Mettere la persona con disturbi mentali al centro di un appropriato percorso di cura basato su un programma terapeutico personalizzato e all’insegna della massima integrazione e flessibilità d’intervento dei servizi sanitari e sociali.

Con l’obiettivo di evitare, per quanto possibile, il ricovero in una struttura sanitaria attraverso il potenziamento degli interventi domiciliari e favorendo l’inclusione e il mantenimento dei pazienti nel loro ambiente di vita, a partire dal contesto familiare, sociale e lavorativo.

È la filosofia che sta dietro l’approccio terapeutico personalizzato fondato sul ‘Budget di Salute’, un innovativo modello organizzativo-gestionale in campo socio-sanitario, indirizzato non soltanto a persone con severi disturbi mentali, ma a chi abbia bisogni socio-sanitari complessi (forte marginalità sociale, disabilità, dipendenze patologiche), e che punta a mettere le persone al centro delle strategie di intervento e non la loro patologia in quanto tale.

Un metodo già sperimentato con successo in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e in Campania, e che, visti i risultati ampiamente positivi conseguiti, si vorrebbe ora estendere all’intero territorio nazionale attraverso l’adozione di apposite Linee programmatiche.

Se n’è parlato questa mattina a Bologna – dove è in corso fino a domani Exposanità – in un convegno nazionale organizzato dalla Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con ministero della Salute, Istituto superiore di Sanità e Ausl di Parma, nel quale è intervenuto l’assessore regionale alle politiche per la Salute, Raffaele Donini, nella sua veste di coordinatore nazionale della Commissione salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Un incontro molto partecipato, con la presenza di dirigenti ministeriali, rappresentanti delle Regioni e professionisti della sanità.

“Il Budget di Salute- ha sottolineato Donini– è una prima risposta alle difficoltà che incontra oggi il welfare e si propone come strumento flessibile e potente di innovazione. Deve esserci una piena integrazione tra servizi sociali e sanitari per prendersi cura in maniera appropriata dei bisogni delle persone, e ciò vale a maggior ragione in un ambito come la salute mentale dove l’inclusione sociale, la partecipazione e l’integrazione sono parti vitali dell’intervento”.

“I risultati del progetto del ministero della Salute e coordinato dalla Regione, che ha portato alla stesura delle linee programmatiche per l’adozione su scala nazionale del Budget di Salute, hanno un grande valore strategico- chiude Donini -. Per questo auspico che il documento elaborato sia quanto prima calendarizzato nell’agenda della Conferenza Stato-Regioni per una sua rapida approvazione”.

Le Linee programmatiche nazionali sul Budget di salute sono state messe a punto da un gruppo di lavoro interregionale, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, formato da oltre un centinaio di professionisti di tutte le Regioni e Province autonome italiane, referenti per l’ambito sanitario, sociale e dirigenti amministrativi, nominati dalla Commissione salute della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Un progetto che ha richiesto costanti incontri mensili del gruppo di lavoro e che ha coinvolto, attraverso una consultazione pubblica, anche i portatori di interesse della società civile, le Associazioni del volontariato e i rappresentanti dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani).

In Emilia-Romagna dal 2016 è attivo un tavolo regionale che accompagna il percorso di attivazione e implementazione delle Linee regionali dell’innovativo modello terapeutico. Nell’ambito del tavolo è stato inoltre realizzato il primo programma formativo regionale e sono stati predisposti gli indirizzi per la valutazione dei progetti legati a ‘Budget salute’, modello peraltro adottato nei Dipartimenti di salute mentale-Dipendenze patologiche delle Aziende sanitarie.