Via Sant’Egidio è una delle arterie principali dell’Area di Piangipane, perché ne attraversa linearmente il territorio, congiungendone le frazioni di Camerlona, alle sue porte venendo da Ravenna, e quella di San Michele, nella parte più prossima a Fornace Zarattini. Non può considerarsi strada di campagna, anche se attraversa un vasto territorio agricolo. Serve infatti, in aggiunta ai trasporti interni, per collegare in via diretta il flusso veicolare proveniente dall’entroterra ovest di Ravenna, tramite la provinciale Faentina, con quello diretto a nord verso il ferrarese e i relativi paesi sulla statale Adriatica, senza dover passare per Ravenna. La pavimentazione stradale buona e il percorso rettilineo  incoraggiano purtroppo l’eccessiva velocità, non di rado anche sfrenata. Fa perciò parlare di sé la popolazione locale, che ne discute molto sui social network, ed ora si è rivolta anche a Lista per Ravenna.

  1. La strada è troppo ristretta per sopportare gare di velocità, specialmente nella stagione primaverile/estiva, che ne moltiplica il traffico, oltretutto restringendone ulteriormente la carreggiata per via dell’erba incolta che vi cresce ai lati, troppo spesso non sfalciata. Ne soffre molto la sicurezza degli avventurosi pedoni, impediti a sfruttarne almeno il ciglio.
  2. Via Sant’Egidio attraversa, a mo’ di croce, l’altra strada di attraversamento del territorio piangipanese, anch’essa molto trafficata, rappresentata dalla via Canala, che dalla statale Adriatica, nei pressi dell’Italfrutta, porta rapidamente a Piangipane sulla via Santerno-Ammonite. L’incrocio tra le due raddoppia le condizioni di pericolo insite sui loro percorsi.
  3. Altrettanto e di più succede all’incrocio con l’Adriatica, qui chiamata via Reale, dove i rischi di incidenti, purtroppo spesso mortali, è tra i più alti in assoluto, dovendosi il traffico locale imbattere in quello tumultuoso, largamente composto anche da TIR ed altri automezzi pesanti, in arrivo da ogni parte d’Italia e diretto ovunque, che, quando proviene da Ravenna, non ancora entrato in Camerlona, incrocia la Sant’Egidio a velocità autostradale.
  4. Afflizioni particolari subiscono gli utenti della polisportiva Camerlona, essendo l’impianto sportivo della località situato proprio sulla Sant’Egidio. Il suo portavoce, Vanni Bini, rivoltosi a me quale vice-presidente del Consiglio territoriale stesso di Piangipane, fornendomi anche qualche consiglio, ha già avuto un incontro con l’assessore alla Mobilità e ai Lavori pubblici, nonché contattato più volte la polizia municipale, sollecitando azioni ed interventi capaci di affrontare l’estrema pericolosità di questa strada.

La complessità della problematica impone, a parere del capogruppo consiliare di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, con cui mi sono confrontato a fondo, che il Consiglio territoriale di Piangipane ne faccia oggetto di una propria Assemblea Territoriale Aperta, prevista dal regolamento, che Le suggerisco fin d’ora di convocare, possibilmente a Camerlona, chiedendo al contempo a tutti i colleghi membri di questo stesso consiglio di sostenerne la richiesta. Indispensabile la partecipazione degli assessori alla Mobilità/Lavori Pubblici e alla Polizia municipale e dei rispettivi dirigenti. Allo scopo, formulo, senza pretesa, pochi appunti.

  1. Perché siano rispettati i limiti di velocità, oltre a promuovere in loco una campagna educativa/informativa, anche attraverso il nostro Consiglio, occorre verificare quali provvedimenti o interventi introdurre per fronteggiarne le sistematiche violazioni (limitatori di velocità, tutor…), accompagnati da una maggiore vigilanza “repressiva” della polizia municipale. In anticipo sull’ ingresso dei veicoli a Camerlona in arrivo da Ravenna, posizionare il limite di velocità a 50 chilometri orari, prevenendone l’impatto con il traffico in uscita dalla Sant’Egidio.
  2. Immettere, nel tratto del centro sportivo, il limite di velocità di 30 chilometri orari in entrambi i sensi. Allestire due attraversamenti pedonali illuminati in prossimità dei due cancelli carrabili dell’impianto, corredati di segnali di pericolo causa l’attraversamento di bambini.
  3. Chiedere al Comune di valutare, sul piano tecnico, quali azioni produrre per ridurre la rilevante pericolosità dell’incrocio tra le vie Canala e Sant’Egidio, entrambe di sua proprietà.
  4. Altrettanto, d’intesa con Anas, perché si compia uno studio tecnico di fattibilità sugli interventi da realizzare per combattere efficacemente il rischio di incidenti anche gravi prodotti dall’urto del traffico in entrata ed uscita dalla Sant’Egidio con quello trasbordante della statale Adriatica.