Il 7 maggio scorso il coordinamento provinciale di “Libera contro le mafie – Ravenna” ha scritto ai sette candidati sindaci delle prossime elezioni comunale invitandoli a partecipare all’incontro di sabato scorso, presso il centro sociale “La Quercia”, su caporalato, mafie, immigrazione e grande distribuzione organizzata. L’incontro ha visto la partecipazione di Marco Omizzolo, professore e sociologo di Eurispes, e di Carlo Sorgi, magistrato ed ex giudice del Lavoro.
“Libera” nacque con la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare con cui l’Italia, nel 1995, si dotò di una normativa che prevede tuttora il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, legge oggi adottata anche dagli altri paesi europei e che è risultata fondamentale nel risanare le comunità ferite dalla violenza mafiosa. Queste ferite, è scritto nell’invito all’incontro organizzato a Ravenna, “che lacerano il tessuto economico, i rapporti sociali e la ricchezza culturale di un quartiere, di una città, di un Paese”, stanno colpendo anche il territorio ravennate, nel quale, si legge sul sito dell’ “Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, sono già stati assegnati nella Provincia, in confisca definitiva, 120 beni; nel comune di Ravenna sono 24 (2 terreni agricoli, 4 stalle/scuderie, 6 box/garage, 9 appartamenti, 2 abitazioni e 1 di altra tipologia), di cui 12 già destinati.
«Giusto dunque l’auspicio, espresso da “Libera”, che la nostra amministrazione comunale, tramite l’impegno di ogni coalizione che si è presentata per governarla nel prossimo mandato 2025-2030, sia dotata “di grandi anticorpi” e che funzioni bene il suo “circuito democratico”» ha commentato il candidato sindaco Alvaro Ancisi.
Libera ha invitato i candidati sindaco “di condividere con noi ciò che, da programma elettorale, promettete di fare per la legalità e la giustizia sociale, temi cari a tutti e a tutte coloro che hanno a cuore la lotta contro le mafie perché – come ricorda il nostro Don Luigi Ciotti – non esiste legalità senza giustizia sociale, così come non esiste giustizia sociale senza legalità”.
Ancisi fa quindi notare che il secondo capitolo del suo programma elettorale è dedicato alla “Lotta al clientelismo e alla corruzione” e presenta l’incipit: “Alla base del nostro impegno poniamo, come primo cambio di passo nel Comune, il recupero del principio di legalità e di trasparenza sia nell’ordinaria che nella straordinaria amministrazione, soprattutto nei settori dell’acquisto di beni e servizi, che impegnano oltre la metà della spesa corrente del Comune, degli appalti o degli affidamenti a terzi per la costruzione di opere pubbliche, delle attività date in concessione o in convenzione o in esercizio […]”.
Nel pieno delle polemiche nazionali per il voto al referendum promosso dalla Cgil, con organi di governo che hanno promosso di disertare le urne, Alvaro Ancisi conferma che si presenterà al proprio seggio “Io ho sempre votato in qualsiasi elezione democratica a cui sia stato chiamato. È dunque scontato che lo farò anche l’8 e il 9 giugno”.

























































