Ci è stato segnalato da una concittadina quanto segue: Mercoledì, 29 dicembre 2021, una mia zia settantenne ha subìto un’estenuante lunga fila al Pala de André per fare il tampone molecolare. Vaccinata con tre dosi, ma con sintomi sospetti da alcuni giorni, si è recata con la propria auto al drive-in poco prima delle 14, dietro prenotazione del proprio medico di base. Sconsolata, mi ha detto al cellulare che la fila delle auto iniziava in viale Europa appena dopo la rotonda di recente costruzione, ma anche, una volta entrata al Pala de Andrè da via Destra Canale Molinetto, di aver trovato difficoltà ad incolonnarsi nelle due lunghissime file. Ha poi notato che solo due infermieri in tuta bianca erano addetti ai tamponi; che i volontari della Protezione civile, impiegati nel gestire l’elevatissimo traffico di auto, non erano in grado di fornire informazioni sui tempi di attesa; che c’erano persone esasperate dalla lunga attesa ed anziani e genitori con bambini stanchi e irrequieti; che alcuni adulti discutevano accesamente su questioni di precedenza durante la fila. A seguito della totale mancanza di WC chimici dove poter espletare i propri bisogni dati gli interminabili tempi di attesa, un addetto della Protezione civile, richiesto di spiegazioni, le ha risposto che l’unico bagno presente è riservato al personale sanitario e nemmeno la Protezione civile può utilizzarlo, lamentando egli stesso di non poter urinare da ore e ore senza sapere come fare. Ha visto uomini uscire dalle auto che, dicendo di voler fumare una sigaretta o di fare una telefonata, si allontanavano per urinare da qualche parte. È stata sottoposta al tampone dopo più di quattro ore di esasperante attesa in condizioni di assoluto disagio per la mancanza dei servizi igienici”.

La segnalazione si conclude con alcune domande: “È questa una situazione dignitosa e accettabile a due anni ormai dall’inizio della pandemia, in pieno inverno, in una città grande come Ravenna? Siamo davvero un paese dell’Unione Europea? Perché c’è un unico drive-in attrezzato per fare i test molecolari con due soli infermieri per tutte quelle persone in attesa? Chi dobbiamo denunciare per un tale disagio e una tale disorganizzazione? Chi è responsabile davanti agli onesti cittadini che pagano le tasse?”.

Non avendo titolo per rispondere, giriamo queste domande al sindaco di Ravenna, quale presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, organo di indirizzo politico-amministrativo dell’AUSL Romagna. Gli notifichiamo, tuttavia, che su questo genere di disservizi Lista per Ravenna contesta alla sanità ravennate una grave recidività, testimoniata dalla nota che gli producemmo il 26 febbraio 2021, nella precedente edizione del drive in al Pala de André dedicata ai tamponi.

Allora le attese erano di due ore e mezzo, quante bastarono ad un altro concittadino, egli pure settantenne, affetto da qualche lieve patologia dovuta all’età, affinché, mancando i servizi igienici, dovesse uscire di corsa dall’auto per compiere l’irrefrenabile funzione fisiologica dietro un chiosco di legno, finendo però per irrigarsi anche gli indumenti. Le domande che ponemmo noi allora furono proprio queste: “Possibile che non sia stata prevista una toilette a disposizione dei cittadini soggetti al tampone, come pure del personale in servizio? Perché non ripiegare su qualche toilette chimica all’aperto, di quelle che si installano facilmente nei festival e nelle sagre di quartiere?”.

Di male in peggio – verrebbe da chiedersi ora – anche su questioni minime di civiltà?