La roccaforte non tradisce il Pd: a Ravenna tutti si aspettavano una larga vittoria al primo turno per il centrosinistra e larga vittoria è stata.
Alessandro Barattoni, 42 anni, segretario del Pd, alla guida di una coalizione in versione campo larghissimo, è il nuovo sindaco della città.
Fin dai primi exit poll, poi confermati dalle proiezioni e dai dati reali, è apparso fin da subito chiaro che il suo risultato era ben oltre la soglia del 50%, quella che serve per evitare il ballottaggio. Alla fine si è attestato attorno al 58%: una percentuale non troppo diversa rispetto a quella delle regionali di qualche mese fa e da quella con cui l’attuale presidente della Regione Michele de Pascale era stato confermato nel 2021 sindaco per il secondo mandato.
Le elezioni anticipate, a Ravenna, sono arrivate proprio per la decisione di de Pascale di candidarsi alla presidenza dell’Emilia-Romagna: il centrosinistra ravennate era riuscito in poche settimane, già ad agosto, ad individuare nel segretario del Pd la persona da candidare, sul cui nome erano poi confluite tutte le forze alternative al governo Meloni.
Un risultato trainato dal Pd (che si conferma sopra al 40%), mentre bisognerà probabilmente aspettare l’ultima scheda scrutinata per sapere quale sarà la seconda forza della coalizione con il Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e perfino il Partito Repubblicano (che a Ravenna ha un radicamento di lunghissima tradizione che resiste) fra il 4 e il 5%. Numeri che saranno analizzati e soppesati nei prossimi giorni per definire gli equilibri della prossima giunta.
“Siamo già al lavoro per la Ravenna dei prossimi dieci anni le priorità su cui comincerà a lavorare sono il Porto e il confronto con gli altri sindaci della Romagna per l’Alta Velocità ferroviaria”, – ha detto Barattoni, che fin dal pomeriggio ha cominciato i festeggiamenti con Michele de Pascale al suo fianco. Sono invece già cominciate le recriminazioni in casa centrodestra che si è presentato diviso in tre: Nicola Grandi, candidato di Fdi e Forza Italia si è fermato attorno al 25%. Il decano dei consiglieri comunali, l’85enne Alvaro Ancisi è attorno al 6-7%: era sostenuto dalla Lega, che però si era a sua volta divisa con alcuni esponenti locali che avevano invece deciso di sostenere Veronica Verlicchi della lista civica ‘La Pigna’ (4-5%).
Seppure di una manciata di voti, Ravenna scende al di sotto della soglia simbolica del 50% sull’affluenza: ha votato infatti il 49,54%, poco meno di un elettore su due. Il tema dell’astensionismo era uno dei timori alla vigilia del voto: sia per una scarsa copertura mediatica a livello nazionale, sia per una percezione di mancanza di contendibilità che ha lasciato un basso profilo anche nella campagna elettorale. I big del centrodestra non si sono fatti vedere anche per non sottolineare le divisioni nella coalizione, quelli del centrosinistra hanno fatto il minimo indispensabile (la segretaria del Pd Schlein ha partecipato alla chiusura della campagna elettorale di Barattoni) preferendo dedicarsi a città dove il risultato era più incerto.
fonte Ansa

























































