Vi siete mai sentiti soli? È questo l’interrogativo sollevato da People della DaCru Dance Company, che apre la Stagione Danza 2025 del Teatro Alighieri di Ravenna. Sabato 1 febbraio alle 20.30 e domenica 2 alle 15.30, torna in scena all’Alighieri la compagnia nata dal sodalizio fra Marisa Ragazzo e Omid Ighani e votata a esplorare le possibilità di incontro fra danza urbana e teatro – uno urban theatre all’insegna della contaminazione. Dopo aver dato prova del loro approccio in occasione della produzione di Tamerlano che ha debuttato nella Stagione Opera 2023, con People i DaCru analizzano un’umanità sempre più esposta a contatti fittizi, fatti di gradimento, status, condivisione sui social…e solitudine. La scena è semplice, senza effetti speciali; frammentata in camere che diventano un’allegoria di case, corpi e menti. All’interno di questi spazi ben delimitati, ognuno disegna la propria comfort zone, scegliendo di non vedere quanto accade oltre il confine. Così si indaga sulla straordinaria potenza (e a volte violenza) delle distanze sociali. La Stagione d’Opera e Danza 2025 è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

La DaCru Dance Company nasce come compagnia indipendente nel 1996, fondata da Marisa Ragazzo e Omid Ighani. Dal 2017 è costituita da artisti associati della Compagnia Naturalis Labor. Compagni d’arte e di vita, Ragazzo e Ighani dirigono i danzatori attraverso una personale e singolare visione, unendo diverse radici culturali per creare un vero e proprio progetto di emancipazione da tecniche e schemi performativi. Nel loro linguaggio senza margini si mescolano sistematicamente tecniche e gestualitàdiversificate; quelli della DaCru sono quindi danzatori eclettici, dotati di un linguaggio personale fisico ed emotivo, un codice espressivo metropolitano e un’anima poetica. La compagnia si è esibita in contesti quali Graf-Zeppelin House in Germania, Hangartfest a Pesaro, Fonderia a Reggio Emilia, Teatros Del Canal a Madrid, New Italian Dance Platform, Sheen Center a New York e il Teatro Malibran a Venezia.

La Stagione Danza proseguirà il 22 e 23 febbraio con la Compagnia Zappalà Danza e la Trilogia dell’estasi, ovvero il progetto con cui Roberto Zappalà rende omaggio a tre composizioni per lui “sacre”, capaci di segnare il percorso coreografico e musicale del secolo scorso: L’après-midi d’un faune di Debussy, il Boléro di Ravel e Le Sacre du printemps di Stravinskij. La sfida affrontata dal coreografo è quella di trovare un nuovo immaginario che non neghi il passato né lo modernizzi a tutti i costi; piuttosto, si tratta di personalizzare un mondo che già possiede un immenso potere evocativo.

Grazie al dialogo con il Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto, il percorso Danza include due appuntamenti fuori abbonamento…e fuori sede. Sono infatti le Artificerie Almagià, fra i luoghi più caratterizzanti e vivaci della Darsena di Città, a ospitare in anteprima Impromptus: arie, danze e improvvisazioni, che sarà riproposto anche a Reggio Emilia. Il progetto si propone di esplorare nuovi modi di interazione tra movimento e suono, favorendo una relazione fluida e spontanea tra le due discipline in uno spazio creativo dove coreografi e musicisti lavorano fianco a fianco, dando forma a opere che nascono dall’improvvisazione e dalla reciproca ispirazione. Il primo appuntamento, giovedì 13 marzo, vede Daniele Di Bonaventura al bandoneon e Alfredo Laviano alle percussioni; a danzare sono Roberto Tedesco e Gador Lago Benito. Martedì 15 aprile, saranno invece i violoncelli dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini a dialogare con i danzatori Leonardo Farina e Arianna Ganassi.