A pochi giorni dall’inaugurazione della nuova stagione d’arte, il prossimo 4 ottobre con la mostra “Tessere” di Alice Padovani e Laura Renna, a cura di Pasquale Fameli, la Fondazione Sabe ha aperto nuovamente le porte agli appassionati di danza per il secondo e ultimo appuntamento in collaborazione con il festival “Ammutinamenti” promosso da Cantieri Danza. Dopo aver già ospitato domenica scorsa l’anteprima regionale di “We Are Our Roots” del coreografo e danzatore Roberto Tedesco, venerdì sera è stata la volta di “Everybody Has A Fate” (primo studio) di Riccardo De Simone, con sonorità electro-pop. Entrambe le repliche, alle 18 e alle 19.15, sono state seguite da un folto pubblico di curiosi e operatori della danza, molti dei quali provenienti anche da fuori città e pronti a fare la spola tra le varie performance in giro per la città in occasione del festival.
Lo spettacolo è stato presentato nell’ambito della “Vetrina della giovane danza d’autore” che, come tradizione, valorizza le nuove generazioni di autori della danza. Classe 1993, De Simone è danzatore e artista multidisciplinare la cui ricerca fonde principalmente performance e arti visive attraverso immagini evocative ispirate principalmente alla relazione tra il corpo umano e il corpo oggetto. Da anni lavora come interprete per numerosi artisti italiani e internazionali, fra cui Virgilio Sieni, Cristoph Winkler, Ariella Vidach, Andrea Zardi, Noritoshi Hirakawa e molti altri. Ha anche realizzato diversi corti di videodanza, premiati in festival di settore. Nel 2025 il suo “Everybody Has A Fate” è stato selezionato per la “Vetrina” del Network Anticorpi Xl, alla finale DNAppunti coreografici e al bando NAO25.
È protagonista in scena insieme alla danzatrice Laura Chieffo, sulle note di “Sirene” di Iosonouncane e “Burn Me” di Marie Davidson. «Il lavoro è un invito a riflettere sulla natura del tempo – spiega l’artista –, sul significato del presente e sulla speranza di un futuro che, per quanto incerto, ci chiede di raggiungerlo». In un’era in cui il tempo sembra sfuggire di mano, due danzatori si trovano sospesi in una dimensione esiliante. Le piattaforme su cui si muovono sono delle slide boards, attrezzi che fanno ondeggiare i corpi simulando il pattinaggio di velocità: a volte paiono avanzare, rincorrersi, ma senza riuscirci. Ogni scivolata, ogni movimento è una direzione senza meta, un’oscillazione senza sosta. La consapevolezza che il presente è l’unico luogo dove si può realmente esistere è l’illusione più sfuggente: un tempo costruito che, forse, non è altro che una fumosa dissolvenza tra un’impronta del passato e un propulsivo futuro.
Dopo la parentesi sulla danza, la galleria ravennate aperta nel novembre 2021 su iniziativa di Norberto Bezzi e di Mirella Saluzzo, torna a occuparsi della promozione e diffusione dell’arte contemporanea, in occasione della nona edizione “Biennale di Mosaico Contemporaneo”. Sabato 4 ottobre alle 11, è attesa l’apertura della terza mostra stagionale: “Tessere” che riunisce le opere dell’artista modenese Alice Padovani, classe 1979, e della brindisina Laura Renna, 1971. Entrambe le artiste riflettono sul rapporto con lo spazio secondo criteri di espansione e concentrazione, di unione e divisione al contempo. L’esposizione intende inoltre valorizzare la creatività femminile attraverso il coinvolgimento di artiste attive da anni nella regione Emilia Romagna.

























































