Sabato 21 dicembre, a Boncellino, è in programma la seconda giornata dell’evento “Come monitorare la salute degli argini”, tenuto dal geologo Claudio Miccoli, a cui seguiranno una cena e un concerto.

Il pomeriggio si apre alle 14, al circolo Unione di via Sottofiume, con Claudio Miccoli che terrà una lezione teorica, prima di condurre i presenti a una passeggiata sul fiume.

Di seguito, alle 19, sempre al circolo Unione, la Festa dei Comitati: con cena, e quindi il concerto per Traversara del gruppo “Mosilicata”, che unisce musica popolare e balli da Molise e Basilicata. Per info e prenotazioni, 328 9167477.

L’iniziativa è organizzata dal comitato “Custodi del territorio”, insieme ai comitati “Progetto futuro sicuro” e “Noi ci siamo”. La “federazione” dei tre comitati sancisce un nuovo passo verso la richiesta dei propri diritti come cittadini, e rappresenta un nuovo passo verso la creazione di una massa critica, tesa a sfondare il muro di gomma che protegge le istituzioni, immobili di fronte a alluvioni, catastrofi e vittime, non solo annunciate, ma ormai urlate a squarciagola ai quattro venti.

A presentare questa sinergia di intenti, Andrea Rani, presidente del comitato “Custodi del territorio”; Gianluca Sardelli, presidente associazione “Progetto futuro sicuro”; e Alessandra Musumeci, presidente associazione “Noi ci siamo”.

“Il nostro obiettivo è di fungere da pungolo per le istituzioni, in primis la Regione Emilia-Romagna, affinché cambi il paradigma attuale secondo cui il cittadino deve accettare il fatto che le case non siano più sicure rispetto alle alluvioni – spiegano i tre referenti -. Noi sosteniamo che il territorio deve essere sicuro, e per questo sia necessario fare tutto il possibile: a partire dal costante monitoraggio dei fiumi, degli argini, dei ponti.

Dopo l’alluvione in Piemonte del ’94, anche nel nostro territorio sono stati fatti studi appropriati, e fu deciso fin dal 2010 un piano di lavori che poi non è mai stato realizzato. Mentre, al contrario, proprio pochi mesi prima dell’alluvione del maggio 2023 sono state cancellate le figure dei guardiafiumi, fino a quel momento indispensabili per il monitoraggio dei nostri corsi d’acqua. Da allora, nessuna più controlla gli argini, e i danni arrecati dalle tane degli animali: si stima che nei fiumi romagnoli ce ne siano 70 mila, e le più pericolose non sono quelle delle nutrie – come molti pensano – bensì quelle di tassi, istrici e volpi, che spesso le coabitano. Animali alloctoni, scesi dalla collina, che hanno indebolito considerevolmente i nostri argini. E’ tempo che chi ci governa torni a mettere in campo tutti i mezzi possibili per ridare stabilità ai fiumi, e sicurezza ai cittadini”