Continua in regione l’azione quotidiana collegata all’eguaglianza di genere: si rileva, ad esempio, che i nuovi 102 musei accreditati in Emilia-Romagna come nazionali sono guidati per oltre il 60 per cento da donne. Tanti i risultati positivi che riguardano le donne: fra le ultime nomine in Regione Emilia-Romagna in posizioni di responsabilità si evidenzia che 16, su un totale di 29, riguardano donne. Anche rispetto alle startup innovative la percentuale di imprese guidate da donne è in costante aumento, in particolare nel settore della cultura. L’obiettivo, però, è quello di tutelare tutte le donne, anche quelle che hanno meno strumenti per emergere. Nei prossimi mesi, infatti, verranno individuati indicatori per consentire monitoraggi più estesi su questo tema.

Questi i punti salienti dell’informativa dell’assessorato alla Cultura in commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, in seduta congiunta con la commissione per la Parità e per i diritti delle persone, sulle attività dell’esecutivo regionale collegate alla legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere.

Con questa legge la Regione Emilia-Romagna prevede interventi rivolti a prevenire e contrastare ogni forma di violenza (morale, fisica, psicologica, psichica, sessuale, economica e sociale) nei confronti delle donne, nella vita pubblica e privata, comprese le minacce, le persecuzioni e la violenza assistita. Viene, quindi, salvaguardata la libertà, la dignità e l’integrità di ogni donna (anche attraverso la collaborazione delle associazioni che si occupano di questo tema), viene rafforzato il concetto di parità di genere (anche nelle scuole) e viene poi contrastato, anche nella comunicazione, l’utilizzo di prassi discriminatorie offensive e lesive verso le stesse donne. Vengono poi sostenute le strutture e i servizi di presa in carico, di accoglienza e di reinserimento sociale e lavorativo delle donne vittime di violenza e dei loro figli (promuovendo le reti locali che si occupano di questo tema, anche attraverso l’attivazione di percorsi di formazione).

Nel valutare in dettaglio le politiche regionali con un focus particolare sulla parità e contro le discriminazioni di genere, è stato poi fatto notare dalla responsabile del Settore coordinamento delle politiche europee, programmazione, riordino istituzionale e sviluppo territoriale, partecipazione, cooperazione e valutazione come solo ora si inizino a vedere i risultati di quanto impostato nel triennio scorso. Le politiche di genere sono parte fondante sia del programma di mandato che del patto per il lavoro e per il clima e in piena coerenza con i valori fondanti stabiliti dalla cooperazione per lo sviluppo. È chiara la prima sfida, che consiste nel definire metodiche e processi che consentano una rapida valutazione sul livello di realizzazione delle politiche sulla parità e contro le discriminazioni di genere. Nel dettaglio, vanno segnalati i progetti a cui partecipa la Regione Emilia-Romagna nel continente africano e in Palestina, tesi a creare e aumentare l’empowerment locale nel creare condizioni di lavoro migliori sia per le donne che per i giovani e per combattere gli stereotipi promuovendo una concreta parità di genere. Per il futuro, l’obiettivo è arrivare alla fine del 2025 a raddoppiare questi progetti e, grazie allo snellimento delle procedure, arrivare a una sempre migliore e celere reportistica.

Per il Partito democratico l’obiettivo principale, nell’ambito della cultura, è quello di valorizzare e fare emergere i talenti femminili: la Regione può facilitare questo percorso, comunque non semplice. È poi necessario, si precisa quindi dal Pd, tutelare la rete delle associazioni femminili, che custodiscono un patrimonio documentale molto importante. Azioni che possono accelerare il raggiungimento della parità di genere. È poi importante la qualità dei progetti messi in campo, la strada è quella giusta: si conclude dai dem.