I Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato un 34enne e un 32enne accusati di stalking, reato previsto e punito dall’art. 612-bis del codice penale.

L’intervento dei militari è stato determinato dalla richiesta di aiuto delle due donne, una giunta tramite il numero di emergenza 112, alla Centrale Operativa della Compagnia CC di Lugo, l’altra recatasi personalmente presso la sede della Stazione Carabinieri di Lavezzola.

La mattina del 21 maggio, una giovane ragazza si è presentata in caserma per sporgere denuncia-querela nei confronti dell’ex fidanzato, dal quale veniva molestata e minacciata con messaggi WhatsApp, scritti e vocali. Il racconto della vittima ha permesso di ricostruire anche altri episodi di violenza e vessazioni che avrebbe subito anche nel recente passato.

Nella notte del 23 maggio, i militari della Stazione CC di Lavezzola intervenivano presso l’abitazione di un’altra giovane ragazza che stava ricevendo sul proprio cellulare messaggi, audio e video di minacce e insulti dall’ex compagno che le avevano generato uno stato di forte ansia e paura. La successiva denuncia della vittima ha permesso, anche in questo caso, di ricostruire altri episodi di violenze e vessazioni subite negli ultimi due anni.

Al riguardo, va sottolineata l’efficacia della nuova normativa in materia di codice rosso, che ha consentito di procedere al previsto arresto in flagranza differita per entrambi gli ex conviventi, grazie alle prove raccolte sull’ultimo atto persecutorio denunciato, consumato nelle precedenti 48 ore dall’intervento dei carabinieri e cristallizzato con l’acquisizione della messaggistica rimasta sul telefono cellulare.

Dei reati è stata data immediata comunicazione al Magistrato di Turno della Procura della Repubblica di Ravenna che ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari presso la propria abitazione in attesa dell’udienza di convalida.

In sede di convalida degli arresti, il Tribunale di Ravenna ha applicato per entrambi la misura cautelare del divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla persona offesa, con l’installazione dello strumento elettronico di controllo a distanza (braccialetto elettronico).