizio della vita di ognuno di noi. Dialogherà con l’autrice, la dottoressa Annagiulia Gramenzi, docente di Storia della medicina a Ravenna.

Claudia Pancino, docente di Storia sociale, spiega che ogni essere umano per venire al mondo ha vissuto il passaggio attraverso un corpo di donna, la nascita dunque riguarda tutti e richiede riflessioni complesse che non siano confinate al mero ambito medico o sociale. Della nostra nascita non abbiamo memoria: il nostro inizio alla luce del sole ci sfugge. La nascita, come la morte, è un evento – “ogni nascita è tale per il padre, la madre e pochi intimi” – ed è, e è stata, luogo di riti, pratiche, cure, studi, riflessioni e inquietudini.

Nella società dei secoli tra il XVI e il XVIII la nascita era l’evento conclusivo di un destino previsto, era il compimento della finalità ultima del corpo femminile, era l’obiettivo raggiunto, il completamento “naturale” di un percorso femminile individuale, familiare, della comunità. Soprattutto a partire dal XVIII secolo qualcosa di importante comincia a mutare, e ci sarebbero voluti due secoli affinché la società e la storia modificassero profondamente il destino delle donne e quella che sarebbe infine diventata la scelta di mettere al mondo un figlio.

Il corpo femminile era visto come corpo atto a generare. Nel libro l’autrice ha voluto studiare l’evoluzione dello sguardo medico sul corpo femminile. Attraverso la lettura di molti testi su “le malattie delle donne” e poi della prima ostetricia medica, ha analizzato quello che potremo chiamare il filtro ideologico attraverso cui gli uomini di scienza si accostavano allo studio del corpo delle donne e al “mistero” della generazione. Tra le fonti ci sono anche molte immagini – alcune riprodotte nel libro – che accostate ai documenti scritti confermano le forme di pensiero.
Cos’è cambiato lungo i secoli nel mettere al mondo e nel venire al mondo?
In questo volume la narrazione storiografica risponde a tali domande seguendo il percorso biologico dello svilupparsi del corpo e del ciclo di vita femminile che porta alla maternità: dalla prima mestruazione, alla gravidanza, al parto, alla nascita del bambino e alla sua accoglienza, fino al reinserimento della madre nella vita quotidiana. Il contesto cronologico messo a fuoco è quello dei secoli XVI-XVIII, tuttavia, trattandosi di mutamenti di lunga durata, non mancano riferimenti all’età precedente e collegamenti/confronti con il presente. Un capitolo è dedicato alla storia della professione ostetrica.
Con uno stile vivace e una scrittura che si muove con grande precisione e fluidità attraverso i mutamenti degli ultimi secoli, il lettore potrà osservare come è profondamente cambiato il modo in cui oggi una donna arriva a dare alla luce un figlio, e il modo in cui quel figlio viene accolto al mondo. Perché la nascita è anche un fatto sociale.

Claudia Pancino ha insegnato Storia sociale, Storia della famiglia e Storia del corpo all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Studiosa di storia della sanità, delle professioni sanitarie, di storia del corpo e di storia delle donne, ha dedicato diverse pubblicazioni alle rappresentazioni del corpo umano, alla professione medica, ai rapporti fra politica e salute, alla storia sociale della medicina, a quella della cura dell’infanzia. I suoi ultimi volumi: La natura dei bambini. Cura del corpo, malattie e medicina della prima infanzia fra Cinquecento e Settecento (Bononia University Press 2015), Cuore. Storia, metafore, immagini e palpiti (Fefè Editore, 2020).