Nel piano delle vaccinazioni anticovid per gli operatori sanitari finora messo in campo dalla Regione Emilia-Romagna non figurano gli assistenti di studio in servizio presso gli ambulatori dei medici di base e dei pediatri di famiglia. Benché il loro stipendio sia pagato in parte dalle AUSL, sono infatti classificati come amministrativi, essendo assunti con contratto del commercio” spiega Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna “I sindacati dei medici e dei pediatri stessi, professionisti a pieno titolo del servizio sanitario pubblico, hanno invano richiesto che i propri assistenti fossero vaccinati con pari priorità, trattandosi in realtà non solo di “impiegati” che scrivono delle carte o delle mail e rispondono al telefono da dietro una scrivania, ma di operatori a stretto contatto dei pazienti, con cui si interfacciano fisicamente, assolvendo il lavoro preliminare al rapporto col medico. Spesso sopperiscono alla mancanza o al ritardo delle informazioni da parte dell’AUSL, ad esempio sull’esito dei tamponi. Sono a tutti gli effetti lavoratori del comparto sanitario. In caso di loro contagio, potrebbero innescarsi pesanti ripercussioni sul servizio sanitario, visto che stanno faccia a faccia coi pazienti. Se poi dovessero assentarsi per lunghi periodi, le attività dell’ambulatorio potrebbero andare in crisi, non essendo, per titoli e professionalità, facilmente rimpiazzabili” spiega Ancisi.

“Alla base del diniego c’è una valutazione a mio parere sbagliata, perché opera, all’interno del comparto sanitario, delle distinzioni di ruoli e di contratto, peraltro anche tra pubblico e privato, alle quali il virus, non guardando in fronte chi gli viene a meno di un metro, è assolutamente indifferente” protesta il consigliere comunale.

Porto come testimonianza la Regione Veneto, che, approvando fin dal 22 dicembre 2020 un piano completo e dettagliato di “Vaccinazione anti Covid 19”, trattando di “Vaccinazione operatori sanitari territoriali”, calcolandone il numero per singola azienda sanitaria, ha compreso nei 35.581 da vaccinare “il personale di tutti e quattro i ruoli (sanitario, professionale, tecnico ed amministrativo) del Servizio Sanitario e Socio-Sanitario Regionale, indipendentemente dall’inquadramento contrattuale”. Vi figurano quindi, allo stesso tempo dei sanitari, anche il “personale degli studi dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera scelta”, ma perfino – giustamente, ripeto – il “personale delle strutture sanitarie private (es. strutture ambulatoriali, studi odontoiatrici, centri diagnostici)”.  Tuttora il Veneto è zona gialla, forse non a caso”.

Il consigliere Ancisi ha quindi presentato un’interrogazione al sindaco in vista del prossimo consiglio comunale

Chiedo pertanto al sindaco di Ravenna, anche nella sua veste di presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, organo di indirizzo politico-amministrativo dell’AUSL Romagna, se intende caldeggiare, presso la Regione Emilia-Romagna, l’inserimento nelle priorità di vaccinazione del personale di servizio nel comparto sanitario anche gli assistenti degli studi medici o pediatrici. L’urgenza è data anche dal fatto che i medici dovranno a breve iniziare le vaccinazioni ai loro pazienti con patologie più critiche, mentre gli ambulatori pediatrici sono frequentati per la maggior parte da bimbi in età infantile 0-6 anni, che, non portando la mascherina, sono maggiormente soggetti al contagio benché senza sintomi, potendo però estenderlo”.